Fabrizio Caramagna scrive: “Ibiza è fuori dal tempo e dalle convenzioni. A Ibiza dimentichi le ore, le regole, i doveri. Spesso, anche la ragione”. Di certo, chi ci va in questi giorni non dimenticherà i biacchi, i “serpenti del mare” che stanno terrorizzando i turisti e gli abitanti dell’isola, soprattutto chi se li è ritrovati in casa.
Quelli avvistati a Ibiza sono più lunghi dei tipici biacchi e possono raggiungere 1,8 metri di lunghezza. Sono stati avvistati mentre nuotavano nelle acque cristalline delle Baleari, dove hanno trasformato un paradiso vacanziero in uno scenario da incubo. La protagonista di questa invasione è il colubro ferro di cavallo (Hemorrhois hippocrepis), una specie non autoctona che ha trovato nell’ambiente isolano le condizioni ideali per una proliferazione esplosiva.
Le zone più colpite dall’invasione
L’emergenza serpenti si sta manifestando in diverse aree dell’isola, con particolare intensità nella zona di Portinatx, nel nord di Ibiza, dove una coppia di turisti a bordo di un gommone si è imbattuta in un esemplare di quasi due metri.
Nei pressi degli isolotti di s’Espartar, i biacchi hanno dimostrato una sorprendente capacità natatoria che ha permesso loro di raggiungere aree che un tempo erano rifugi sicuri per la fauna marina e terrestre, in particolare per la lucertola simbolo delle Baleari. Le segnalazioni arrivano quotidianamente da campagne, campi e strade dell’intera isola, con i rettili che hanno colonizzato non solo spazi verdi come parchi e giardini, ma anche abitazioni private.
L’origine dell’invasione: un errore umano dalle conseguenze devastanti
Il fenomeno affonda le radici nei primi anni Duemila, quando i serpenti sono arrivati accidentalmente sull’isola nascosti tra le radici di ulivi ornamentali importati dalla penisola iberica. Quello che inizialmente sembrava un evento sporadico si è trasformato in una catastrofe ecologica: le prime segnalazioni di popolazioni naturalizzate risalgono al 2003, ma in poco più di vent’anni il colubro ferro di cavallo ha trovato nell’ambiente isolano un habitat ideale. L’assenza di predatori naturali e l’abbondanza di prede, principalmente la lucertola delle Pitiuse (Podarcis pityusensis), hanno favorito una crescita demografica esplosiva.
Il fenomeno del gigantismo
Un aspetto particolarmente inquietante dell’invasione è il “gigantismo” che i serpenti stanno manifestando a Ibiza. Mentre la lunghezza media della specie si aggira normalmente intorno agli 89 centimetri, gli esemplari ibizenchi possono superare il metro e 80 centimetri, con un record registrato nel 2013 di 1,83 metri. Gli scienziati attribuiscono questo fenomeno alla mancanza di predatori e all’abbondanza di cibo, che porta a serpenti più grandi, più uova e, di conseguenza, a una crescita ancora più rapida della popolazione. Le femmine hanno inoltre sviluppato la capacità di raggiungere la maturità sessuale a dimensioni corporee inferiori, riproducendosi prima e con un periodo riproduttivo più esteso.
L’impatto devastante sul turismo
Le conseguenze sull’industria turistica dell’isola sono già evidenti e preoccupanti. Molti turisti, principalmente britannici, hanno dichiarato di “avere paura a nuotare” nelle acque di Ibiza dopo gli avvistamenti di serpenti in mare. Un turista scioccato ha scritto sui social: “È incredibile quanti serpenti ci siano. Ho paura persino di fare un tuffo. È come se una maledizione avesse colpito quella che un tempo era una tranquilla isola paradisiaca”. Le testimonianze parlano di vacanzieri che hanno deciso di evitare completamente il mare o, nei casi più estremi, di annullare le proprie vacanze. I video e le foto di grossi biacchi che nuotano agilmente nelle acque costiere circolano sui social media, amplificando il clima di terrore.
I rischi reali: nessun pericolo per l’uomo, catastrofe per l’ecosistema
Nonostante l’allarmismo mediatico, è fondamentale chiarire che il colubro ferro di cavallo non rappresenta alcun pericolo per gli esseri umani perché i biacchi non sono velenosi attualmente introdotti e acclimatati sulle isole Baleari non sono velenosi.
La vera emergenza riguarda la biodiversità autoctona, in particolare la lucertola delle Pitiuse, simbolo delle Baleari da migliaia di anni. Questa specie endemica, che non si è coevoluta con i serpenti e non è in grado di difendersi da predatori del genere, rischia l’estinzione completa entro il 2030. Su isolotti come S’Ora la popolazione è già stata completamente sterminata, con l’ultimo avvistamento risalente al 2017.
Le strategie di contenimento
Le autorità locali e le associazioni ambientaliste hanno ingaggiato una battaglia contro il tempo per contenere l’invasione. Il Comune di Ibiza ha distribuito 200 trappole ai cittadini due settimane fa, da posizionare in punti strategici per catturare i serpenti indesiderati. I risultati iniziano a essere tangibili: nel 2024 sono stati catturati 3.072 serpenti solo a Ibiza, contro i 2.007 del 2023. La fondazione IbizaPreservation ha installato 280 trappole, catturando quasi 500 esemplari lo scorso anno, mentre il Cofib ha catturato oltre 3.000 serpenti tra Maiorca, Ibiza e Formentera.
Le strategie di contenimento si basano principalmente su:
- Trappole specializzate distribuite gratuitamente ai cittadini dalle autorità locali;
- Monitoraggio costante delle popolazioni attraverso programmi scientifici;
- Coinvolgimento della popolazione nella segnalazione degli avvistamenti;
- Interventi mirati nelle aree più colpite dall’invasione.
Tuttavia, gli esperti ammettono che la situazione è lontana dall’essere sotto controllo perché i “serpenti del mare” hanno una grande capacità di adattamento.
Un adattamento inaspettato
Uno degli aspetti più sorprendenti dell’invasione è la capacità natatoria sviluppata dai serpenti. Víctor Colomar, coordinatore del Consorzio per la Protezione della Fauna Selvatica delle Isole Baleari (Cofib), ammette: “Vederli in mare è stato uno choc. Non ci saremmo mai aspettati che diventassero nuotatori così abili”. Secondo l’esperta Antònia Maria Cirer, non è raro che i serpenti si rifugino nelle barche rimaste a terra durante l’inverno e, quando queste vengono rimesse in acqua, gli animali si liberano e nuotano istintivamente verso la costa più vicina. Questo comportamento istintivo sta generando allarme in tutta l’isola e contribuendo alla percezione di una minaccia “marina”.
Una lezione sulla fragilità degli ecosistemi insulari
L’invasione di Ibiza rappresenta un caso emblematico di come l’introduzione accidentale di specie aliene possa devastare ecosistemi fragili e unici.
In appena due decenni, il colubro ferro di cavallo è riuscito ad adattarsi perfettamente alle condizioni ambientali dell’isola, passando da estraneo a predatore. Diverso, per esempio, è il caso delle blatte a Roma, che stanno invadendo la capitale per fattori principalmente climatici e non per una svista umana.
Il caso dei biacchi a Ibiza sottolinea l’importanza di introdurre controlli rigorosi sulle importazioni e di interventi tempestivi quando si verificano introduzioni accidentali.