Milano si prepara a inaugurare il Parco Pan (Parco Amphitheatrum Naturae), destinato a diventare il più grande parco archeologico urbano green d’Europa. Il progetto trasforma l’area dell’antico anfiteatro romano in un corridoio ecologico di oltre 100.000 metri quadrati che ricuce storia, natura e rigenerazione urbana nel quadrante sud-ovest della città. La fine dei lavori è prevista per maggio 2026 e l’attesa sta crescendo.
Un anfiteatro colossale cancellato dalla storia
Sembra strano associare la moderna Milano all’antichità, tanto più al Colosseo. Eppure, l’anfiteatro di Milano rappresentava il terzo edificio per dimensioni dell’Italia romana dopo il Colosseo e l’arena di Capua, con un’ellissi di 155 per 125 metri che poteva ospitare 20.000 spettatori.
Costruito nel I secolo d.C. fuori dalle mura romane, in prossimità dell’antica Porta Ticinese, l’imponente struttura ospitava duelli tra gladiatori, lotte tra uomini e animali feroci, pubbliche esecuzioni e persino battaglie navali. Nel V secolo l’edificio divenne una cava di materiali: i blocchi di pietra del muro di summa cavea furono reimpiegati per costruire la basilica di San Lorenzo, ancora oggi visibili nelle fondamenta. La struttura venne definitivamente distrutta nel 539 durante l’assedio di Milano da parte dei goti. L’anfiteatro milanese è scomparso dalla memoria collettiva fino al 1936.
La riscoperta del 1936
I primi resti della struttura erano emersi già nel 1931 durante lavori stradali in via Conca del Naviglio, ma fu l’archeologa Alda Levi a comprendere l’importanza di quei ritrovamenti e a identificarli come parte dell’antico anfiteatro nel 1936.
Le successive campagne di scavo vennero condotte tra il 1937 e il 1939, e poi ripresero negli anni Settanta. Furono necessari diversi decenni di indagini archeologiche per determinare l’esatta localizzazione dell’edificio e le sue dimensioni. L’Antiquarium che oggi conserva i reperti archeologici dell’anfiteatro è intitolato proprio ad Alda Levi, in memoria del suo fondamentale contributo alla riscoperta dell’anfiteatro.
Quando la natura ridisegna l’architettura antica
Il nuovo progetto firmato dall’architetto Attilio Stocchi, avviato nel 2019 su impulso della Soprintendente Antonella Ranaldi, restituisce alla città questa memoria attraverso elementi naturali: centinaia di piante topiarie (potate in modo da creare un ornamento) – bosso, mirto, ligustri e cipressi – disegneranno la forma dell’antica struttura al posto delle gradinate mancanti.
Ranaldi, in qualità di Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per Milano, ha avuto il ruolo istituzionale di ideare e promuovere il progetto nel 2019. In qualità di responsabile della tutela del patrimonio archeologico milanese, Ranaldi ha promosso l’idea di trasformare l’area dell’anfiteatro in un grande parco archeologico urbano green. “L’intento era quello di ricreare con elementi vegetali l’impronta delle architetture scomparse, integrando nella natura le strutture lasciate a vista”, ha spiegato la Soprintendente.
Pan non è solo l’acronimo di Parco Amphitheatrum Naturae, ma il nome attribuito al dio greco della natura, simbolo di vita che sostituisce la concezione dell’anfiteatro come luogo di morte. I visitatori potranno passeggiare lungo camminamenti perimetrali sopraelevati per ammirare le aree archeologiche sottostanti, illuminate da tralicci adornati con viti rampicanti.
Un percorso museale tra anfiteatro e basiliche
Il progetto si arricchisce di nuovi spazi museali grazie a un accordo tra Comune di Milano-Demanio e Soprintendenza. Il cuore del nuovo museo sarà al civico 17 di via Conca del Naviglio e ospiterà la collezione oggi esposta all’Antiquarium “Alda Levi” di via De Amicis 17, integrata dai numerosi ritrovamenti archeologici degli ultimi anni. Il museo includerà servizi di accoglienza, biglietteria e una caffetteria con affaccio sull’area archeologica, oltre a spazi per la conservazione di beni archeologici provenienti da scavi condotti nell’anfiteatro e in altri contesti cittadini.
L’ambizioso percorso storico collegherà le rovine di San Lorenzo e la basilica di Sant’Ambrogio, creando un itinerario archeologico unico nel capoluogo lombardo.
Investimenti e tempi di realizzazione
L’investimento complessivo ammonta a 6,6 milioni di euro, finanziati con fondi ministeriali ricevuti dalla Soprintendenza. I lavori hanno richiesto precauzioni speciali: le numerose evidenze archeologiche rinvenute durante il cantiere hanno rallentato l’intervento, facendo slittare l’inaugurazione dall’autunno 2025 a maggio 2026.
Il parco amplia l’attuale superficie dai 12.500 metri quadrati dell’area archeologica esistente a oltre 100.000 metri quadrati, integrando aree abbandonate che ospitavano lo storico vivaio milanese delle sorelle Riva. Grazie a questa espansione, il Pan sarà il parco archeologico urbano green più grande d’Europa.
L’intervento è sostenibile non solo perché mette al centro la vegetazione rispettando lo spazio della natura, ma perché riduce il disagio territoriale. I lavori del Pan, infatti, si inseriscono nel più ampio progetto “Conca De Amicis”, che mira a rigenerare un quartiere urbano oggi degradato e frammentato, creando un corridoio ecologico fondamentale per la biodiversità che collega il centro storico all’area dei Navigli.