Scarseggia la neve naturale in molte località di montagna, ma ciò non frena l’affluenza dei turisti e le piste sciistiche sono costrette a correre ai ripari. È il caso di Madonna di Campiglio, nota località montana delle Dolomiti, nella quale è in vigore, dal 28 dicembre, il cosiddetto “numero ideale”. Fino al 5 gennaio 2026, infatti, la località sciistica tra le più frequentate d’Italia, ha deciso di definire il numero massimo di skipass giornalieri tra i 14 e i 15 mila sciatori presenti in pista nella fascia oraria di punta che va dalle ore 11 alle ore 14.
L’introduzione del “numero ideale”, chiarisce il direttore di Funivie Madonna di Campiglio Bruno Felicetti, non comporterà alcun aumento del prezzo “rispetto al listino ufficiale della stagione 2025/2026”. La stessa limitazione si verificherà nel periodo di Carnevale, “dal 15 al 22 febbraio 2026”. E grazie al numero ideale “vivi al meglio lo scii anche in alta stagione. La qualità prima dei numeri”, si legge sul sito locale Skiarea. Un messaggio chiaro che invita alla sicurezza e che punta ad un’esperienza nel rispetto della montagna e di chi vive lo sciismo come una passione piuttosto che come un’attrazione turistica e basta. I rischi da evitare? Incidenti e overtourism.
Qualità batte quantità?
Il detto che la qualità sia migliore della quantità, in questo caso, è più vero che mai. La perdita economica si aggira intorno al mezzo milione di euro: un calo degli introiti che “non è proprio una cifra ridicola”, ha spiegato Felicetti ai media locali, “ma lo facciamo perché ovviamente a noi sta a cuore la qualità e la sicurezza dei nostri ospiti”. “È stato un gesto di responsabilità – specifica il manager -: abbiamo notato che nei giorni di picco, che sono Capodanno e Carnevale, la soddisfazione degli ospiti cala vistosamente. Quindi abbiamo scelto di darci un limite e di ridurre questi picchi nelle giornate di massima frequenza”,
“Una persona che vuole venire in uno di quei giorni là – continua Felicetti -, deve andare online e acquistare il biglietto come si fa allo stadio o quando si va a vedere un concerto importante. In questo modo è sicuro di avere il suo posto in pista e può cancellare lo skipass fino a 24 ore prima utilizzandolo per le prossime due stagioni. Abbiamo messo al centro la qualità della sciata, delle persone che sciano qui. Cercando di ridurre il rischio di incidenti e contrastare il fenomeno dell’overtourism o delle troppe presenze in pista riducendo il numero degli skipass giornalieri”, ha concluso il direttore.
Incidenti e overtourism si verificano ogni anno e compromettono seriamente spazi e ambienti sciistici, così come la salute e l’incolumità dei visitatori. In Italia, si verificano in media tra i 30 e i 50 mila incidenti sulle piste da sci ogni stagione. Circa il 5% richiede ricovero ospedaliero: dalle distorsioni alle fratture, sono i giovani sotto i 30 anni la fascia d’età di popolazione più colpita. Cadute accidentali, spesso collisioni per inesperienza e eccesso di affluenza, il rischio aumenta sulle piste rosse.
Infortuni sciistici e rischi dell’overtourism
Uno studio dell’ospedale di Bressanone ha valutato i dati relativi alla stagione 2023/2024. Ecco come si verificano gli infortuni sciistici e come evitarli:
- Gli sciatori più anziani e più esperti sono coloro che si infortunano più spesso e in modo più rilevante rispetto a quelli più giovani. Vengono trattati, mediamente, soprattutto per fratture ossee che necessitano di un’operazione.
- I più giovani e i meno pratici vanno incontro più spesso a lesioni dei legamenti. La maggior parte delle volte colpiscono le gambe, soprattutto le ginocchia, e riguardano circa un terzo degli infortunati.
- Quasi il 70% degli incidenti è dovuto ad errori nella tecnica sciistica.
- Le collisioni costituiscono il 13%, i salti o la stanchezza circa il 6%.
- La maggior parte delle cadute si verificano non sulle piste nere, ma su quelle rosse. Molti incidenti avvengono nelle prime due ore della giornata sciistica.
- Il meteo non incide quasi per niente perché la maggior parte degli episodi avviene con il sole.
“Lo studio mostra, nel complesso, che la maggior parte degli infortuni non hanno nulla a che fare con la pista o con il meteo – ha spiegato l’assessore alla prevenzione sanitaria e Salute Hubert Messner -. Chi conosce i propri limiti, fa pause a cadenza regolare e si prepara fisicamente per proteggersi al meglio”. Dello stesso parere, anche il primario Christian Schaller, direttore del Reparto di Ortopedia e Traumatologia all’ospedale di Bressanone: “Assistiamo spesso a infortuni evitabili che, con una buona preparazione, non sarebbero accaduti”.
L’importanza della preparazione in montagna
Lo studio, però, non mostra solo le dinamiche degli incidenti, ma anche l’importanza della preparazione. Una condizione fisica ottimale e forza e peso equilibrato ridurrebbero notevolmente il rischio, ha commenta Schaller. Riscaldare i muscoli e le articolazioni prima della discesa iniziale e una sosta al rifugio sono importanti, così come le pause. Chi riduce anche la velocità e pone attenzione al proprio corpo può godersi sicuramente in modo più consapevole le giornate sulle piste durante le ferie natalizie.