Blackout in Spagna, vibrazione atmosferica indotta o attacco hacker alla “Zero Day”

Cosa sappiamo sulle cause del blackout che ha colpito ieri Spagna, Portogallo e sud della Francia
29 Aprile 2025
6 minuti di lettura
Blackout in Spagna
Blackout in Spagna (Alejandro Martínez Vélez/Europa Press/Ipa)

Un blackout ha colpito, ieri lunedì 28 aprile, le principali città della Spagna, con effetti sul Portogallo e nel Sud della Francia. Si è trattato di un evento di portata internazionale che ha sconvolto milioni di cittadini e lasciato senza parole le amministrazioni locali.

Sulle cause sono in corso aggiornamenti e ricerche. C’è chi pensa si possa essere trattato di un attacco hacker in stile serie tv Netflix statunitense “Zero Day” e chi invece ha rintracciato nella “vibrazione atmosferica indotta” il principale “indagato” dell’evento.

Metropolitane bloccate, cittadini costretti in ascensori per ore, reti telefoniche in tilt e corsa nei supermercati: queste sono solo alcune delle conseguenze si sono verificate. Attualmente, alcune connessioni sono già state ripristinate e altre lo saranno nelle prossime ore. La normalizzazione completa della rete su scala internazionale, però, potrebbe richiedere fino a una settimana.

A fornirci una fotografia di quegli istanti c’è Serena, stagista 26enne originaria di Salerno, attualmente a Valencia che ci confessa: “C’era chi ipotizzava accordi con la Cina, chi di un attacco russo, di qualcosa che durava da troppe ore. Iniziava la tensione. In strada c’era caos: i semafori spenti, gli autobus passavano sulle linee tramviarie, le file dei bancomat erano lunghissime. Dovremmo comprare una torcia? Una radio? Come fare a saperne di più? Queste le domande più frequenti”.

Ma cos’è stato questo raro fenomeno atmosferico? E perché c’è chi sostiene che non si possa escludere l’ipotesi di un attacco hacker?

La vibrazione atmosferica indotta

Con il termine vibrazione atmosferica indotta si fa riferimento ad un moto oscillatorio che i cavi ad alta tensione subiscono quando le condizioni atmosferiche cambiano bruscamente. Forti venti, pioggia intensa, ghiaccio, sbalzi repentini di temperatura: tutti questi fenomeni fanno oscillare i cavi elettrici sospesi tra i tralicci. Se superano una certa intensità o durata possono causare anche un blackout.

A ipotizzare che si sia trattato di questo fenomeno è stato l’operatore portoghese Redes Energeticas Nacionais (Ren) che, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters. L’agenzia dell’Unione europea per la sicurezza informatica (Enisa) ha appoggiato questa ipotesi.

Il primo ministro Pedro Sánchez ha chiesto di fare attenzione alla disinformazione riguardante l’intera crisi e di chiamare i servizi di emergenza solo in casi strettamente necessari. Il Consiglio per la sicurezza nazionale discuterà di quanto accaduto.

L’ipotesi di un attacco hacker in stile “Zero Day”

Ad aprire una pista nuova è stato il presidente regionale dell’Andalusia, Juanma Moreno che non ha escluso la possibilità che si trattasse di un attacco hacker, per poi essere smentito da funzionari di governo.

Sono in molti, però, che non escludono questo evento. Solo pochi mesi fa, la serie Netflix “Zero Day”, con protagonista Robert De Niro e Lizzy Caplan, ha messo in scena lo stesso evento. Un thriller politico incentrato su un devastante attacco informatico globale che per molti è sembrato realizzarsi nella giornata di ieri in Spagna, Portogallo e Francia. Un paragone che per tanti cittadini – e non solo – è sembrato scontato.

Ma ci sono davvero gli estremi per considerarlo tale?

“La risposta è sì – ha spiegato Joe Tidy, Cyber Correspondent per Bbc News -, potrebbe essere, perché nel mondo della sicurezza informatica non si può mai dire “mai”. Ma è ancora troppo presto per dirlo ed è molto più probabile che l’interruzione sia stata causata da un incidente o da un errore tecnico. Se si trattasse di un attacco informatico, sarebbe di portata e impatto senza precedenti. In passato le reti elettriche sono state disattivate: a quanto ci risulta, si sono verificate due occasioni”.

Il riferimento va al lontano 2015, quando hacker russi, finanziati dallo stato e appartenenti a un’unità di hacking notoriamente potente nota come Sandworm, sono stati accusati di aver causato interruzioni di corrente in Ucraina. Gli stessi hacker sono stati accusati di aver portato a termine con successo un altro attacco alla capitale Kiev un anno dopo.

“Entrambi gli attacchi sconvolsero il mondo informatico dell’epoca e furono estremamente sofisticati – ha spiegato Tidy -, probabilmente richiedendo mesi di lavoro da parte degli aggressori. Ma nel giro di poche ore il problema è stato localizzato e risolto. Se quello che sta succedendo ora fosse una sorta di attacco informatico, si tratterebbe di un’escalation di portata imponente di ciò che si pensava possibile”.

Secondo Bloomberg Economics le interruzioni hanno avuto un impatto economico sulla Spagna pari allo 0,5% del Pil semestrale, che si prevede comunque sarà recuperato.

Ripristinata corrente in Spagna e Portogallo

Il gestore della rete elettrica spagnola ha fatto sapere che la ripresa della fornitura è stata ripristinata in diverse aree del Paese come Catalogna, Aragona, Paesi Baschi, Galizia, La Rioja, Asturie, Navarra, Castiglia e León, Extremadura e Andalusia.

Così come in Portogallo, dove la società responsabile della distribuzione di energia elettrica ha riferito che “tutti i 6,4 milioni di clienti sono ora riforniti” e ha assicurato anche il governo in una dichiarazione: “I treni funzionano, gli aeroporti sono operativi” e la fornitura di carburante è “normalizzata”.

Un Grande Blackout Ha Colpito La Penisola Iberica Nessuna Ipotesi Esclusa
Metro di Madrid durante il Blackout (Alejandro Martínez Vélez/Europa Press)

Testimonianza da Valencia

“A Valencia e in tutta Spagna non c’era corrente – ci racconta Serena, 26enne di Salerno, a Valencia per uno stage -. Mi sono accorta dell’anomalia attraverso WhatsApp che avevo utilizzato fino alle 12.00. Inizialmente ho creduto di aver terminato il credito o di aver consumato tutti i giga. Non mi era chiaro perché un amico che vive a Valencia come me, mi avesse scritto un messaggio in cui mi parlava di blackout e semafori spenti. Qualche minuto dopo, il confronto con le mie coinquiline, ha chiarito quel messaggio: non c’era corrente e il contatore era ok. Si trattava in un blackout che coinvolgeva non solo la Spagna, ma anche il Portogallo e parte della Francia”.

L’ultima chiamata verso l’Italia registrata alle 15.58. Di lì in poi, anche la linea telefonica non avrebbe funzionato: “Inizialmente ho sentito che avrei dovuto approfittare della disconnessione dalla costante navigazione in Internet e approfittare del clima per andare al mare insieme a delle amiche dalle quali non mi sono mai separata”, ha continuato Serena.

“Sono entrata in un bar a comprare dell’acqua dove ho notato subito l’ambiente buio. Ho dovuto pagare in contanti ed ero l’unica nel mio gruppo ad averne – ci ha spiegato la salernitana -. All’interno dell’esercizio commerciale la conversazione con una persona ha iniziato a preoccuparmi. Mi ero rivolta a lui per avere degli aggiornamenti e ha iniziato a parlarmi di prove sulla gente per una eventuale guerra. Non credeva che potessi comunicare telefonicamente e mi ha domandato di telefonare qualcuno per avere notizie. Quella è l’ultima chiamata effettuata a mio padre delle 15.58 che si è interrotta improvvisamente”.

L’uomo che accennava a teorie complottistiche è un camionista che aveva da poco terminato il suo turno di lavoro. “Mi ha raccontato che in autostrada per rientrare a Valencia un incidente aveva ucciso una donna e che per contattare qualcuno era necessario raggiungere una stazione di servizio. Si era sentito arreso, dispiaciuto e impotente. D’altronde era un po’ quello che provavo anche io”, ha confessato Serena.

Raggiunto il mare con i suoi amici, Serena ci racconta di aver conosciuto due ragazzi. Entrambi sono Ucraini. Entrambi sono emigrati. “Uno vive in Germania, un altro vive in Polonia – ha raccontato la ragazza -. Si trovano a Valencia per una vacanza. Ci invitano a stare insieme e dialogare. Accogliamo l’idea e facciamo un bagno, giochiamo a pallavolo e chiacchieriamo di musica. Ci raccontano che in Ucraina la guerra è iniziata più o meno così, con un attacco alla centrale elettrica. Uno dei due mi dice che la differenza tra noi e loro è che noi occidentali guardiamo alle armi e alle guerre come qualcosa di lontano e non le immaginiamo perché abbiamo molto intrattenimento. Loro sono un po’ più abituati soprattutto perché superati i 25 anni molti vanno a combattere”.

Alle ore 19, erano passate quasi 7 ore da quando la Spagna era senza corrente. E a Serena e le sue amiche arrivano diverse voci dai passanti: “Chi ipotizzava accordi con la Cina, chi di un attacco russo, di qualcosa che dura da troppe ore. Iniziava la tensione. In strada c’era caos: i semafori spenti, gli autobus passano sulle linee tramviarie, le file dei bancomat sono lunghissime. Dovremmo comprare una torcia? Una radio?Come fare a saperne di più? Queste le domande più frequenti. Il sole iniziava a calare e tra le paure più grandi c’era il buio: l’indeterminazione ottica. Un’altra domanda era relativa al cibo e come cucinare. Certo ci si può arrangiare con lo scatolame, con il pane e qualcosa di pronto. Ma come avremmo fatto a pagare se ero l’unica con pochi contanti e i pochi bancomat in servizio avevano una coda interminabile? Un’azione che mi ha colpita è stata quella compiuta da una mia coinquilina: segnare il numero di qualche amica sul mio diario. Era una cosa che non vedevo da un decennio e più. Qualcosa mi ha ricordato il Covid ed era il bisogno di stare insieme perché si era nell’ignoto”.

Territorio | Altri articoli