Barcellona, aumenta la tassa di soggiorno per i passeggeri delle crociere

L’iniziativa del sindaco potrebbe presto diventare una concreta risposta al turismo di massa di cui la Spagna lamenta la dimensione della portata ambientale e sostenibile sul territorio
22 Luglio 2024
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Port Di Barcellona
Port Di Barcellona

Il sindaco di Barcellona intende aumentare la tassa di soggiorno per i passeggeri delle crociere che visitano la città per meno di 12 ore. Questa è l’ultima iniziativa con la quale la città intende dare il proprio benvenuto ai milioni di turisti che ogni anno raggiungono il Paese. La decisione arriva nell’ambito degli sforzi per “affrontare le conseguenze del turismo di massa” nel capoluogo catalano.

Tutta la Spagna è in protesta contro il turismo che, seppur contribuisca alla crescita dell’economia, danneggia i cittadini. Malaga, Maiorca, le Isole Baleari e Canarie, le proteste dei residenti trovano risposte anche nei loro rappresentanti e la prossima potrebbe essere proprio quella del sindaco di Barcellona.

L’iniziativa del sindaco di Barcellona

Non è sostenibile un turismo di massa così intenso in Spagna. Lo hanno ribadito i rappresentanti politici delle diverse città del Paese così come le tante realtà di rappresentanza dei comitati cittadini.

Jaume Collboni, sindaco di Barcellona e membro del Partito socialista catalano, ha annunciato una serie di misure volte a ridurre il sovraffollamento turistico e a migliorare la situazione abitativa della città. Quattro settimane fa, Collboni ha dichiarato che avrebbe posto fine agli affitti brevi di appartamenti ai turisti entro il 2028, eliminando le licenze dei 10.101 appartamenti attualmente approvati come affitti a breve termine.

In un’intervista rilasciata a El País, il sindaco di Barcellona ha dichiarato che avrebbe cercato anche di aumentare la tassa pagata dai passeggeri delle crociere, che ora ammonta a sette euro al giorno, per garantire che la città tragga i giusti profitti dalle loro brevi visite.

“Barcellona è una città aperta ai visitatori e il turismo è un settore importante della sua economia – ha detto Collboni al quotidiano spagnolo -. Detto questo, sono determinato ad affrontare le conseguenze che il turismo di massa sta avendo sulla città. Ciò significa andare fino in fondo con il divieto di appartamenti turistici nel 2028. Ma stiamo anche per aumentare sostanzialmente la tassa per le persone che fanno scalo in crociera”.

“Quando si tratta di scegliere tra i turisti che usano l’alloggio e il diritto all’alloggio, decidiamo di mettere al primo posto il diritto all’alloggio a Barcellona – ha aggiunto Collboni -. Quando si tratta di passeggeri di crociere con scalo, per meno di 12 ore, si ottiene un uso intensivo dello spazio pubblico senza alcun beneficio per la città e si ha una sensazione di occupazione e saturazione. Vogliamo un turismo che rispetti le destinazioni”.

Il sindaco non ha specificato di quanto intenda aumentare la tassa, ma che erano già stati commissionati degli studi di fattibilità. Collboni ha aggiunto che l’idea dell’aumento non è quella di scoraggiare i visitatori che arrivano in crociera, ma di assicurarsi che pagando il viaggio e possano generare entrate che utili per essere investite in progetti come la riqualificazione degli spazi delle scuole pubbliche.

Così come, il divieto di alloggi per turisti non intende scoraggiare i turisti perché la città e la zone circostanti dispongono di una capacità alberghiera sufficiente per continuare a ospitare grandi masse di persone.

Il turismo di massa spagnolo

Il turismo spagnolo è aumentato di quasi il 20% tra il 2022 e il 2023. Sono ben 85,1 milioni di turisti internazionali che hanno scelto il Paese come meta per una vacanza, lo scorso anno. La popolazione è pari a 47 milioni di persone.

Al centro delle proteste dei manifestanti c’è l’effetto fortemente distorsivo che il turismo ha avuto sul mercato immobiliare e sulla qualità della vita della popolazione locale negli ultimi anni.

“Negli ultimi cinque anni, ma soprattutto da quando è iniziata la pandemia, le persone hanno iniziato a percepire che tutto è saturo, che ci sono sempre più turisti e che questo porta al sovraccarico di strade e servizi pubblici – lamentava negli scorsi mesi all’Observer, Rafael Giménez, di Prou Eivissa (Basta Ibiza), un gruppo che si batte per limitare il numero di visitatori e veicoli sull’isola -. “Ibiza è un’isola, quindi gli alloggi sono limitati per definizione. La legge della domanda e dell’offerta è completamente crollata.”

Ad aprile, Víctor Martín, portavoce del collettivo Canarias se Agota (Le Canarie ne hanno abbastanza), ha affermato che il problema non sono i turisti in sé, ma il loro numero e il modello turistico obsoleto che li attira nell’arcipelago: “Siamo arrivati al punto in cui l’equilibrio tra l’uso delle risorse e il benessere della popolazione qui si è rotto, soprattutto nell’ultimo anno”, ha affermato.

Un’altra grande manifestazione è prevista a Maiorca. La protesta nella capitale, Palma, è stata convocata dalla piattaforma Menys Turisme, Més Vida (Meno turismo, più vita), con lo slogan “Cambiamo rotta, mettiamo limiti al turismo”.

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