Coldiretti, blitz al porto di Salerno: “Chiarezza su importazioni uva e verdura”

Coldiretti Campania scende in campo a difesa del Made in Italy
30 Maggio 2025
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Coldiretti Campania Facebook
Blitz di Coldiretti Campania al porto di Salerno (Foto da Facebook)

Nel porto di Salerno, un’iniziativa organizzata da Coldiretti Campania ha puntato i riflettori sulle importazioni di uva da tavola e verdura fresca provenienti dall’Africa. Con lo slogan “Senza reciprocità da qui non si passa!”, attivisti e agricoltori hanno preso parte a una mobilitazione per richiedere maggiore trasparenza e controlli rigorosi sui prodotti agroalimentari che arrivano nel nostro Paese.

La denuncia di Coldiretti Campania

L’incremento delle importazioni, specialmente di prodotti provenienti da Egitto e Sudafrica, solleva preoccupazioni tra i produttori italiani. Nel 2024 – spiega Coldiretti – l’Italia ha ricevuto 3,5 milioni di chili di uva da tavola di provenienza africana, pari a quasi un chicco su dieci dell’intero importato, registrando un aumento del 28% rispetto all’anno precedente. Anche la frutta e la verdura hanno visto un aumento significativo, con 420 milioni di chili provenienti dal continente africano.

Secondo Coldiretti, il problema non è l’importazione in sé, ma la necessità di garantire che i prodotti stranieri rispettino le stesse norme di sicurezza previste in Italia, evitando l’uso di sostanze vietate o pratiche non conformi agli standard nazionali.

A difesa del Made in Italy

“I cibi e le bevande straniere sono otto volte più pericolosi di quelli Made in Italy con il numero di prodotti agroalimentari provenienti dall’estero con residui chimici irregolari che è stato pari al 5,6% rispetto ad appena lo 0,7% di quelli di provenienza nazionale”, scrive l’associazione. “Un patrimonio del Paese – spiegano – che va difeso rispetto ai rischi connessi all’attuale norma dell’ultima trasformazione prevista dal codice doganale dei cibi che permette ai prodotti esteri di diventare 100% italiani con lavorazioni anche minime, dalle cosce di maiale olandesi che diventano prosciutti tricolori ai semilavorati cinesi usati nei trasformati di frutta e ortaggi. Questo scandalo è peraltro favorito dalla scarsità di controlli a livello comunitario. Meno del 10% dei prodotti agroalimentari in arrivo in Europa dai Paesi extra Ue si stima, infatti, sia sottoposto a verifiche fisiche, ovvero tese a testarne la salubrità, e non solo la documentazione allegata, con porti ‘colabrodo’ come quello di Rotterdam dove c’è una totale inadeguatezza dei controlli e passa di tutto”.

Impatto economico e richieste dei produttori

“L’ingresso di prodotto dall’estero incide anche sul costo di quello di nostra produzione. Un tempo questo avveniva con il grano, si anticipava la stagione per introdurlo sul mercato ad un prezzo più basso in modo da costringere i produttori italiani ad adeguarsi nel momento di collocarlo. Abbiamo avuto in Campania questo problema di recente con le fragole spagnole che hanno danneggiato i nostri produttori. Ed anche con l’uva da tavola e la lattuga oltre che al ciclo di produzione occorre fare attenzione anche al prezzo”, ha affermato il presidente di Coldiretti Campania Ettore Bellelli.

Il blitz al porto di Salerno ha coinvolto attivisti, imprenditori ed agricoltori uniti dal comune denominatore della chiarezza. “La Coldiretti Campania continua a mobilitarsi nei porti per verificare gli arrivi di prodotti stranieri chiedendo, al tempo stesso, più controlli alle frontiere sulla qualità e sulla salubrità delle merci importate e il rispetto del principio di reciprocità. Il tutto per garantire che i prodotti agroalimentari che entrano nel nostro Paese rispettino gli stessi standard a livello ambientale, di sicurezza e di rispetto dei diritti dei lavoratori, che sono garantiti dagli agricoltori italiani”, ha aggiunto il direttore di Coldiretti Salerno Vincenzo Tropiano.

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