L’Amazzonia brucia per creare pascoli e preoccupa anche il Principe William

L’inquinamento in Amazzonia ha superato quello di San Paolo, Pechino o Londra: i dati Greenpeace International
6 Novembre 2025
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Il principe William pianta un albero in Amazzonia (Afp)
Il principe William pianta un albero in Amazzonia (Afp)

L’Amazzonia brucia per creare pascoli per gli allevamenti di bestiame e anche il futuro re del Regno Unito se ne è preoccupato. Il principe William, infatti, ha focalizzato l’attenzione mondiale sulla duplice crisi che affligge la regione forestale brasiliana attraverso una visita ufficiale che si è conclusa con l’annuncio di un’importante iniziativa per proteggere i “difensori indigeni della natura”, cioè coloro che vivono quel territorio che sta lentamente morendo.

A confermarlo è un nuovo studio di Greenpeace International (“Toxic Skies: how Agribusiness is chocking Amazon”), il quale ha rilevato che le persone che vivono nel cuore della foresta amazzonica stanno respirando aria contaminata da livelli di particolato tossico superiori a quelli registrati in grandi città come San Paolo, Pechino o Londra. La principale causa di questo inquinamento sono gli incendi appiccati intenzionalmente per liberare terreni forestali e destinarli al pascolo di bestiame.

Il principe William in Amazzonia (Afp)
Il principe William in Amazzonia (Afp)

La critica al crimine ambientale del Principe William

La trasferta del Principe in Brasile ha avuto posto l’accento sulla crisi ambientale. William ha tenuto un discorso a Rio de Janeiro in occasione del vertice di United for Wildlife, dove ha duramente criticato coloro che sono coinvolti nella deforestazione della foresta pluviale amazzonica. Ha evidenziato come l’Amazzonia, considerata un leader globale nella conservazione ambientale e nella biodiversità, abbia perso oltre 1,7 milioni di ettari di foresta nel solo anno precedente (2024), una distruzione ampiamente guidata da attività illecite.

Il crimine ambientale, secondo il Principe, alimenta la violenza e la corruzione, distorcendo le economie legali e compromettendo i mezzi di sussistenza di milioni di persone. Nonostante le sfide, William ha concluso con un messaggio ottimistico, affermando l’importanza di celebrare e sostenere, non solo a parole ma con azioni concrete, coloro che quotidianamente difendono la natura.

Durante la sua permanenza, il futuro re ha anche visitato Paquetá, una piccola isola brasiliana a un’ora di distanza da Rio de Janeiro. L’isola, che vieta la circolazione delle auto e vanta una ricca biodiversità, ha offerto un assaggio di vita tranquilla. A Paquetá, William ha incontrato residenti entusiasti e si è recato in barca nella Baia di Guanabara per vedere le mangrovie, un’area protetta in fase di ripiantumazione in seguito alla deforestazione. Durante questa visita, il Principe ha piantato personalmente nuovi alberi. Il sindaco di Paquetá ha sottolineato l’importanza della visita, dato che l’isola è “totalmente dedicata alla protezione ambientale”.

Il principe William all'evento United for Wildlife Forum in Rio de Janeiro (Afp)
Il principe William all’evento United for Wildlife Forum in Rio de Janeiro (Afp)

L’evento a Rio: United for Wildlife

Il cuore della visita è stato il quarto Vertice Globale annuale di United for Wildlife (UfW), inaugurato a Rio martedì 4 novembre 2025. L’evento, organizzato dal Principe di Galles, aveva lo scopo di catalizzare l’attenzione internazionale sull’aumento dei crimini ambientali e di promuovere soluzioni coordinate e l’azione globale, onorando coloro che sono in prima linea nella difesa della natura.

Durante l’evento, William ha evidenziato come l’Amazzonia stia affrontando una “duplice crisi”: la devastazione ambientale si accompagna a una violenza in escalation contro i protettori della natura. Le attività criminali, come l’estrazione illegale di oro, il disboscamento e l’accaparramento di terre, causano danni catastrofici alle terre ancestrali e ai mezzi di sussistenza delle comunità indigene. I popoli indigeni sono fondamentali per la conservazione dell’Amazzonia, dimostrando che la deforestazione nelle loro terre è inferiore fino all’83% rispetto alle aree non protette. Ciononostante, questi difensori affrontano intimidazioni e minacce alla vita quotidiana sempre maggiori; tra il 2023 e il 2024, sono stati registrati 393 casi di violenza contro gli indigeni brasiliani, con le comunità afro-discendenti colpite in modo sproporzionato.

I dati di Greenpeace sull’agribusiness

Il report di Greenpeace posiziona il Brasile tra i principali produttori ed esportatori di carne bovina al mondo. Il Paese rappresenta quasi un quarto del commercio globale e, nel 2024, ha generato ricavi record per 12,8 miliardi di dollari. Secondo i dati riportati dall’associazione ambientalista, le esportazioni di carne bovina brasiliana sono cresciute del 27% tra gennaio e dicembre 2024 (oltre 2,5 milioni di tonnellate) e nel primo semestre del 2025 sono aumentate di quasi il 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Non è un caso che i maggiori produttori e fornitori mondiali di carne abbiano sede in Brasile. Il modello di crescita “a tutti i costi” dell’agroindustria è connesso alla deforestazione: oltre il 90% delle aree deforestate viene trasformato in pascoli. I dati di questo rapporto confermano che l’espansione agricola in Amazzonia alimenta non solo la deforestazione, ma anche l’inquinamento atmosferico.

Il fumo, infatti, rappresenta un grave rischio sanitario per le comunità amazzoniche: anche brevi esposizioni possono aggravare malattie respiratorie e favorire patologie cardiovascolari, mentre quelle prolungate sono associate a tumori e ictus. Negli ultimi decenni, l’esposizione al fumo degli incendi è stata identificata come la principale causa di quasi 50.000 ricoveri l’anno in Brasile.

Il principe William all'United for Wildlife Forum in Rio de Janeiro (Afp)
Il principe William all’United for Wildlife Forum in Rio de Janeiro (Afp)

L’iniziativa per la protezione degli indigeni

In risposta a queste emergenze, il Principe William ha annunciato una partnership storica volta a rafforzare la protezione dei popoli indigeni in Amazzonia. Nel suo discorso, William ha dichiarato: “Non possiamo gestire le nostre foreste mentre i loro protettori vivono nella paura”. La nuova iniziativa è una collaborazione strategica che unisce il programma United for Wildlife della Royal Foundation, il Coordinamento delle Organizzazioni Indigene dell’Amazzonia Brasiliana, il Podáali Fund, Rainforest Foundation Norway e Re:wild. Il progetto mira specificamente a eliminare le barriere che ostacolano la sicurezza e la protezione dei leader indigeni in nove stati dell’Amazzonia brasiliana. Le priorità includono:

  1. Rafforzamento dei sistemi: potenziamento dei sistemi di gestione guidati dagli indigeni.
  2. Supporto Legale: espansione dell’accesso all’assistenza legale.
  3. Fondo di Emergenza: istituzione di un fondo di risposta di emergenza per aiutare gli individui a rischio a raggiungere la sicurezza attraverso evacuazioni, case sicure, aiuti umanitari e comunicazioni protette.

Inoltre, la partnership lavorerà per migliorare il monitoraggio delle minacce tramite una piattaforma dati condivisa e per sensibilizzare il pubblico globale sul ruolo cruciale e sui diritti dei popoli indigeni nella salvaguardia dell’Amazzonia. Il Principe concluderà la sua visita in Brasile con un discorso a Cop30, il vertice annuale delle Nazioni Unite sul clima, che si terrà a Belém: la prima volta per il reale ad un evento di tale portata politica.

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