Quando sarà il prossimo blackout? L’Ai prevede il collasso energetico dopo la Spagna

Tre fattori critici aumenteranno esponenzialmente il rischio nei prossimi anni
29 Maggio 2025
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Blackout Spagna (Ipa)
Blackout Spagna (Ipa)

Il blackout del 28 aprile 2025 che ha paralizzato Spagna, Portogallo e parte della Francia per oltre dieci ore ha riacceso i riflettori sulla vulnerabilità delle reti elettriche europee. Ma quando potrebbe verificarsi il prossimo grande blackout? L’intelligenza artificiale ha già una risposta.

“L’incidente più grave degli ultimi vent’anni”

Alle 12:33 del 28 aprile, 58 milioni di persone sono rimaste improvvisamente al buio. Il collasso della rete iberica, definito dall’Unione Europea “l’incidente più grave degli ultimi vent’anni”, ha mostrato quanto fragili siano le nostre infrastrutture energetiche. Due fluttuazioni consecutive nell’arco di cinque secondi hanno disconnesso il sistema spagnolo dal resto dell’Europa, innescando una reazione a catena devastante.

La causa? Una perdita di 15 gigawatt, pari al 60% della capacità produttiva, probabilmente legata all’instabilità della rete causata dagli squilibri tra domanda e offerta nelle fonti rinnovabili, anche se ancora non si hanno certezze su questo. Di sicuro, l’evento ha spinto riflettere esperti e governi sulla necessità di ripensare completamente la sicurezza energetica.

Cosa prevede l’intelligenza artificiale

I modelli predittivi basati su Ai stanno analizzando migliaia di variabili per identificare i pattern che potrebbero portare al prossimo blackout. Secondo le simulazioni più avanzate, tre fattori critici aumenteranno esponenzialmente il rischio nei prossimi anni:

L’instabilità delle rinnovabili: con il 60% dell’energia iberica proveniente da fonti non programmabili al momento del blackout, l’AI identifica nella crescente dipendenza da solare ed eolico il principale fattore di rischio. Le fluttuazioni improvvise di produzione, amplificate dai cambiamenti climatici, potrebbero generare oscillazioni fatali per reti sempre più interconnesse;

L’effetto domino digitale: i sistemi di controllo delle reti elettriche sono sempre più digitalizzati e interconnessi. L’Ai prevede che un singolo errore software o un attacco informatico mirato potrebbe propagarsi istantaneamente attraverso continenti interi, rendendo i blackout del futuro più estesi e duraturi di quello spagnolo;

Il sovraccarico estivo: i modelli climatici integrati con quelli energetici indicano l’estate 2026 come periodo ad altissimo rischio. L’aumento delle temperature e la crescente domanda di climatizzazione potrebbero creare stress insostenibili per reti già fragili.

I segnali premonitori da monitorare

L’intelligenza artificiale ha individuato specifici indicatori che precedono i grandi blackout. Le micro-interruzioni – brevi cali di tensione spesso ignorati – aumentano del 300% nelle settimane che precedono il collasso. Le anomalie di frequenza nella rete, anche di pochi millihertz, rappresentano campanelli d’allarme che i sistemi tradizionali faticano a interpretare ma che l’Ai riesce a decifrare (analogamente riesce a decifrare un tumore al seno con cinque anni di anticipo rispetto alle metodologie standard).

Particolarmente preoccupante è il fenomeno delle vibrazioni atmosferiche indotte, ipotizzato come possibile causa del blackout iberico. Questi eventi, causati da micro-perturbazioni atmosferiche, potrebbero diventare più frequenti con l’intensificarsi dei cambiamenti climatici.

Le previsioni più inquietanti       

Secondo i calcoli dell’Ai, la probabilità di un blackout continentale nei prossimi cinque anni è del 73%. Il periodo più critico? L’estate 2027, quando la combinazione di picchi di domanda, instabilità climatica e invecchiamento delle infrastrutture raggiungerà il punto di non ritorno.

L’Italia, nonostante sia rimasta immune al blackout spagnolo, presenta vulnerabilità specifiche. La dipendenza dalle importazioni energetiche e la concentrazione di infrastrutture critiche in aree sismiche rendono il nostro Paese particolarmente esposto a eventi a catena.

La corsa contro il tempo

Gli esperti del Centro de Investigación Energética di Madrid concordano sull’ineluttabilità della situazione: “Non è questione di se, ma di quando”, avvertono. L’Unione Europea ha già istituito commissioni d’inchiesta e gruppi di esperti per prevenire nuovi collassi, ma i tempi della burocrazia potrebbero non essere compatibili con l’urgenza della situazione.

L’intelligenza artificiale non si limita a prevedere, ma sta già suggerendo soluzioni quali sistemi di accumulo distribuiti, reti neurali per la gestione automatica dei carichi, protocolli di disconnessione intelligente. Tecnologie che potrebbero trasformare una catastrofe annunciata in un’opportunità di rinnovamento.

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