Risponde in qualunque momento, e puoi chiedergli qualsiasi cosa (nel suo campo). È il primo professore digitale d’Italia, costruito a immagine e somiglianza dell’uomo. Nello specifico, di Davide Tosi, titolare dell’Insegnamento di Big Data presso l’Università dell’Insubria e delegato della rettrice, Maria Pierro, all’Intelligenza artificiale.
Un docente avatar, dunque, realizzato in 3D dall’Ateneo di Varese e Como e dall’Università di Bologna: per crearlo, Tosi ha collaborato con il professor Gustavo Marfia e un team del VARLab, il Virtual and Augmented Reality Lab dell’università bolognese.
In pratica si tratta di un vero e proprio gemello digitale di Tosi: ha il suo aspetto, la sua voce (sintetizzata) e i suoi movimenti. Soprattutto, è istruito sulle materie che il professore ‘reale’ insegna. Dotato di Intelligenza Artificiale generativa, è a disposizione degli studenti, che potranno usarlo in qualsiasi momento parlandoci come fosse il vero docente.
Un professore sempre disponibile
Ma che vantaggi ha il digital twin? Intanto sarà sempre disponibile, notte e giorno, festivi compresi. Inoltre, “permette di far superare le barriere emotive e psicologiche che spesso spingono gli studenti a non sfruttare il ricevimento, dove c’è una relazione umana a uno a uno che spesso li ‘spaventa’”, spiega il professor Tosi a Prometeo 360 Adnkronos.
L’obiettivo è aiutare gli studenti a capire meglio e approfondire concetti complessi, migliorando la loro esperienza didattica. E nessun dubbio che l’AI possa ‘mettere in bocca’ al docente cose che questo non direbbe: “L’avatar è specializzato sui contenuti (slide, libri di testo, ecc.) del mio insegnamento di Big Data. Il progetto è ovviamente un progetto sperimentale e dai test condotti non soffre di allucinazioni essendo lo scope del digital twin ristretto e circoscritto”, ha chiarito ancora Tosi.
Il progetto-pilota, il primo in Italia, può fare da apripista a iniziative analoghe e dunque potrà portare a un cambiamento dirompente per quanto riguarda l’insegnamento. Intanto, “dai test condotti su un sottoinsieme di discenti, l’interesse e l’entusiasmo sono molto alti”, racconta Tosi.
Ma non è la prima volta che l’Ai mette piede nella scuola.
Professori digitali: il futuro dell’insegnamento?
Nel mondo sono diversi gli esperimenti che vedono coinvolta l’AI nella didattica.
In Arizona (Usa) un progetto pubblico prevede che gli insegnanti ‘veri’ diventino delle guide, dei ‘coach’, mentre l’AI determina i piani di studio, declinandoli in modo fluido, personalizzato e digitale per ognuno. E allo stesso tempo insegna ai ragazzi anche ‘come vivere’, ovvero materie come alfabetizzazione finanziaria, definizione degli obiettivi, grinta e resilienza.
In Corea del Sud, l’azienda DeepBrain AI ha collaborato con Università nazionale di Incheon e ha creato l’avatar del professor Kim Pyeong-won, capo dell’Education Innovation Institute. La particolarità è che i digital twin realizzati dalla società sono altamente personalizzabili: quattro toni di voce (normale, morbido, naturale e broadcast), opzioni di abbigliamento (formale e casual) e 15 gesti.
In Europa, l’Università di Salamanca (Spagna) ha in cantiere un progetto per trasformare Miguel de Unamuno (scrittore, drammaturgo e politico spagnolo, morto nel 1936) in un avatar digitale. Anche in questo caso, attraverso l’intelligenza artificiale, il gemello dell’intellettuale di origini basche risponderà alle domande con la sua voce e in base ai suoi testi.
Infine, ma questi sono solo esempi, la Loughborough University, in Inghilterra, intende esplorare le applicazioni della tecnologia olografica per proiettare un’immagine 3 D di intellettuali, scienziati, studiosi – ad esempio Stephen Hawking – e istruirla con il loro lavoro in modo che l’avatar risponda e interagisca come fosse la persona reale.

Come riporta il Guardian, Gary Burnett, professore di creatività digitale presso l’Università inglese, ha sottolineato come ormai “le tecnologie immersive e l’intelligenza artificiale siano le nuove forme di alfabetizzazione”, di conseguenza “gli studenti devono capire cosa significa usarle, essere in quei mondi”.
I docenti in carne e ossa non verranno sostituiti
Se dunque sembra questa la nuova via dell’insegnamento, non ci sarà più spazio per i professori in carne e ossa? Secondo Tosi ci sarà eccome, perché “il digital twin non deve e non dovrà mai sostituire il docente ma deve rimanere un elemento di supporto, un’estensione alla creatività umana“.
In particolare, “le lezioni in aula e in presenza sono fondamentali per l’apprendimento degli studenti: è come dire che non servono più i docenti perché tanto ci sono le slide dell’insegnamento sulla piattaforma e-learning. No, le slide o i libri di testo non sono sufficienti per affrontare un esame universitario”, conclude il professore.
Insomma, l’elemento umano farà sempre la differenza. E poi non va dimenticato che gli avatar non sono autonomi, hanno la conoscenza che gli diamo noi (nello specifico, della persona che viene digitalmente clonata). I digital twin, come l’AI che ne è alla base, non aggiungono nulla che sia realmente proprio, e sono privi dell’esperienza, delle connessioni e le relazioni che rendono la conoscenza davvero utile.