Tremiti, fiorisce la Posidonia: un segnale forte per la salute del mare

Nel giorno della Giornata del Mare, un evento raro viene documentato sott’acqua: la pianta simbolo del Mediterraneo è tornata a fiorire
11 Aprile 2025
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Posidonia Oceanica
Posidonia oceanica

Le Isole Tremiti non sono un luogo qualsiasi. Chi ci è stato sa che l’azzurro delle sue acque sfida ogni scala cromatica, che i suoi fondali raccontano storie millenarie e che il silenzio che li avvolge sott’acqua è più eloquente di mille parole. Eppure, proprio oggi – 11 aprile, Giornata Nazionale del Mare – queste isole lanciano un messaggio che va oltre la bellezza da cartolina. È un messaggio biologico, ecologico, perfino politico: la Posidonia oceanica è in fiore.

Può sembrare poco, può sembrare strano. Invece è un evento rarissimo. La Posidonia oceanica, che forma le grandi praterie sommerse dei nostri mari, è una pianta a crescita lenta, endemica del Mediterraneo, essenziale per la salute dell’ecosistema marino. Fiorisce in modo sporadico, in condizioni ottimali, ed è quindi un bio-indicatore potente. Il fatto che abbia deciso di sbocciare proprio qui, sui fondali delle Tremiti, vuol dire una cosa precisa: il mare, almeno in questo tratto di Adriatico, sta respirando.

Lo hanno scoperto durante un’immersione gli esperti del Laboratorio Ma.Re., Adelmo Sorci e Michele Tancredi, impegnati in un corso di monitoraggio ambientale. La loro gioia è comprensibile: da anni il loro lavoro è volto alla protezione delle praterie sottomarine, e vederle fiorire è la prova che il mare può ringraziarci. Ma è anche un richiamo all’urgenza: se vogliamo che il blu continui a splendere, dobbiamo difenderlo dalle mille pressioni che ogni estate lo minacciano, dall’ancoraggio selvaggio al turismo non sostenibile.

La magia della Posidonia in fiore

Immaginate una pianta marina che abita il Mediterraneo da milioni di anni. Non un’alga, attenzione, ma una vera pianta, con radici, fusti, foglie, fiori. Si chiama Posidonia oceanica ed è il cuore verde (o meglio, blu-verde) del nostro mare. La sua fioritura è un piccolo miracolo ecologico: accade di rado, solo quando l’ecosistema è in equilibrio, e rappresenta un momento chiave nel ciclo biologico della pianta. Come tutte le fanerogame, la Posidonia produce fiori e semi, ma per vederli bisogna avere fortuna – e soprattutto acque pulite, fondali stabili, correnti non troppo forti.

Proprio per questo, la notizia che alle Isole Tremiti sono stati avvistati esemplari in fioritura ha fatto vibrare l’anima di biologi marini e ambientalisti. “È un fenomeno a dir poco eccezionale”, spiegano dal gruppo di ricerca del Laboratorio Ma.Re., “che da moltissimi anni non si verificava”. I fiori della Posidonia non sono vistosi: spighe modeste, spesso nascoste tra le foglie. Ma custodiscono il segreto della riproduzione sessuata della pianta, un processo che arricchisce la diversità genetica delle praterie e rafforza la loro resilienza contro i cambiamenti ambientali.

Ogni frutto prodotto può galleggiare, lasciarsi trasportare dalle correnti, e colonizzare nuovi fondali. In un’epoca di crisi climatica e perdita di habitat, la fioritura è un segnale fortissimo. È come se il mare ci dicesse: “sto ancora lottando”. E lo fa alle Tremiti, isole da sempre simbolo di resistenza e isolamento, ma anche di rinascita e custodia della biodiversità.

Un ecosistema da difendere

Ma la storia non è tutta rosa e fiori, nemmeno quando si parla di fioriture sottomarine. La Posidonia, che oggi ci regala un sorriso azzurro, è anche una delle prime vittime delle nostre disattenzioni. Da decenni, le praterie sottomarine dell’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti sono in regressione. Colpa dell’ancoraggio selvaggio, soprattutto nei mesi estivi, quando le barche gettano le ancore con nonchalance sulle piante marine, strappandole dal fondo come se fossero erbacce. Ma anche colpa dei cambiamenti climatici: l’aumento delle temperature, l’acidificazione delle acque, le mareggiate sempre più intense alterano l’equilibrio dei fondali.

Eppure, è proprio qui che serve una svolta. Perché le praterie di Posidonia non sono solo un rifugio per centinaia di specie marine. Sono anche un’infrastruttura naturale essenziale per la nostra sopravvivenza: proteggono le spiagge dall’erosione costiera, rallentano le correnti, migliorano la qualità dell’acqua, ma soprattutto assorbono Co₂. Con una capacità di fissazione del carbonio paragonabile – se non superiore – a quella delle foreste terrestri, queste piante sono alleate preziose nella lotta contro il riscaldamento globale.

Per questo la Direttiva Habitat dell’Unione Europea le considera “habitat prioritari”. Ma le leggi, da sole, non bastano. Servono campagne di sensibilizzazione, fondi per il monitoraggio, e un turismo più consapevole

Quando il blu diventa identità nazionale

Nel giorno in cui l’Italia celebra la Giornata Nazionale del Mare, perfino Palazzo Chigi si illumina di blu. Un gesto simbolico? Sì, ma potente. Perché il mare, per un Paese come il nostro, è molto più di un confine naturale. È un’identità profonda, un luogo di memoria, di lavoro, di cultura. È la culla dei borghi marinari, delle tradizioni gastronomiche, delle leggende tramandate di generazione in generazione. Ed è, soprattutto, un’eredità da custodire.

“Rendiamo tutti omaggio a questo meraviglioso e indispensabile elemento della natura” esorta il ministro per le Politiche del mare, Nello Musumeci. Dalle scogliere della Costiera Amalfitana alle trasparenze della Sardegna, dal respiro del Salento alle sabbie vulcaniche delle Eolie, ogni angolo del nostro mare racconta una storia diversa. Ma oggi è il turno delle Tremiti, questo arcipelago da 3.000 abitanti (in alta stagione) e una superficie totale di appena 3 km², che ci regala un monito e un’occasione.

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