Caldo record nelle città italiane

L’analisi dell’Istat sui cambiamenti climatici
6 Giugno 2024
4 minuti di lettura
Ondata di caldo
Caldo record

L’aumento delle temperature e l’incremento degli eventi meteoclimatici estremi sono chiari indicatori dei cambiamenti climatici che stanno colpendo duramente molte aree del pianeta. Questi cambiamenti stanno causando impatti significativi sull’ambiente, sui sistemi socio-economici e portando alla perdita di vite umane. Il consenso scientifico attribuisce principalmente alle attività antropiche la responsabilità del riscaldamento globale e dei rapidi mutamenti climatici osservati dalla seconda metà del XX secolo.

Il Glasgow Climate Pact (2021) e l’Accordo di Parigi (2015) hanno fissato un obiettivo cruciale: limitare l’aumento della temperatura media globale a +1,5°C rispetto all’era pre-industriale. L’ultima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tenutasi a Dubai nel 2023, ha riaffermato questo impegno. Il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (IPCC 2024) sottolinea che solo azioni urgenti potranno garantire un futuro vivibile e uno sviluppo sostenibile.

Secondo il programma Copernicus della Commissione Europea e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), gli ultimi anni sono stati i più caldi mai registrati in Europa. Il Green New Deal dell’Unione Europea e la European Climate Law (2021) mirano a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Il 2022 l’anno più caldo dal 1971

L’Italia, con il suo territorio fragile e fortemente esposto, ha sperimentato un significativo aumento delle temperature, ondate di calore, siccità, incendi boschivi, alluvioni ed erosione. L’Istat, nell’analisi “Temperature e precipitazioni: dati meteoclimatici nei capoluoghi – Anni 1971-2022”, mostra un preoccupante trend di crescita della temperatura media annua nei Capoluoghi di Regione italiani.

Gli ultimi dieci anni hanno registrato i valori più alti, con il 2022 che è stato l’anno più caldo mai registrato dal 1971, segnando un nuovo allarmante record. La temperatura media ha raggiunto i 16,6°C, superando di 1,7°C il valore climatico del trentennio 1981-2010. In testa Roma che ha registrato un picco di +2,7°C, seguita da Milano con +2,5°C e Perugia (+2,3°C) e Torino (+2,1°C). Le anomalie più contenute si registrano per Ancona (+0,7°C), Palermo (+0,9°C) e Bari (+1°C). La situazione non sembra migliorare, con i primi dati del 2024 che confermano un trend di temperature elevate.

Precipitazioni e variabilità climatiche

Parallelamente all’aumento delle temperature, il periodo dal 1971 al 2022 ha visto una crescente variabilità nelle precipitazioni annuali. Le oscillazioni delle anomalie annuali di precipitazione rispetto al valore climatico di riferimento (743 mm) sono diventate più marcate, con gli ultimi tre anni che hanno registrato anomalie negative significative, in particolare il 2022 con -167 mm.

Sul fronte delle precipitazioni, il 2022 risulta fra gli anni meno piovosi degli ultimi 50. Riguardo ai soli Capoluoghi di Regione, il 2022 è stato il secondo anno meno piovoso dal 1971 (dopo il 2007) con una precipitazione totale in media di 576 mm (circa -167 mm rispetto al trentennio 1981-2010). Il calo ha interessato 17 città, in particolare Milano (-585,5 mm), Genova (-567,3 mm) e Torino (-496,4 mm). In controtendenza soltanto Campobasso (+174 mm), Potenza (+98,9 mm), Perugia (+17 mm) e Bari (+2,6 mm).

Per i 109 Capoluoghi di Provincia, nel 2022 la temperatura media (circa 16,6°C) è salita di +1°C e la precipitazione (in media circa 598 mm) è calata di -264 mm rispetto ai corrispondenti valori medi del decennio 2006-2015. In media fra i Capoluoghi di Provincia, il numero di giorni senza pioggia è salito a 299, 18 in più rispetto al periodo 2006-2015.

Indici di estremi meteoclimatici in crescita

I giorni estivi, definiti come quelli in cui la temperatura massima supera i 25°C, stanno diventando sempre più frequenti. Nel periodo 2006-2023, il numero medio di giorni estivi nei capoluoghi di regione italiani è aumentato del 15%, passando da 77 a 89 giorni all’anno. Milano e Bologna hanno registrato i maggiori incrementi, con un aumento del 25% e del 23% rispettivamente.

Le notti tropicali, caratterizzate da temperature minime che non scendono sotto i 20°C, stanno diventando più comuni durante l’estate. Nel periodo in esame, il numero medio di notti tropicali è aumentato del 20%, passando da 18 a 22 notti all’anno. Roma e Firenze hanno registrato i maggiori aumenti, con un incremento del 30% e del 28% rispettivamente.

Questo aumento dei giorni estivi e delle notti tropicali ha importanti conseguenze sugli stili di vita e sulla salute delle persone. Le ondate di calore prolungate possono aumentare il rischio di malattie legate al caldo, come colpi di calore ed esaurimento da calore, e aggravare le condizioni preesistenti, come le malattie cardiache e respiratorie. Inoltre, le alte temperature possono influenzare negativamente l’attività economica e sociale, riducendo la produttività sul posto di lavoro, aumentando i costi energetici per il raffreddamento degli edifici e compromettendo la qualità del sonno delle persone.

Iniziative e misure per la sostenibilità

Per affrontare questi impatti crescenti, le città italiane stanno adottando una serie di strategie, come il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC 2023) che prevede oltre 300 misure: queste includono l’implementazione di piani di emergenza per il calore, l’installazione di aree ombreggiate e fontane pubbliche, la promozione di edifici a basso consumo energetico e l’adozione di politiche di pianificazione urbana resilienti al clima. La disponibilità di dati climatici ad alta risoluzione è cruciale per analisi locali e valutazioni degli impatti, in particolare nelle città più esposte.

L’aumento delle temperature ha avuto gravi conseguenze sulle città italiane, amplificando l’effetto “isola di calore urbana” e aggravando la qualità dell’aria. Le superfici radiative come asfalto e cemento trattengono il calore, causando differenze di temperatura significative rispetto alle aree rurali circostanti. Questo fenomeno, combinato con eventi meteorologici estremi, ha reso le città ancora più vulnerabili. Le città italiane stanno adottando misure per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Iniziative di forestazione urbana e periurbana stanno aumentando, con nuovi impianti boschivi realizzati in 56 capoluoghi di provincia, coprendo un’area complessiva di 14 milioni di m².

Il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici stanno avendo un impatto significativo sulle città, rendendo urgente l’adozione di misure di adattamento e mitigazione. L’aumento delle temperature e la variabilità delle precipitazioni richiedono una risposta coordinata a livello internazionale, nazionale e locale, supportata da dati accurati e strategie sostenibili. L’Unione Europea, con il Green New Deal e la European Climate Law, mira a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Misure statistiche coerenti, come quelle richieste dagli SDGs dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, sono fondamentali per monitorare gli obiettivi climatici e sviluppare strategie di adattamento.

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