Andiamo a grandi passi verso la catastrofe. Secondo il Doomsday Clock mancano 89 secondi alla mezzanotte, ovvero all’impatto: erano 3 minuti nel 2015, 90 secondi l’anno scorso. Il Bollettino degli scienziati atomici ha infatti spostato di nuovo in avanti la lancetta dell’Orologio del Giorno del Giudizio, che da 78 anni ci dice come siamo messi rispetto all’Apocalisse, e ci ha avvicinato ulteriormente al ‘momento zero’.
Lo spostamento di un solo secondo potrebbe sembrare poco, ma non è così: siamo al momento più vicino al disastro della nostra storia. Come avvisano gli scienziati e gli esperti che ogni anno aggiornano il Doomsday Clock, “il mondo è già pericolosamente vicino al precipizio, una mossa di un solo secondo dovrebbe essere presa come un’indicazione di estremo pericolo e un avvertimento inequivocabile che ogni secondo di ritardo nel corso di inversione aumenta la probabilità di un disastro globale”.
Cos’è il Doomsday Clock
Creato nel 1947 dal Bulletin of the Atomic Scientists, a sua volta creato due anni prima da Albert Einstein, J. Robert Oppenheimer e gli scienziati dell’Università di Chicago che hanno contribuito al Progetto Manhattan, l’Orologio del Giorno del Giudizio utilizza l’immaginario dell’Apocalisse (Mezzanotte) e il conto alla rovescia dell’esplosione nucleare per rappresentare le minacce che pendono sull’umanità e il pianeta. In quel momento era ancora fresco l’uso della bomba atomica nel corso della Seconda guerra mondiale, e il tema è rimasto più che attuale anche dopo, quando queste armi hanno giocato un ruolo di deterrenza durante la Guerra fredda. Ma la questione rimane aperta ancora oggi, come il conflitto tra Russia e Ucraina dimostra.
La Mezzanotte dunque segnerebbe la fine del mondo. Nel 1947 le lancette vennero impostate sui sette minuti prima della mezzanotte. Nel 1984, come cantavano gli Iron Maiden, i minuti erano scesi a due, per poi risalire a tre nel 2015 dimostrando che migliorare è possibile. Ma negli ultimi anni la traiettoria è una progressiva e costante discesa verso l’abisso. Nel 2023, a causa della pandemia, dei cambiamenti climatici e del conflitto russo-ucraino, l’orologio è arrivato a segnare le 23:58:30, un record appena sorpassato nel 2025.
Chi decide a che punto siamo
Il Doomsday Clock è fissato ogni anno dal Consiglio per la scienza e la sicurezza del Bollettino (SASB, un board composto da un gruppo selezionato di leader esperti a livello mondiale sul rischio nucleare, sui cambiamenti climatici e sulle tecnologie dirompenti) in consultazione con il suo Consiglio di Sponsor, che comprende nove Premi Nobel. Nel tempo, l’Orologio è diventato un indicatore universalmente riconosciuto della vulnerabilità mondiale alla catastrofe globale causata dalle tecnologie create dall’uomo.
Perché ci avviniamo all’Apocalisse
Perché Siamo a 89 Secondi dalla Mezzanotte? Per il semplice fatto che le tendenze che hanno preoccupato il Consiglio per la scienza e la sicurezza sono continuate, e nonostante i segni inequivocabili di pericolo, i leader nazionali e le loro società non sono riusciti a fare ciò che è necessario per cambiare rotta.
Il 2024 di fatto ha visto un’escalation di eventi che avvicinano pericolosamente l’umanità alla distruzione. Tra questi, i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, il collasso dei negoziati sul controllo degli armamenti, l’aggravarsi dei cambiamenti climatici e l’abuso delle tecnologie emergenti.
Quattro sono gli ambiti su cui il Bulletin si focalizza per decidere a che punto siamo.
Rischio nucleare
La guerra in Ucraina, che tra meno di un mese compirà tre anni, potrebbe diventare nucleare in qualsiasi momento a causa di una decisione avventata o di un incidente o errore di calcolo. Allo stesso modo, il conflitto in Medio Oriente minaccia di esplodere in una guerra più ampia. In tutto ciò, i Paesi che possiedono armi nucleari stanno investendo centinaia di miliardi di dollari nei propri arsenali, e anche Stati che ne sono privi stanno prendendo in considerazione lo sviluppo di armamenti. Di pari passo, i rapporti internazionali sulla materia sono insufficienti e inadeguati. Tutte cose che minano gli sforzi di non proliferazione di lunga data e aumentano i modi in cui potrebbe iniziare la guerra nucleare.
Cambiamenti climatici
Il 2024 ha segnato nuovi record negativi per il clima, tra innalzamento del livello del mare e temperature record tra gli altri. Nonostante la crescita di energie rinnovabili come il solare e l’eolico, le emissioni globali di gas serra continuano ad aumentare. Il risultato sono eventi estremi e disastri sempre più frequenti, come inondazioni, cicloni tropicali, ondate di calore, siccità e incendi che hanno colpito ogni continente. A fronte di tutto ciò, la maggior parte dei governi non riesce a mettere in atto le iniziative di finanziamento e politiche necessarie per fermare il riscaldamento globale, e il nuovo vento politico in Usa e in molti altri Paesi non fa dormire sogni tranquilli sulle future azioni di chi decide.
Biosicurezza
La minaccia di una pandemia globale persiste, ampliata dal caso dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI). Inoltre, presumibilmente i laboratori biologici ad alto contenimento continuano ad essere costruiti in tutto il mondo, senza che i sistemi di supervisione reggano il passo. Ciò aumenta la possibilità che gli agenti patogeni con potenziale pandemico possano sfuggire. A ciò si aggiungono i rapidi progressi nell’intelligenza artificiale che hanno aumentato il rischio che i terroristi possano raggiungere la capacità di progettare armi biologiche per le quali non esistono contromisure.
Tecnologia dirompente
Le tecnologie emergenti, in particolare l’intelligenza artificiale, stanno diventando strumenti pericolosi, soprattutto se applicate all’ambito militare. I sistemi che incorporano l’Ai nel targeting sono stati utilizzati in Ucraina e in Medio Oriente, e diversi Paesi si stanno muovendo in tal senso. Uno sviluppo che apre altri problemi: in che misura le macchine saranno autorizzate a prendere decisioni, tra cui quelle che potrebbero uccidere su vasta scala e quelle relative all’uso di armi nucleari?
C’è poi la corsa allo Spazio, dove la Cina e la Russia stanno attivamente sviluppando capacità anti-satellite. Gli Stati Uniti inoltre hanno accusato la Russia di aver testato un satellite con una testata fittizia, col fine di mettere in orbita armi nucleari.
La disinformazione
Il Bullettin non dimentica altre minacce trasversali che agiscono come moltiplicatore, su tutte la diffusione di disinformazione e teorie del complotto che degradano l’ecosistema delle comunicazioni, confondono sempre più la linea tra verità e falsità e destabilizzano le democrazie. I progressi nell’intelligenza artificiale inoltre stanno rendendo più facile l’espandersi di informazioni false o non autentiche e più difficile rilevarle. Allo stesso tempo, si segnalano sforzi transfrontalieri per utilizzare la disinformazione e altre forme di propaganda per sovvertire le elezioni mentre alcune tecnologie, media e leader politici sfruttano menzogne e complottismi per i propri fini.
Cosa possiamo fare per allontanare la Mezzanotte?
Il Bollettino non deve essere l’occasione né per disperarsi né per piangersi addosso. Come spiega Daniel Holz, PhD, presidente di SASB, Bulletin of the Atomic Scientists, e professore presso l’Università di Chicago: “Lo scopo del Doomsday Clock è quello di iniziare una conversazione globale sulle minacce esistenziali reali che mantengono svegli i migliori scienziati del mondo di notte. I leader nazionali devono iniziare le discussioni su questi rischi globali prima che sia troppo tardi”.
L’appello degli scienziati, degli esperti e dei Premi Nobel che ogni anno ci dicono quanto l’umanità stia danzando col fuoco, è proprio quella di far capire ai leader mondiali la situazione in modo che decidano di prendere azioni coraggiose per ridurre le minacce alla nostra stessa sopravvivenza.
Ma se i leader globali hanno la responsabilità primaria, anche i cittadini e la comunità internazionale possono giocare un ruolo:
- aumentando la consapevolezza: sensibilizzando l’opinione pubblica sui rischi posti da armi nucleari, cambiamenti climatici e disinformazione
- promuovendo la scienza: sostenendo l’educazione scientifica e la ricerca indipendente, contrastando la manipolazione delle informazioni
- richiedendo azioni politiche: facendo pressione sui governi affinché diano priorità al disarmo nucleare, alla transizione energetica e alla regolamentazione delle tecnologie emergenti
- rafforzando la cooperazione internazionale: supportando organizzazioni e accordi multilaterali volti a ridurre le minacce globali.
Il Bullettin conclude con un’esortazione: “Continuare ciecamente sul sentiero attuale è una forma di follia. Gli Stati Uniti, la Cina e la Russia hanno il potere collettivo di distruggere la civiltà. Questi tre Paesi hanno la responsabilità primaria di ritirare il mondo dall’orlo, e possono farlo se i loro leader iniziano seriamente le discussioni in buona fede sulle minacce globali delineate qui. Nonostante i loro profondi disaccordi, dovrebbero fare questo primo passo senza indugio. Il mondo dipende dall’azione immediata”.