Cambiamento climatico, con l’elettroshock ittico si combattono le specie invasive

Agenzie ambientali americane stanno impiegando tecniche innovative, come l'elettroshock ittico, per studiare l'anguilla di palude asiatica
10 Settembre 2025
2 minuti di lettura
Anguilla Asiatica Canva

Nuove specie invadono i laghi e i mari, complice il cambiamento climatico e eventi estremi. Ma lo Stato della Florida è al centro di uno sforzo scientifico mirato a comprendere e contenere la loro diffusione. Ricercatori del Servizio Geologico degli Stati Uniti (Usgs) e di altre agenzie ambientali americane stanno impiegando tecniche innovative, come l’elettroshock ittico, per studiare l’anguilla di palude asiatica, una specie non autoctona che rappresenta una minaccia crescente per gli ambienti naturali e le specie locali.

L’anguilla di palude asiatica: una minaccia silenziosa

L’anguilla di palude asiatica non è un’anguilla vera e propria, perché si distingue dalle specie native per l’assenza di pinna dorsale e zampe ridotte. Questa specie, che può raggiungere il metro di lunghezza, è stata rilevata per la prima volta in Florida nel 2023 e si è diffusa fino al New Jersey. È nota per essere portatrice di parassiti, per danneggiare i corsi d’acqua e per minacciare le specie autoctone. La sua introduzione iniziale è probabilmente legata a fattori umani, poiché è commercializzata nei mercati alimentari asiatici e utilizzata come esca per la pesca d’altura.

La barca a elettroshock

Per monitorare la diffusione e la crescita della popolazione di queste anguille, gli scienziati utilizzano una tecnica di “elettroshock” da una barca appositamente realizzata con questo scopo. Il metodo prevede l’elettrificazione all’acqua tramite elettrodi per stordire temporaneamente i pesci, consentendo ai ricercatori di raccoglierli per lo studio. Questa operazione permette di effettuare un’analisi approfondita della loro distribuzione geografica e del loro impatto.

Durante una recente spedizione sul Lago Underhill a Orlando, racconta la Bbc, nonostante la difficoltà nel catturare le anguille, che tendono a nascondersi in anfratti rocciosi e fango, il team è riuscito a raccogliere sette esemplari. Questi esemplari saranno studiati in collaborazione con l’Us Army Corps of Engineers e la Florida Fish and Wildlife Conservation Commission per analizzare la loro dieta e le loro tolleranze ambientali, fornendo dati cruciali per comprendere come sopravvivono e prosperano in nuovi ambienti.

Il ruolo dei cambiamenti climatici e degli uragani

Una delle maggiori preoccupazioni per i gestori delle risorse e della fauna selvatica è la crescente diffusione di specie non autoctone nel sud-est degli Stati Uniti, un fenomeno che si ritiene sia esacerbato dall’aumento delle inondazioni legate ai cambiamenti climatici. Gli uragani, in particolare, sono identificati come fattori chiave nella dispersione di queste specie.

Ian Pfingsten, botanico del database Usgs sulle Specie acquatiche non indigene, ha evidenziato come le devastanti tempeste gemelle, gli uragani Helene e Milton del 2024, abbiano creato nuove opportunità di diffusione lungo le coste della Florida e della Georgia. La ricerca preliminare suggerisce che le inondazioni causate da Helene potrebbero aver facilitato la diffusione di 222 specie non autoctone (di cui 90 invasive), mentre Milton potrebbe aver spostato fino a 114 specie non autoctone (di cui 56 invasive). Sebbene sia difficile dimostrare direttamente che un’anguilla sia stata trasportata da un lago all’altro dalle inondazioni, studi precedenti, come quello condotto dopo l’uragano Harvey nel 2017, hanno dimostrato la probabilità di tali spostamenti. La scoperta di oltre una dozzina di anguille nel Lago Underhill, che non ha un collegamento idrico usuale con il lago dove fu trovata la prima anguilla a Orlando nel 2023, rafforza questa ipotesi.

Altre specie invasive monitorate

Oltre all’anguilla di palude, l’Usgs monitora anche altre specie invasive che presentano rischi significativi. Tra queste figurano le rane “arboricole cubane”, che secernono sostanze chimiche nocive per l’uomo; l’alternanthera philoxeroides (alligatorweed), una pianta acquatica che ostruisce i corsi d’acqua e può danneggiare le infrastrutture; il pitone birmano; e la chiocciola mela gigante, un parassita agricolo noto anch’esso per essere portatore di parassiti che possono colpire gli esseri umani. La loro diffusione, come quella dell’anguilla di palude, è attentamente tracciata per prevenire ulteriori danni ecologici ed economici.

Il futuro della gestione delle specie invasive

Gli scienziati dell’Usgs utilizzano database pubblici e mappe “Flood and Storm Tracker (Fast)” per catalogare e tracciare la diffusione di oltre 1.400 specie non autoctone in tutti gli Stati Uniti. L’obiettivo di questa ricerca è fornire informazioni precise per identificare le aree a rischio di nuove introduzioni di specie invasive. L’anguilla di palude asiatica è attualmente considerata una priorità elevata per gli Stati del sud-est degli Stati Uniti. I dati raccolti da queste spedizioni sono cruciali per dipingere un quadro più ampio della situazione e per affinare le teorie sulla correlazione tra eventi climatici estremi e la diffusione delle specie invasive, contribuendo così agli sforzi globali di sostenibilità ambientale.

Territorio | Altri articoli