Le temperature delle superfici di Milano hanno superato gli 80 gradi, con picchi di 84,4. A rilevarlo è Legambiente che ha realizzato 49 termografie nei quartieri di Corvetto, nel quadrante sud-est della città e di Argonne nella zona est, in prossimità di Città Studi. Ta il 15 e il 16 luglio, le temperature ambientali oscillavano tra i 30 e i 40 gradi.
L’associazione ambientalista ha raccolto i dati nell’ambito del monitoraggio “Siamo al limite. Ebollizione globale”, in occasione della quarta tappa della campagna itinerante “Che caldo che fa! Contro la cooling poverty: città + fresche, città + giuste”, realizzata con il supporto di Banco dell’Energia.
Caldo record
A Piazza Angilberto, Legambiente ha esposto un termometro gigante e lo striscione ‘Che caldo che fa!’ chiedendo interventi e azioni immediate per città più fresche e più giuste. Entrando nel dettaglio dei monitoraggi, i quartieri scelti da Legambiente differiscono tra di loro per caratteristiche edilizie, composizione socio-demografica e accessibilità ai servizi. In ciascun quartiere, grazie al supporto di Legambiente Lombardia, è stato definito e perimetrato un areale di circa un chilometro quadrato dove sono state mappate le infrastrutture presenti (aree giochi, negozi, scuole, giardini, ecc…) e rilevate le temperature, attraverso l’utilizzo di una termocamera, nelle ore più calde della giornata: 23 le termofoto scattate a Corvetto (in Piazza Angilberto II, Via dei Cinquecento, Via Polesine, Via Dionigi, Piazzale Gabriele Rosa, Mercato comunale di Piazza Ferrara, Istituto comprensivo di scuola elementare e media di Via Polesine) e 26 quelle ad Argonne (Giardini Argonne, Via Gaspare Aselli, Piazzale Gorini, Piazzale Susa, Piazza Guardi, Mercato comunale in Piazza Andrea Fusina, Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo, Campo giochi 87 di Via Illirico).
I dati nel dettaglio
A Corvetto su 36 strutture mappate da Legambiente, il 55,5% è risultato esposto al Sole nelle ore più calde; mentre nel quartiere Argonne su 90 strutture mappate, il 10% è risultato esposto direttamente all’irraggiamento solare nelle ore centrali della giornata.
“Nel quartiere Corvetto le situazioni più critiche – fa sapere Legambiente – sono state registrate nell’area giochi di piazzale Gabriele Rosa, con temperature delle superfici da record registrate sullo scivolo, 57,1 gradi, e di 76,5 gradi, sul gommino antitrauma. Temperature simili anche sulle superfici delle altalene, intorno alle panchine presso la fontanella, anch’essa collocata al Sole nonostante l’abbondanza di alberi, e dove Legambiente ha registrato una temperatura di 62,8 gradi”.
Altra zona rovente, quella in via dei Cinquecento, dove i marciapiedi, monitorati da Legambiente, risultano veri e propri corridoi di calore. Qui è stata registrata una temperatura su una superficie di 52,5 gradi, che è scesa a 36,3 nella parte parzialmente ombreggiata dall’edera rampicante. “La presenza degli alberi fa la differenza anche in una delle poche vie alberate del quartiere, dove grazie alla presenza di tigli, è stata registrata una temperatura al suolo pari a 25,6 gradi, inferiore a quella ambientale di 30,4 gradi e oltre venti gradi più bassa di quella del marciapiede al Sole, 48,1 gradi.
“Nel quartiere Argonne – spiega Legambiente – c’è l’area giochi ai giardini Argonne, inaugurata nel 2022 ma priva di ombreggiatura. Qui molte delle piazzole verdi, pensate per ospitare alberi, sono vuote e gli alberi presenti sono ancora troppo ‘giovani’ per fare ombra. Dalle termografie, il pavimento antitrauma in gomma ha registrato nelle ore di punta una temperatura di oltre 75 gradi, e la sagoma esposta da Legambiente, dopo neanche un minuto di esposizione, ha raggiunto i 44 gradi. Temperature più basse, intorno ai 30 gradi, sulle piste ciclabili ombreggiate dagli alberi”.
Altra area attenzionata da Legambiente, l’area giochi in Piazza Guardi dove la temperatura dello scivolo blu, ombreggiato, era di poco superiore ai 40 gradi e quella del pavimento in gomma sottostante pari a 37,8 gradi. Al contrario, gli scivoli rossi, completamente esposti al Sole erano a 57,5 gradi ed il gommino a 85,4 gradi. In via Aselli la presenza di alberi fa sì che la temperatura dell’aria si fermi a 30,7 gradi e quella del suolo a 30,3 gradi, oltre 15 gradi in meno rispetto a tratti assolati poco più avanti. Presso la fermata di Piazzale Gorini, grazie sempre alla presenza di alberi, la temperatura a terra registrata è stata di 30 gradi, mentre la sagoma umana, utilizzata nei monitoraggi, registra una temperatura poco sopra i 31 gradi. Situazione diversa rispetto all’asfalto esposto a pochi metri, dove si sono toccati i 45,7 gradi.
L’allarme di Legambiente
“La nostra campagna Che Caldo che fa – dichiara Mariateresa Imparato, responsabile giustizia climatica di Legambiente – conferma un quadro preoccupante anche per la città di Milano, che risente sempre più degli effetti della crisi climatica. Alle piogge torrenziali sempre più frequenti, si alternano intense ondate di calore e temperature elevate rese insostenibili nelle aree urbane dalla mancanza di infrastrutture, spazi verdi e servizi adeguati ad affrontarle, come dimostrano le nostre termografie realizzate nei due quartieri milanesi. Per questo anche da Milano chiediamo la messa in campo di interventi più puntuali di mitigazione e adattamento e non più rimandabili a partire da un potenziamento dei programmi di forestazione urbana e dei rifugi climatici iniziando dai quartieri dove la carenza dei servizi si incrocia con vulnerabilità socioeconomiche come Corvetto”.
“Il confronto tra i due quartieri di Argonne e Corvetto dove oggi ha fatto tappa la nostra campagna ‘Che caldo che fa’ – aggiunge Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – evidenzia una netta disuguaglianza nella capacità dei due quartieri di offrire protezione dagli effetti delle ondate di calore agli abitanti. Argonne dispone complessivamente di un numero maggiore di infrastrutture verdi, blu e grigie oltre ad una maggiore accessibilità al trasporto pubblico e ai servizi sanitari. Corvetto, invece, presenta livelli più alti di esposizione al sole nei punti nevralgici del quartiere, con una minore dotazione di aree refrigeranti e di infrastrutture a sostegno della mobilità sostenibile. Si tratta di due esempi di cooling poverty, di povertà energetica su cui vogliamo richiamare l’attenzione. Inoltre, è urgente che la città di Milano si doti, a partire dai quartieri periferici, di una pianificazione che parta dalla mitigazione al cambiamento climatico: più verde, depavimentazione di aree per permettere alle città di respirare e ai cittadini di trovare refrigerio. Anche così si mette in moto un cambiamento importante per tutto”.