In un’epoca in cui la sostenibilità è diventata un mantra, spesso si dimentica che il vero cambiamento parte da noi. “Non ti chiediamo di salvare il Pianeta, ma il tuo mondo sì”. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica lancia una campagna di sensibilizzazione che invita ognuno di noi a prendersi cura del proprio piccolo angolo di mondo: la casa, il quartiere, la città. Perché se tutti decidessimo di cambiare qualcosa, l’impatto collettivo sarebbe enorme. Ma come possiamo davvero fare la differenza? La risposta non è così complessa come potrebbe sembrare.
Il piccolo gesto che fa la differenza
Ogni mattina, quando ci svegliamo, abbiamo davanti a noi l’opportunità di fare qualcosa di concreto. Non serve aspettare la rivoluzione globale. La vera forza sta nel cambiare le piccole abitudini quotidiane, quelle che, sommate, generano un impatto enorme. Ridurre i consumi energetici in casa, per esempio, è un primo passo fondamentale. Con il superbonus che ha invaso il panorama delle ristrutturazioni, molti italiani si sono già avvicinati a una maggiore efficienza energetica, ma il percorso non finisce qui.
La campagna del Mase, lanciata dal 9 marzo, punta proprio su questo: sensibilizzare le persone a fare scelte più consapevoli e responsabili, che non solo impattano positivamente sull’ambiente ma migliorano anche la qualità della vita. Ad esempio, l’adozione di impianti fotovoltaici o la scelta di fonti rinnovabili per alimentare la nostra casa non è più un’opzione riservata solo ai “pionieri” della sostenibilità. È una scelta sempre più conveniente, grazie agli incentivi e alle politiche pubbliche a favore delle rinnovabili, che permettono di abbattere i costi a medio e lungo termine. Ma come possiamo fare questo cambiamento nel nostro piccolo? Basta un gesto semplice, come sostituire le vecchie lampadine a incandescenza con quelle a LED, o ridurre il consumo di acqua calda.
Comunità energetiche rinnovabili
Siamo abituati a pensare che il nostro impatto sul mondo si misuri solo in termini di emissioni di CO2 o consumo di risorse naturali, ma in realtà, la vera chiave per un futuro sostenibile sta nella possibilità di autosufficienza energetica. L’Italia, con il supporto delle politiche del Mase, sta favorendo la creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili. In parole povere, si tratta di iniziative che permettono a piccole realtà, come i comuni o i gruppi di cittadini, di autoprodurre energia attraverso fonti rinnovabili (come il fotovoltaico) e di condividerla tra di loro, riducendo la dipendenza dalle grandi reti centralizzate.
Questa rivoluzione energetica, che fa leva sulle comunità locali, è un’opportunità concreta per tutti. In particolare, le CER permettono alle piccole realtà, anche nei comuni sotto i 5000 abitanti, di ottenere contributi per la realizzazione di impianti energetici a bassa emissione, come pannelli fotovoltaici. Non è solo una questione ecologica, ma anche economica. Se si riesce a produrre energia in modo autonomo, il risparmio è assicurato, e si offre una nuova prospettiva per l’economia locale. Allora, perché non farsi promotori di questa piccola grande rivoluzione proprio nel nostro quartiere? Creare una CER è più semplice di quanto sembri, e può portare enormi benefici anche a livello sociale, creando una rete di solidarietà energetica che si diffonde dai singoli ai gruppi, passando per le istituzioni locali.
Dalle rinnovabili all’innovazione
Se pensiamo a come salvare il nostro mondo, non possiamo dimenticare il ruolo delle rinnovabili. Solare, eolico, geotermico: queste sono le risorse che ci possono fare raggiungere gli obiettivi climatici senza compromettere la nostra economia. L’Italia ha un piano ambizioso per il futuro, con l’obiettivo di ottenere nel 2030 una potenza da fonti rinnovabili di ben 131 gigawatt. Una parte consistente di questa energia arriverà dal solare (quasi 80 gigawatt), ma ci sarà anche un contributo rilevante dall’eolico, dall’idrico e dalle bioenergie. L’importante è che l’Italia sta intraprendendo un percorso serio per decarbonizzare la sua produzione energetica.
Oltre al potenziamento delle rinnovabili, c’è un altro aspetto che può fare la differenza: l’innovazione tecnologica. Con il decreto FER2, il governo ha previsto l’incentivazione di impianti rinnovabili innovativi e con costi di esercizio elevati. Pensiamo per esempio agli impianti alimentati da biogas, eolico off-shore e fotovoltaico floating (su acque interne), ma anche all’energia mareomotrice, ovvero l’energia generata dal movimento delle onde del mare. Queste tecnologie, seppur più complesse e costose, stanno diventando sempre più efficienti e potranno contribuire notevolmente alla riduzione delle emissioni di gas serra nei prossimi decenni.
Anche a livello domestico, l’innovazione gioca un ruolo fondamentale. Non è solo una questione di installare un pannello solare sul tetto: è necessario pensare in modo integrato, come ad esempio con l’agrivoltaico, che combina la produzione di energia fotovoltaica con l’agricoltura. L’Italia ha già dato il via a una serie di progetti in questa direzione, e con i giusti incentivi potremmo essere pionieri in un settore che ha un potenziale enorme.
L’idrogeno verde è la nuova frontiera energetica. Con il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), l’Italia ha posto una grande attenzione allo sviluppo dell’idrogeno, in particolare per settori difficili da decarbonizzare, come l’industria e la mobilità pesante. Le “Hydrogen Valleys”, ovvero i distretti locali dedicati alla produzione e uso dell’idrogeno, potrebbero diventare una risorsa fondamentale per la transizione energetica. Si stima che, con adeguati investimenti, queste aree possano contribuire in modo significativo a ridurre le emissioni di gas serra, creando, nel contempo, nuovi posti di lavoro nelle aree industriali dismesse.
A fianco dell’idrogeno, il nucleare da fissione e da fusione è visto come una soluzione complementare. In Italia, la Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile sta lavorando per garantire che l’energia nucleare, se ben gestita, possa essere integrata con le rinnovabili senza compromettere la sicurezza e l’ambiente. Con l’approvazione di nuove leggi in tal senso, l’Italia si prepara a un mix energetico che combinerà energie rinnovabili, nucleare e innovazione tecnologica.