L’inquinamento fa morire, a Torino al via prima causa italiana

Reato contestato: inquinamento colposo
19 Giugno 2024
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Torino inquinamento
Torino assediata dallo smog (Fotogramma)

Al via il primo processo in Italia per inquinamento ambientale. Sul banco degli imputati, sette ex  amministratori comunali e regionali accusati di non aver adottato misure efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico, cosa che secondo i consulenti tecnici della Procura della Repubblica avrebbe causato oltre mille morti premature e numerosi ricoveri ospedalieri.

Ieri mattina si tenuta l’udienza pre-dibattimentale del processo, che vede contestare il reato di inquinamento ambientale colposo per il periodo che va dal 2015 al 2019. Nello specifico, per non aver adottato misure efficaci per evitare il continuo sforamento dei limiti di concentrazione degli inquinanti nell’aria stabiliti dalla legge.

Si tratta di un processo storico per l’Italia in quanto è il primo per questo tipo di reato, introdotto nel 2015 come parte di un pacchetto più ampio di nuove violazioni contro l’ambiente.

L’esposto del 2017: i danni dell’inquinamento erano noti

Tutto parte nel 2017 da un esposto presentato da Roberto Mezzalama, presidente del comitato Torino Respira, contro gli ex sindaci torinesi Chiara Appendino e Piero Fassino e contro l’ex presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. Coinvolti anche gli assessori Alberto Unia, Stefania Giannuzzi, Enzo Lavolta, Matteo Marnati e Alberto Valmaggia.

Di fondo, afferma Mezzalana in un video in cui spiega le ragioni dell’esposto, si sapeva già che l’inquinamento fa morire – oltre a creare problemi di salute molteplici come allergie, asma, malattie respiratorie e secondo studi recenti anche l’Alzheimer: “Le informazioni sull’inquinamento e i suoi effetti mortali erano già disponibili sui siti del Comune e della Regione. Nonostante questo, le azioni intraprese dagli amministratori non sono mai state all’altezza della situazione e, anzi, si è utilizzata l’oggettiva difficoltà geografica di Torino come scusa”.

In sostanza, i rischi si conoscevano e si conoscono, e l’indifferenza, l’inazione di chi dovrebbe decidere e avrebbe il potere di farlo, vanno sanzionate, secondo Mezzalana.

Nel dibattimento sono state presentate anche delle carte relative alle procedure di infrazione aperte contro l’Italia dalla Commissione europea in materia di qualità dell’aria. Inoltre sono stati ammessi alla costituzione come parte civile Torino Respira, Isde e Greenpeace, richiesta respinta invece per sette cittadini e per i rappresentanti di Giustizia climatica Ora.

Il giudice, Roberto Ruscello, ha chiesto ai pm un ritocco del capo di imputazione con riferimento ai danni per la salute dei cittadini e ha aggiornato l’udienza pre-dibattimentale al 4 luglio.

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