Il mese di gennaio si avvicina al suo termine e, con esso, arriva l’atteso periodo dei giorni della merla. Ogni anno, il 29, 30 e 31 gennaio, l’Italia si prepara a vivere quelli che sono tradizionalmente considerati i giorni più freddi dell’inverno. Ma se un tempo i giorni della merla si celebravano come il punto più freddo dell’anno, oggi siamo chiamati a riflettere su cosa significa vivere in un mondo dove, sempre più frequentemente, le temperature non scendono sotto lo zero, ma si mantengono tiepide, in linea con i trend del riscaldamento globale.
I Giorni della Merla tra leggenda e tradizione
Secondo la tradizione popolare, i giorni della merla sono legati a una leggenda che affonda le radici nella cultura contadina. Si narra che, un tempo, i merli fossero uccelli completamente bianchi. Durante l’inverno, questi si rifugiavano nei loro nidi per proteggersi dal freddo. La storia vuole che, il 28 gennaio, con la fine dell’inverno che sembrava ormai alle porte, i merli, felici e pieni di cibo, si lasciassero andare a una piccola festa all’aperto. Ma l’inverno, furioso per la loro allegria, scatenò una tempesta gelida che ricoprì la terra di neve e ghiaccio. I merli, per sfuggire al gelo, cercarono rifugio nei camini delle case. Lì, il calore del fuoco li salvò, ma la fuliggine li annerì permanentemente, trasformandoli nei merli neri che conosciamo oggi.
Questa leggenda non è solo un racconto popolare, ma una testimonianza del freddo pungente che caratterizzava i giorni finali di gennaio, periodo in cui l’aria artica giungeva a portare con sé ondate di gelo. E, come vuole la tradizione, se i giorni della merla sono particolarmente freddi, si ritiene che la primavera arriverà puntuale e rigogliosa. Se invece il freddo scarseggia, la stagione primaverile sarà più lunga ad arrivare.
Freddo e cambiamenti climatici
Ma i giorni della merla non sono solo frutto di tradizioni e leggende. La fine di gennaio, infatti, è davvero uno dei periodi più freddi dell’anno, almeno stando alla statistica climatica storica. Ma come possiamo comprendere i cambiamenti che si stanno verificando nel nostro clima? Ecco che entra in gioco l’indicatore “Giorni con gelo” dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Questo indicatore misura il numero di giorni in cui la temperatura minima dell’aria scende sotto i 0°C, un parametro fondamentale per comprendere l’intensità del freddo in Italia.
Analizzando i dati più recenti, emerge che nel 2023 l’Italia ha registrato circa 10 giorni in meno con gelate rispetto alla media del trentennio 1991-2021, un dato che fa riflettere. Infatti, come sottolineato dai ricercatori dell’Ispra, questo calo rappresenta un segnale inequivocabile del riscaldamento globale che sta influenzando il nostro clima.
Nel 2023, i giorni con gelo sono risultati tra i più bassi dell’intera serie storica, un fenomeno che non è isolato: negli ultimi dieci anni, ad eccezione del 2017, i giorni di freddo intenso sono stati inferiori alla norma. Questo dato, sebbene non sorprendente, è tutt’altro che rassicurante: la riduzione dei giorni con gelo non è solo un fenomeno legato al meteo immediato, ma una vera e propria spia dei cambiamenti climatici in corso.
Implicazioni per agricoltura, ecosistemi e salute
Il riscaldamento globale ha impatti tangibili su numerosi settori, dal mondo agricolo alla salute pubblica. Meno giorni con gelo significano incertezze per le colture che dipendono dal freddo per determinare i cicli vegetativi. Ma non è solo l’agricoltura a risentire di questo cambiamento: gli ecosistemi naturali, che sono adattati a un inverno rigido, potrebbero essere messi a dura prova. Inoltre, l’assenza di gelate potrebbe anche influenzare la salute umana, aumentando il rischio di malattie legate al caldo e alla mancanza di un contrasto stagionale salutare.
La valutazione dei giorni con gelo diventa, quindi, una componente cruciale per monitorare e comprendere l’evoluzione del nostro clima. I dati raccolti dall’Ispra non solo ci permettono di tracciare un quadro della situazione attuale, ma anche di anticipare possibili scenari futuri.
Le previsioni per i Giorni della Merla 2025
E mentre il riscaldamento globale continua a fare sentire i suoi effetti, le previsioni meteo per la fine di gennaio 2025 vedono un ritorno del maltempo sull’Italia proprio nei giorni della merla, secondo iLMeteo.it. Il 29, 30 e 31 gennaio, tradizionalmente segnati dal gelo, saranno invece influenzati da un’ondata di maltempo che porterà piogge intense e neve, con un drastico cambiamento delle condizioni climatiche rispetto a quanto ci si aspetterebbe da questo periodo. Un ciclone in arrivo dal Nord Atlantico minaccerà l’Italia tra lunedì 27 gennaio e mercoledì 29, con un peggioramento delle condizioni meteo in particolare al Nord. Le zone più a rischio di nubifragi saranno la Liguria e il Nord-est, dove sono attese precipitazioni intense con accumuli fino a 200-300 mm di pioggia in poche ore. La neve tornerà anche sulle Alpi, con fiocchi che potrebbero scendere fino a 500-600 metri di quota.
Nonostante la pioggia e la neve, le temperature si manterranno relativamente miti per essere la fine di gennaio, grazie ai venti umidi meridionali provenienti dal vortice atmosferico. Soltanto nella seconda parte della settimana (30-31 gennaio) si prevede un parziale miglioramento, con spazi più soleggiati e un lieve innalzamento delle temperature.
Sarà interessante vedere come, anche quest’anno, i giorni della merla saranno influenzati da un clima che si discosta sempre di più dalle tradizioni: un freddo che tarda ad arrivare, ma con fenomeni meteo che raccontano una storia ben diversa.