Maiorca contro i turisti tedeschi: “Ci hanno colonizzati”

Il turismo selvaggio mette a rischio la ricchezza naturale dell’isola, mentre le proteste si moltiplicano in tutto il mondo
1 Luglio 2024
7 minuti di lettura
Turisti per strada a Maiorca
Turisti per strada a Maiorca

Gli abitanti di Maiorca contro il turismo selvaggio: “I tedeschi di merda ci hanno colonizzati”, questo slogan, pronunciato dal rapper Rels B. durante il festival “Mallorca Live”, è diventato il grido di battaglia di una comunità esausta, il motto della reconquista di Maiorca, il grido di dolore contro le spiagge strapiene, i tedeschi sbronzi e il predominio “dei würstel”.

Abitanti di Maiorca in rivolta

Gli abitanti di Maiorca sono stremati soprattutto dalla continua invasione dei turisti tedeschi, che percorrono il lungomare su trenini colorati, brandendo enormi boccali di birra e cantando a squarciagola canzoni estive. La presenza costante di hostess che distribuiscono cocktail già dalle prime ore del mattino e le spiagge che si riempiono di immondizia sono solo alcuni dei motivi di frustrazione. I karaoke improvvisati e le strade invase da turisti chiassosi, attivi a ogni ora del giorno e della notte, rendono la vita dei residenti insostenibile.
La denuncia dei residenti è chiara: il turismo selvaggio sta rovinando la natura, il paesaggio e l’atmosfera del posto, gli stessi elementi che attirano i turisti dagli altri Paesi.
Gli ubriachi che urinano dove capita, persino dai tetti, hanno portato la situazione al limite.

Turismo tedesco a Maiorca, il “Ballermann” parte da lontano

Da mesi, i maiorchini si riuniscono nelle piazze di Palma e in altre località turistiche, partecipando a lunghe assemblee cittadine e fondando associazioni come “Sos Residents” per contrastare il turismo di massa. Tuttavia, l’impresa non sarà facile, perché per i tedeschi, Maiorca non è una destinazione come le altre.

Il fenomeno del turismo tedesco a Maiorca ha origini lontane. Negli anni Settanta, un piccolo chiosco sulla spiaggia divenne il punto di riferimento per i primi turisti tedeschi provenienti da Colonia o Dortmund. Questi turisti, però, tradussero erroneamente “balneario” in “Ballermann”, parola che non ha un significato diretto in tedesco; è una sorta di distorsione fonetica del termine originale. Con il tempo, questo termine evoca immagini di vacanze esagerate, con feste interminabili e un comportamento spensierato che ha contribuito a creare tensioni con i residenti locali.

Esplosione del turismo con i voli low cost

Durante il decennio edonistico degli anni Ottanta, Maiorca divenne il “17esimo land tedesco”, una meta economica per chi cercava il Mediterraneo a basso costo. Con l’avvento dei voli low cost, il fenomeno “Ballermann” esplose, portando sull’isola fino a 18 milioni di turisti all’anno. La frenesia vacanziera dei tedeschi divenne un tratto distintivo del turismo sull’isola tanto da essere raccontata in “Ballermann 6”, uno dei maggiori successi cinematografici degli anni Ottanta in Germania, un film che celebra questo stile di vita vacanziero, immortalando scene di sangria bevuta da secchi di plastica con lunghe cannucce. Questa pratica, vietata dall’amministrazione locale nel 2007, è solo uno degli esempi degli eccessi che i residenti cercano di arginare.

Le problematiche connesse al turismo intensivo toccano svariati ambiti e in alcuni casi inficiano persino sulla disponibilità delle risorse naturali per chi in quei luoghi ci vive tutto l’anno e non solo una o due settimane. In questa estate si è già registrato un evento eclatante, in mezzo al disagio generale: un turista 26enne ubriaco ha rubato un escavatore e si è rivoltato in un dirupo. Alla polizia ha detto di non ricordarsi nulla, il che è probabile almeno quanto il fatto che non si dimenticherà della multa di 350.000 euro.

Durante l’alta stagione, le infrastrutture di Maiorca sono sotto pressione, con traffico caotico, servizi pubblici sovraccarichi e spazi pubblici una volta tranquilli ora invasi da turisti. Questo sovraffollamento, inoltre, non solo crea disagi quotidiani per i residenti, ma mette anche a rischio la sostenibilità dell’isola.

Mercato immobiliare impazzito

Il turismo di massa ha portato a un significativo aumento del costo della vita a Maiorca. I prezzi degli immobili sono saliti alle stelle, rendendo difficile per i residenti locali trovare alloggi accessibili. Molti proprietari preferiscono affittare le loro proprietà ai turisti a prezzi elevati piuttosto che ai residenti a lungo termine, creando una crisi abitativa che costringe molti abitanti a lasciare l’isola o a vivere in condizioni precarie. Anche i prezzi dei beni di consumo e dei servizi sono aumentati, complicando ulteriormente la situazione economica dei residenti.

L’identità locale e le richieste dei cittadini

La presenza massiccia di turisti ha portato a una commercializzazione eccessiva dell’isola, che rischia di perdere la sua identità culturale. Le tradizioni locali, la lingua e le usanze stanno lentamente venendo soppiantate da un’industria turistica che punta a soddisfare i gusti e le esigenze dei visitatori stranieri. I residenti temono che Maiorca possa diventare una semplice “fabbrica di vacanze”, perdendo il suo carattere unico e autentico.

Le proteste degli abitanti di Maiorca hanno preso varie forme, dalle manifestazioni pubbliche alle campagne di sensibilizzazione sui social media. I residenti chiedono misure concrete per regolamentare il flusso turistico e garantire uno sviluppo sostenibile. Tra le proposte ci sono:

  • Limitazione del numero di turisti: imporre un tetto massimo al numero di visitatori durante l’alta stagione;
  • Regolamentazione degli affitti turistici: per garantire che ci siano sufficienti alloggi disponibili per i residenti a prezzi accessibili;
  • Protezione delle risorse naturali attraverso politiche ambientali rigorose che preservino l’ecosistema dell’isola;
  • Promozione del turismo sostenibile incentivando forme di turismo che rispettino l’ambiente e la cultura locale.

Come se ne parla in Germania

Per capire la portata del fenomeno “Ballerman”, basti pensare che il quotidiano tedesco Bild da anni dedica al turismo tedesco nell’isola una rubrica ad hoc, in cui dà consigli su cosa fare a Maiorca e altre informazioni utili.
Il quotidiano ricorda che il turismo tedesco negli anni ha portato tanti soldi alle case dell’isola, ma la situazione sta degenerando. Il rischio è che, in nome di un guadagno ingente ma “non sostenibile”, l’isola perda la sua più grande ricchezza: la sua storia e la sua identità.

Non solo Maiorca: le altre proteste contro il turismo selvaggio del 2024

Le proteste dei cittadini di Maiorca sono solo le ultime di una lunga serie. Restringendo l’analisi a quest’anno, sono diverse le località che hanno visto gli autoctoni in rivolta contro il turismo selvaggio.

Barcellona, Spagna

A Barcellona, le proteste contro il turismo di massa si sono riaccese nel 2024. I residenti lamentano che la città è diventata invivibile a causa del sovraffollamento turistico, che ha portato all’aumento degli affitti e alla chiusura dei negozi locali a favore di attività orientate ai turisti. Le strade del centro sono spesso bloccate da gruppi di visitatori, rendendo difficile la vita quotidiana. Le proteste hanno portato le autorità a rafforzare le misure per limitare gli affitti brevi e regolare i flussi turistici nei quartieri più colpiti.

Dubrovnik, Croazia

Nel 2024, Dubrovnik ha visto nuove ondate di manifestazioni da parte dei residenti stanchi del turismo eccessivo, accentuato dalla popolarità della città come location per “Game of Thrones”. Le proteste si sono concentrate sull’impatto negativo delle navi da crociera, che sbarcano migliaia di turisti ogni giorno, creando sovraffollamento e stressando le infrastrutture locali. In risposta, le autorità hanno limitato il numero di turisti giornalieri e imposto nuove regole per le navi da crociera.

Reykjavík, Islanda

Gli islandesi hanno manifestato nel 2024 contro l’afflusso turistico incontrollato, che ha messo a dura prova le risorse naturali e aumentato il costo della vita. I residenti di Reykjavík sono preoccupati per l’impatto ambientale e sociale del turismo, che ha visto un numero crescente di visitatori attratti dai paesaggi unici dell’isola. Le autorità islandesi stanno ora esplorando strategie per promuovere un turismo più sostenibile, tra cui la regolamentazione degli affitti turistici e l’introduzione di tasse turistiche.

Venezia, Italia

Ad aprile, la scelta di prevedere dei ticket di ingresso è stata adottata anche a Venezia, dove la questione del turismo selvaggio è nota da tempo. Una decisione molto contestata, che non ha comunque inficiato sulla voglia di visitare la città del Doge. I dati dicono che l’afflusso è stato di gran lunga superiore alle aspettative. A fine maggio, il ticket d’accesso da 5 euro era stato applicato quindici giorni e in media gli ingressi erano stati pari a 16.500 turisti al giorno. Secondo le previsioni, il ticket porterà nelle casse comunali 2,4 milioni di euro per l’anno in corso.

Quest’anno, le manifestazioni dei cittadini veneziani si erano già intensificate dopo che alcune navi hanno causato ulteriori danni alle fondamenta storiche della città, già fragili. Da anni, gli abitanti denunciano che il turismo eccessivo sta rendendo la vita quotidiana insostenibile, con il sovraffollamento delle strade e l’aumento del costo della vita.

Santorini, Grecia

A Santorini, il 2024 ha portato a nuove proteste contro il turismo di massa, con i residenti che si lamentano del sovraffollamento e della pressione sulle risorse idriche dell’isola. Le strade e le spiagge sono spesso affollate da turisti, rendendo difficile la vita quotidiana per gli abitanti locali. Le autorità stanno lavorando per limitare il numero di turisti giornalieri e promuovere pratiche turistiche più sostenibili.

Kyoto, Giappone

Anche a Kyoto, i residenti hanno manifestato nel 2024 contro il comportamento irrispettoso di alcuni turisti che visitano templi e santuari. Le proteste sono state alimentate da episodi di mancato rispetto delle tradizioni locali e dell’ambiente. Le autorità giapponesi stanno ora intensificando gli sforzi per educare i turisti sul rispetto delle norme culturali e ambientali e stanno implementando nuove regole per gestire meglio i flussi turistici. Da marzo, la capitale giapponese ha vietato ai turisti l’ingresso ai vicoli privati ​​del quartiere delle geishe, perché i visitatori sono diventati troppi e irrispettosi.

Malaga, Spagna

Nel 2024, anche Malaga è diventata teatro di proteste da parte dei residenti locali, esasperati dall’impatto del turismo di massa sulla loro città. La città situata nella popolare Costa del Sol è conosciuta per il suo clima soleggiato, le spiagge affascinanti e la ricca storia culturale.

Tuttavia, l’aumento costante del numero di turisti ha portato a problemi di sovraffollamento, in particolare nel centro storico e nelle zone costiere. Uno dei principali punti di contesa è stato l’aumento degli affitti e dei prezzi degli immobili. Molti residenti hanno visto i loro quartieri trasformarsi in aree turistiche, con un numero crescente di appartamenti affittati a breve termine attraverso piattaforme come Airbnb.

Le autorità locali hanno iniziato a prendere in considerazione le preoccupazioni dei residenti. Sono stati avviati dialoghi con i leader delle comunità locali e sono state annunciate alcune misure preliminari per affrontare i problemi sollevati. Tra queste misure vi sono piani per limitare il numero di licenze per appartamenti turistici e iniziative per promuovere un turismo più responsabile e sostenibile.

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