L’inquinamento atmosferico rappresenta una delle più gravi minacce alla salute umana, con un impatto devastante che richiede azioni immediate. Il recente report dello State of Global Air (SoGA), pubblicato dall’Health Effects Institute (HEI) in collaborazione con Unicef, rivela che l’inquinamento dell’aria è stato responsabile nel 2021 di 8,1 milioni di morti a livello globale, sottolineando la necessità di interventi urgenti per mitigare questo rischio.
Questo studio non solo evidenzia il numero impressionante di decessi, ma anche il peso delle malattie croniche legate all’inquinamento che continuano a gravare sui sistemi sanitari, economici e sociali di tutto il mondo.
Le cause delle morti attribuibili all’inquinamento atmosferico
Il rapporto evidenzia che le malattie non trasmissibili, tra cui malattie cardiache, ictus, diabete, cancro ai polmoni e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), rappresentano quasi il 90% del carico di malattia derivante dall’inquinamento atmosferico. Il report scompone gli 8,1 milioni di morti a livello globale dovuti all’inquinamento atmosferico in tre categorie principali:
- PM2.5 ambientale;
- inquinamento domestico;
- ozono.
Il 58% delle morti è stato causato dall’esposizione a PM2.5 ambientale, particelle minuscole che possono penetrare nei polmoni e nel flusso sanguigno, provocando malattie cardiache, ictus, cancro ai polmoni e altre condizioni respiratorie. Il 38% delle morti è stato attribuito all’inquinamento dell’aria domestica, prevalentemente dovuto all’uso di combustibili solidi come legna e carbone per cucinare e riscaldare, specialmente in regioni a basso reddito. Il 6% delle morti è stato causato dall’esposizione all’ozono troposferico, un inquinante secondario formato da reazioni chimiche tra ossidi di azoto (NOx) e composti organici volatili (VOC) alla luce del sole.
Impatti sui bambini
Questo studio, realizzato per la prima volta insieme a Unicef, mette in risalto l’impatto sproporzionato dell’inquinamento atmosferico sui bambini. Nel 2021, oltre 700mila bambini sotto i cinque anni sono morti a causa di malattie legate all’inquinamento dell’aria, rappresentando il 15% di tutte le morti in questa fascia d’età. Queste morti sono principalmente dovute a infezioni respiratorie acute, come la polmonite, e complicazioni durante la nascita come peso basso alla nascita e nascita pretermine.
L’inquinamento atmosferico ha effetti devastanti sullo sviluppo dei bambini, che sono particolarmente vulnerabili a causa del loro sistema immunitario e respiratorio ancora in fase di sviluppo. L’esposizione al particolato fine (PM2.5) e ad altri inquinanti può compromettere la crescita polmonare, ridurre la funzione polmonare e aumentare il rischio di sviluppare asma e altre malattie respiratorie croniche. Inoltre, gli inquinanti atmosferici possono attraversare la barriera placentare, esponendo i feti agli effetti nocivi durante le fasi critiche dello sviluppo intrauterino, il che può portare a complicazioni come la nascita pretermine e il basso peso alla nascita.
Le disuguaglianze globali aggravano ulteriormente il problema. La maggior parte dei decessi infantili legati all’inquinamento si verifica in paesi a basso e medio reddito, dove le risorse per affrontare l’inquinamento sono limitate. I paesi più colpiti includono l’India (169.400 morti), la Nigeria (114.100), il Pakistan (68.100), l’Etiopia (31.100) e il Bangladesh (19.100), dove l’inquinamento domestico derivante dall’uso di combustibili solidi per cucinare e riscaldare è una delle principali cause di esposizione ai fumi tossici. Questi paesi vedono una concentrazione maggiore di decessi infantili dovuti a condizioni ambientali avverse.
L’impatto dell’inquinamento atmosferico sui bambini non si limita alle morti immediate. Le conseguenze a lungo termine comprendono ritardi nello sviluppo cognitivo, problemi di apprendimento e una qualità della vita significativamente ridotta. I bambini esposti a livelli elevati di inquinamento sono anche più suscettibili a malattie croniche che possono persistere nell’età adulta, creando un ciclo di povertà e malattia che è difficile da spezzare.
Kitty van der Heijden, vice direttore esecutivo di Unicef, ha sottolineato l’urgente necessità di agire: “Nonostante i progressi nella salute materno-infantile, ogni giorno quasi 2000 bambini sotto i cinque anni muoiono a causa degli impatti sulla salute legati all’inquinamento atmosferico. La nostra inazione sta avendo effetti profondi sulla prossima generazione, con impatti duraturi sulla salute e sul benessere. L’urgenza globale è innegabile. È imperativo che governi e imprese prendano in considerazione queste stime e i dati localmente disponibili e li utilizzino per informare azioni significative, mirate ai bambini, per ridurre l’inquinamento atmosferico e proteggere la salute dei bambini”.
Inquinamento dell’aria e malattie non trasmissibili negli adulti
Negli adulti, l’inquinamento atmosferico è la seconda causa principale di morte, subito dopo l’ipertensione. Le malattie non trasmissibili come malattie cardiache, ictus, diabete, cancro ai polmoni e COPD rappresentano quasi il 90% del carico di malattie derivanti dall’inquinamento dell’aria.
Questo impatto devastante è evidente in tutto il mondo, con particolare gravità nelle popolazioni più vulnerabili e nei paesi meno sviluppati. Il dottor Pallavi Pant, capo della salute globale di HEI, ha affermato: “Questo nuovo report offre un promemoria crudo degli impatti significativi che l’inquinamento atmosferico ha sulla salute umana, con una gran parte del carico sopportato da bambini piccoli, popolazioni anziane e paesi a basso e medio reddito”.
L’inquinamento atmosferico agisce come catalizzatore per l’aggravamento delle malattie croniche esistenti e l’insorgenza di nuove patologie, creando un ciclo di salute compromessa e costi sanitari elevati. L’esposizione cronica a particolato fine, ozono e altri inquinanti atmosferici è stata correlata a un aumento significativo del rischio di sviluppare e aggravare condizioni come l’asma, le malattie polmonari croniche, e i disturbi cardiovascolari. Questo scenario pone una sfida urgente per gli stati e le autorità sanitarie globali, che devono adottare politiche efficaci per migliorare la qualità dell’aria e proteggere la salute pubblica.
Disparità globali e opportunità di intervento
Le disparità nell’impatto dell’inquinamento atmosferico sono evidenti a livello globale. I paesi a basso e medio reddito, in particolare in Asia meridionale e Africa, sopportano il peso maggiore di queste morti. Tuttavia, ci sono segnali di progresso: dal 2000, le morti legate all’inquinamento domestico sono diminuite del 36%, grazie agli sforzi per migliorare l’accesso a fonti di energia più pulite. Il riscaldamento globale sta peggiorando l’inquinamento atmosferico, con temperature più elevate che aumentano la formazione di ozono e PM2.5. Questo sottolinea la necessità di azioni integrate che migliorino la qualità dell’aria e riducano le emissioni di gas serra.
Il rapporto conclude che, nonostante le sfide, ci sono opportunità significative per migliorare la qualità dell’aria e la salute pubblica globale. È fondamentale che i governi e le imprese utilizzino i dati disponibili per sviluppare politiche efficaci e azioni mirate a ridurre l’inquinamento atmosferico, proteggendo così la salute delle popolazioni più vulnerabili.
Dr. Elena Craft, Presidente di HEI, ha dichiarato: “Speriamo che il nostro rapporto State of Global Air fornisca sia l’informazione che l’ispirazione per il cambiamento. L’inquinamento atmosferico ha enormi implicazioni per la salute. Sappiamo che migliorare la qualità dell’aria e la salute pubblica globale è pratico e realizzabile. È essenziale un impegno globale per affrontare queste sfide, con azioni concrete volte a ridurre le fonti di inquinamento e a proteggere le comunità più colpite.”
Questo approccio integrato potrebbe non solo migliorare la qualità della vita delle persone ma anche contribuire a mitigare i cambiamenti climatici, creando un futuro più sano e sostenibile per tutti.