Clima, “Non siamo in pericolo, siamo il pericolo”: Guterres chiede azioni urgenti

Tra le proposte, il segretario generale Onu chiede la tassa sugli extraprofitti delle compagnie fossili
10 Giugno 2024
3 minuti di lettura
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Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres

“Non siamo in pericolo, siamo il pericolo”, firmato António Guterres. Così il segretario generale dell’Onu ha lanciato l’ennesimo appello sul clima, durante l’evento “A Moment of Truth: Special Address on Climate” presso il Museo Americano di Storia Naturale di New York di mercoledì 5 giugno, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente 2024.

Guterres parte da un dato oggettivo, riportato da Copernicus Climate Change Service della Commissione Europea: maggio 2024 è stato il mese di maggio più caldo mai registrato, portando a 12 i mesi consecutivi con questo triste record.

Durante il suo discorso, Guterres ha fatto una potente analogia: “Come l’asteroide che ha spazzato via i dinosauri, stiamo avendo un impatto sproporzionato. Ma in questo caso, noi non siamo i dinosauri. Siamo l’asteroide. Non solo siamo in pericolo. Siamo noi il pericolo”.

Un discorso contrario alla narrazione per cui l’essere umano è indispensabile per la salute dell’ambiente, come sostenuto, tra gli altri, due mesi fa dalla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella durante l’evento ‘Per un’Europa più giovane: transizione demografica, ambiente, futuro’. In quella occasione Roccella aveva spiegato che “Ecologia deriva dalla parola ‘oikòs’ che in greco significa ‘casa’. Ecologia significa prendersi cura della casa dove l’uomo vive e opera. È la cura dell’uomo che preserva il territorio dall’incuria dall’abbandono”.

Tra la decrescita felice e quella infelice emerge una via di mezzo dalle parole di Gutteres, secondo noi esseri umani “Possiamo anche essere la soluzione” della crisi ambientale.

Le temperature e gli eventi estremi

Il segretario Guterres ha evidenziato che la World Meteorological Organization prevede un’80% di probabilità che la temperatura media globale annuale superi il limite di 1,5 gradi Celsius in almeno uno dei prossimi cinque anni. Nel 2015, questa possibilità era prossima allo zero, ma già l’anno scorso abbiamo registrato +2°C rispetto al periodo preindustriale per la prima volta nella storia.

Mentre il mondo si prepara per importanti incontri sul clima, come i colloqui di Bonn, i vertici del G7 e del G20, e la COP29, Guterres ha sottolineato l’urgenza di adottare “massima ambizione, massima accelerazione, massima cooperazione: in una parola, massima azione.”
Spesso la paura di perdere redditività frena la transizione green, anche se diversi studi dimostrano come senza una inversione di rotta ci saranno danni umani enormi, e l’economia verrà travolta dalle alluvioni e dagli altri eventi climatici estremi insieme alle abitazioni.

Sul punto, il segretario generale delle Nazioni Unite ha inoltre ricordato che anche se le emissioni raggiungessero lo zero domani, il caos climatico costerà comunque almeno 38 trilioni di dollari all’anno entro il 2050.

Le azioni immediate proposte da Guterres

Guterres ha criticato duramente l’industria dei combustibili fossili, definendola “i padrini del caos climatico,” che continuano a generare profitti record grazie ai sussidi finanziati dai contribuenti. Non a caso, tra le proposte del segretario Onu c’è quella di tassare gli extraprofitti delle compagnie dei combustibili fossili. Con questo termine ci si riferisce a quelle rendite che se ridotte mediante tassazione non intaccano il normale rendimento dell’attività economica e il livello razionale degli investimenti. Per rendere concreta questa possibilità è fondamentale “fissare il prezzo del carbonio”.

D’altra parte, non si può aspettare che l’impegno ambientale dia i suoi frutti, ma occorre proteggere sin da subito le persone più esposte al cambiamento climatico, che spesso sono quelle che ne sono meno responsabili e vivono in zone molto povere.
“Il cambiamento climatico è la madre di tutte le tasse nascoste pagate dalla gente comune e dai paesi e dalle comunità vulnerabili”, ha detto il segretario. Guterres ha quindi esortato a intraprendere “azioni urgenti” nei prossimi 18 mesi per ridurre le emissioni, proteggere le persone e la natura dagli estremi climatici e incentivare i finanziamenti per il clima.

La riforma del sistema finanziario

“I flussi finanziari ineguali odierni ci stanno mandando verso il disastro. Il sistema finanziario globale deve essere parte della soluzione climatica. I rimborsi del debito allettanti stanno prosciugando i fondi per l’azione climatica. I costi di capitale a livello di estorsione stanno rendendo le energie rinnovabili praticamente fuori dalla portata della maggior parte delle economie emergenti e in via di sviluppo”, ha continuato Guterres.

C’è poi un discorso molto semplice per quanto impattante: il clima è uno, a prescindere da dove ci si trovi. Questa realtà viene spesso utilizzata dagli europei scettici sulla necessità della transizione green mentre in altre parti del mondo le emissioni continuano ad aumentare. Vale la pena ricordare che negli ultimi anni sia le emissioni europee che quelle americane sono diminuite. Se l’Europa resta il continente che si surriscalda di più è anche per ragioni “naturali” e non antropologiche (puoi approfondire qui le cause qui).

Discorso diverso per i Paesi in via di sviluppo che finora incidono e hanno inciso meno sul cambiamento climatico: “Nonostante il boom delle energie rinnovabili degli ultimi anni – spiega il segretario generale delle Nazioni Unite degli ultimi anni – gli investimenti in energia pulita nelle economie in via di sviluppo ed emergenti al di fuori della Cina sono rimasti agli stessi livelli dal 2015. […] In breve, abbiamo bisogno di una massiccia espansione di finanziamenti pubblici e privati ​​a prezzi accessibili per alimentare nuovi ambiziosi piani climatici e fornire energia pulita e conveniente per tutti”.
Dalla finanza passa gran parte della rivoluzione green, secondo Guterres che ha esortato le istituzioni finanziarie a “smettere di finanziare la distruzione dei combustibili fossili e a iniziare a investire in una rivoluzione globale delle energie rinnovabili”.

Il segretario generale Onu ha quindi dato appuntamento al Summit of the Future di settembre per promuovere la riforma dell’architettura finanziaria internazionale e l’azione sul debito.

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