A Delhi, l’inquinamento sta “divorando” il Forte Rosso

Croste nere si formano sulla superficie del monumento patrimonio Unesco
18 Settembre 2025
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Forte Rosso Delhi Inquinamento Canva
Forte Rosso, Delhi (Canva)

Un monumento iconico, patrimonio Unesco e simbolo dell’India, sta lentamente soccombendo sotto il peso dell’inquinamento atmosferico. Uno studio ha rivelato la formazione di “croste nere” che minacciano le antiche mura del Forte rosso di Delhi, dove l’inquinamento atmosferico sta letteralmente divorando la Storia.

Le sue intricate sculture e la sua stessa struttura sono oggi sotto attacco da preoccupanti “croste nere”, spesse tra 0,05 e 0,5 millimetri, che si formano a causa delle interazioni chimiche tra gli inquinanti e le superfici del Forte, mettendo a rischio un tesoro che racconta secoli della Storia indiana. La sua costruzione iniziò nel 1639 e fu completata nel 1648.I successivi imperatori apportarono varie aggiunte e demolizioni fino al 1660. Dopo il 1857, gli inglesi apportarono ulteriori modifiche durante la loro occupazione.

Il fenomeno rappresenta un campanello d’allarme per la conservazione del patrimonio culturale in una delle città più inquinate del mondo.

Lo studio

Per la prima volta, un’indagine approfondita ha esaminato in modo esaustivo gli effetti dell’inquinamento atmosferico su questo monumento del XVII secolo. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Heritage, è stato condotto tra il 2021 e il 2023 da un team congiunto di ricercatori indiani e italiani. Tra le istituzioni coinvolte spiccano l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’Indian Institute of Technology di Roorkee e Kanpur, e l’Archaeological Survey of India. Questo lavoro è stato sviluppato nell’ambito del progetto “Indo—Italian Centre of Excellence for Restoration and Assessment of Environmental Impacts on Cultural Heritage Monuments”, sotto l’egida del Ministero degli Affari Esteri italiano (Maeci) e del Dipartimento di Scienza e Tecnologia indiano.

I ricercatori hanno analizzato i dati sulla qualità dell’aria di Delhi tra il 2021 e il 2023, raccolti dalle stazioni di monitoraggio del Central Pollution Control Board (Cpcb) situate nel raggio di 10 chilometri dal Forte Rosso. Successivamente, hanno prelevato e raschiato campioni delle croste nere dalle mura del Forte e da altre aree del complesso, inclusi la cinta muraria adiacente alla trafficata Mahatma Gandhi Road e l’edificio Zafar Mahal. Questi campioni, insieme a porzioni di arenaria rossa non alterata, sono stati poi esaminati. L’obiettivo principale era analizzare la composizione chimica delle croste nere e determinarne la possibile origine.

I risultati

Ciò che è emerso è preoccupante. Le analisi hanno rivelato che le “croste nere” sono composte principalmente da gesso e minerali, quali bassanite, weddellite e quarzo. In particolare, il gesso, un prodotto comune della degradazione della pietra, è stato identificato come di origine esterna, accumulatosi sulla superficie del monumento a causa del particolato atmosferico. I ricercatori hanno osservato che questi depositi non solo causano un visibile annerimento e alterazione cromatica, ma provocano anche un grave danneggiamento di elementi architettonici come volte, archi e le delicate sculture in pietra, con fenomeni di sfaldamento e la formazione di bolle sulle pareti.

L’analisi dei dati sulla qualità dell’aria di Delhi ha confermato un quadro altrettanto critico. Le concentrazioni medie annuali di particolato fine e grosso tra il 2021 e il 2023 sono risultate significativamente superiori ai limiti stabiliti dagli standard nazionali di qualità dell’aria. Per esempio, il particolato fine ha superato di quasi 2,5 volte il limite, mentre il grosso ha superato di oltre tre volte il limite. Anche i livelli di biossido di azoto hanno leggermente ecceduto i limiti annuali. Le fonti di questi inquinanti sono molteplici: combustione di combustibili fossili, emissioni veicolari, attività di costruzione, incenerimento di plastica e biomassa, ed emissioni delle fabbriche di cemento. La presenza di metalli pesanti nelle croste nere indica il legame diretto con le emissioni del traffico veicolare e l’usura delle sue parti meccaniche.

Questo studio si inserisce in un contesto più ampio di preoccupazione per il patrimonio indiano; già nel 2018, la Corte Suprema aveva segnalato che il Taj Mahal, un altro celebre mausoleo del XVII secolo, era diventato di un marrone-verdastro a causa dell’inquinamento.

Le prospettive future richiedono azioni immediate. Lo studio raccomanda l’attuazione tempestiva di strategie di conservazione. Nei primi stadi, la rimozione di strati sottili di crosta nera può essere effettuata senza danneggiare l’integrità della pietra. Per le aree più colpite, l’applicazione di protettivi o sigillanti per la pietra potrebbe rallentare o prevenire l’ulteriore formazione delle croste. La protezione di questi monumenti non è solo una questione culturale, ma un monito urgente sull’importanza di un ambiente più pulito e sostenibile per tutti.

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