Gli italiani non rinunciano all’auto. Lo dimostra l’affollamento di macchine che vediamo nelle città, ma soprattutto lo certificano i dati Istat: nel 2023, l’Italia ha il più alto tasso di motorizzazione dell’Unione europea, con 694 autovetture registrate ogni 1.000 abitanti contro una media Ue di 571. E non è solo una questione di numeri assoluti, ma anche di crescita. Invece di diminuire, il numero di veicoli sta infatti aumentando, e più della media europea: dal 2018 il Bel Paese vede incrementare i veicoli dell’1,3% l’anno, contro lo 0,7% della Germania, lo 0,4% della Spagna e lo 0,3% della Francia.
Il Report Istat sulle città sulla mobilità è abbastanza impietoso. Gli sforzi per ridurre il parco macchine, se mai ne abbiamo fatti, stanno evidentemente fallendo. Nonostante negli ultimi anni siano aumentate le ciclabili e in molte città siano state ristrette le carreggiate e adottati sistemi per scoraggiare l’uso dell’auto, al cittadino italiano serve ben altro per convertirsi a un diverso tipo di mobilità.
Meno auto dove il trasporto pubblico funziona
Ma non è solo questione di passione o di pigrizia, molto spesso la macchina è una necessità. Uno dei problemi principali correlato all’abbandono dell’auto infatti è – ovviamente – il trasporto pubblico, una nota dolente in moltissime città e aree del Paese. Eppure, si tratta di un ambito in cui è fondamentale investire: i dati Istat dimostrano che i tassi di motorizzazione tendono a essere più bassi nelle città con un’offerta di mobilità pubblica più abbondante: nei capoluoghi metropolitani rispetto ai capoluoghi di provincia (6.812 posti-km per abitante contro 2.343 nel 2022) e nei capoluoghi del Nord (6.085 posti-km/ab.) rispetto a quelli del Centro (5.407) e del Mezzogiorno (1.972).
Il Mezzogiorno è l’area più congestionata
Il Report mostra poi una diffusione variegata della distribuzione dei veicoli: nelle città, dove la popolazione è più concentrata, i tassi di motorizzazione sono mediamente più bassi (646 autovetture/1.000 ab. nell’insieme dei comuni capoluogo), con forti differenze, tuttavia, sia fra città grandi e medio-piccole (609 nei capoluoghi di città metropolitana, 687 nei capoluoghi di provincia), sia fra le ripartizioni geografiche (612 nei capoluoghi del Nord, 660 in quelli del Centro e 683 in quelli del Mezzogiorno), prosegue l’Istat.
Nel dettaglio, tra i comuni capoluogo, il tasso di motorizzazione minore lo registra Venezia (457 autovetture/1.000 ab.), mentre il massimo lo tocca Frosinone (841). Altre città con oltre 800 autovetture/1.000 ab. sono L’Aquila, Isernia, Potenza, Vibo Valentia, Agrigento, Catania e Nuoro, mentre i centri con meno di 600 autovetture/1.000 ab. sono – oltre la già citata Venezia – Genova, La Spezia, Milano, Trieste, Bologna, Firenze, Bari e Barletta.
Dato interessante – e non incoraggiante – è che tutti i comuni capoluogo, tranne Aosta e Gorizia, presentano valori superiori rispetto all’anno precedente: gli incrementi più significativi (oltre +3%) si rilevano a Torino, Cuneo, Bolzano/Bozen, Pistoia e Salerno.
Nel 2023, inoltre, tutti i capoluoghi metropolitani registrano tassi di motorizzazione superiori a quelli del 2015 (base delle attuali serie storiche), compresi quelli che negli ultimi anni avevano segnato una flessione di questo indicatore (Torino dal 2018 al 2021, Genova e Firenze nel 2020, Milano nel 2018-2019, Venezia nel 2019, Roma nel 2018 e Bari nel 2020-2021).
Non si è verificata, pertanto, spiega l’Istat, quella stabilizzazione del tasso di motorizzazione che queste prime battute d’arresto sembravano preannunciare, sulla scorta di dinamiche analoghe osservate in altri Paesi, come Francia e Spagna. Tra le grandi città, gli incrementi più significativi (oltre l’1% annuo dal 2015) si rilevano nel Mezzogiorno: a Napoli, Reggio di Calabria, Palermo, Messina e Catania.
Ancora in aumento i veicoli a combustibili fossili
E i problemi non finiscono qui. Secondo il Report Istat, i veicoli a benzina, gasolio e gas in Italia ancora rappresentano più del 95% del parco veicolare, anche se l’ascesa dei veicoli elettrici e ibridi ne ha rallentato la crescita negli ultimi anni.
A livello nazionale, nel 2023 si contano 0,878 veicoli a combustibili fossili per abitante, in lieve aumento rispetto all’anno precedente (0,873). Nell’insieme dei comuni capoluogo, tuttavia, questo indicatore presenta un valore più basso (0,823), e uno ancora inferiore nel sottoinsieme dei capoluoghi metropolitani (0,782), entrambi sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente. Tra le grandi città, i valori più bassi (<0,7) si osservano a Milano e Venezia; i più alti (>0,9) a Messina e Catania.
Sono ancora soprattutto le auto a benzina le più diffuse nel 2023 lungo lo Stivale, con il 47,4% nell’insieme dei comuni capoluogo, anche se la loro quota si va riducendo, in media, di 0,8 punti l’anno dal 2015. Il declino è ancora più lento per la quota delle autovetture a gasolio (35,2%), in calo di 0,3 punti l’anno dal 2015. La percentuale di auto a gasolio, tuttavia, rimane sensibilmente più alta nei capoluoghi del Mezzogiorno (41,7%, contro 31,4% del Nord e 33,8% del Centro) e nelle città medio-piccole (38,9% nei capoluoghi di provincia, contro 31,4% dei capoluoghi metropolitani).
E le auto a basse emissioni?
Per quanto riguarda le autovetture a basse emissioni, queste nel 2023 rappresentano il 17,4% del totale nei comuni capoluogo, in aumento di circa 2 punti in più rispetto al 2022 e di oltre il doppio in confronto al 2015. Anche in questo caso si osserva una distanza importante tra le città del Mezzogiorno (12,5%) e quelle del Centro (19,3%) e del Nord (19,8%), ma non tra capoluoghi metropolitani e capoluoghi di provincia (17,6 e 17,3%).
La diffusione delle auto a basse emissioni ha avuto un’accelerazione a partire dal 2019, grazie soprattutto al contributo delle ibride, ma la componente più numerosa di questo segmento è ancora quella delle auto a gas e bi-fuel (9,9%), appartenenti alla categoria dei veicoli a combustibili fossili.
Le autovetture ibride rappresentano invece, nel 2023, il 6,9% del totale nei comuni capoluogo (superando il 10% solo a Varese, Milano e Bologna) e le elettriche appena lo 0,6% (superando l’1% solo a Milano, Bergamo, Brescia, Bolzano/Bozen e Trento). La quota complessiva di autovetture a basse emissioni supera il 25% in 11 città del Centro-nord, tra cui Bologna, e raggiunge il massimo a Macerata (28,8%).