Viaggi su misura con l’AI: ecco i prompt da usare

Come usare l’intelligenza artificiale per pianificare le vacanze (e a cosa fare attenzione)
29 Luglio 2025
7 minuti di lettura
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Ferie sempre più personalizzate, scelte più rapide, budget ottimizzati: l’intelligenza artificiale è entrata con decisione nel mondo del turismo. Fino a pochi anni fa era impensabile affidare la pianificazione di una vacanza a un’intelligenza artificiale. Oggi, invece, sta diventando una prassi diffusa, soprattutto tra i viaggiatori digitalmente più attivi.

Lo dimostra un dato già significativo: il 29% degli italiani ha utilizzato l’Ai per pianificare le vacanze estive 2025. E la percentuale è destinata a crescere. Secondo una ricerca dell’Osservatorio Travel Innovation del Politecnico di Milano, il 42% degli utenti che hanno utilizzato strumenti di Ai per organizzare i propri viaggi dichiara di aver risparmiato tempo, mentre il 35% afferma di aver ottenuto offerte più vantaggiose rispetto ai tradizionali motori di ricerca o comparatori online.

Non si tratta solo di consultare una chatbot o farsi tradurre un menù dal telefono. Oggi l’Ai è diventata una vera e propria consulente di viaggio: suggerisce mete, confronta prezzi, crea itinerari personalizzati e prenota in autonomia voli e hotel. Il tutto a qualsiasi ora e in pochi minuti.

A cambiare non è solo il mezzo, ma anche l’approccio. La relazione con l’intelligenza artificiale è conversazionale: si può scrivere “organizzami un weekend romantico in una città europea con budget di 500 euro, partendo da Roma il 10 ottobre” e ottenere in pochi secondi un programma completo, che include volo, alloggio, ristoranti e attività consigliate. Oppure chiedere “viaggio di 7 giorni in Giappone per amanti del sushi, con tappe non turistiche”. La risposta non è una semplice lista di link, ma un itinerario coerente, con mappe, orari e suggerimenti di prenotazione.

Ma quanto è affidabile questo strumento? Se da un lato la tecnologia consente di costruire viaggi su misura in pochi click, dall’altro resta il rischio di ricevere risposte generiche, incomplete o non aggiornate. Intanto, le agenzie tradizionali osservano il fenomeno con attenzione (e qualche contromisura). Ecco come usare davvero l’intelligenza artificiale per programmare le vacanze — sfruttandone le potenzialità senza farsi abbagliare dai limiti.

Come l’Ai ispira e personalizza le vacanze

I nuovi strumenti Ai generativi, come ChatGPT, Claude, Gemini o Copilot, sono in grado di elaborare itinerari dettagliati in base a preferenze individuali, budget, clima, stagionalità, eventi locali e persino ai gusti gastronomici degli utenti.

Ma non ci sono solo le chatbot: anche piattaforme come Booking, Airbnb e Skyscanner stanno integrando funzioni di raccomandazione predittiva basata su modelli di machine learning. Il comportamento degli utenti viene tracciato, analizzato e trasformato in suggerimenti mirati. “Chi ha prenotato questa struttura ha visitato anche…” non è più solo un consiglio da algoritmo: è una profilazione sofisticata basata su gusti, pattern e budget.

A questo si aggiungono strumenti come GuideGeek, un assistente di viaggio Ai su WhatsApp che promette itinerari in tempo reale e suggerimenti geolocalizzati. Oppure Tripnotes, che genera mappe e piani di viaggio partendo da un semplice prompt.

Prompt utili per la fase esplorativa:

  • “Proponimi 3 mete europee facilmente raggiungibili da Bologna con volo diretto e alloggio sotto i 100 euro a notte”
  • “Fammi una lista di 5 città da visitare in una settimana con tappe culturali e street food, partendo da Roma”
  • “Cosa posso vedere in Andalusia in 4 giorni senza noleggiare un’auto?”
  • “Itinerario sostenibile in treno da Milano verso i laghi alpini, con pernottamenti in B&B ecologici”
  • “Consigliami destinazioni per single over 40 interessati a natura e cultura in agosto”

La vera forza dell’Ai, in questa fase, è la capacità di rompere la bolla dei soliti consigli e proporre alternative fuori dal radar del turismo di massa.

L’Ai come motore di ricerca (e risparmio)

Se l’ispirazione è la parte più creativa, il momento della prenotazione richiede efficienza. È qui che l’Ai mostra la sua concretezza, incrociando migliaia di dati per trovare combinazioni vantaggiose di voli, hotel e trasporti. Portali come Hopper utilizzano reti neurali per prevedere l’andamento delle tariffe e suggerire il momento giusto per prenotare. Google Flights invia alert automatici in caso di variazioni di prezzo, mentre Booking ed Expedia usano algoritmi per ordinare gli alloggi in base alla probabilità che corrispondano davvero alle esigenze dell’utente.

Anche strumenti come Kayak Ai Planner o Google Gemini Travel offrono funzioni predittive per stimare ritardi, saturazione delle strutture o calo dei prezzi, basandosi su cronologie meteo e comportamenti delle compagnie aeree.

Secondo una rilevazione di Skyscanner, chi usa strumenti Ai per prenotare viaggi spende tra il 12% e il 18% in meno rispetto alla media. Ma è nel risparmio di tempo che il salto è più netto: da ore a minuti.

Una nuova tendenza è l’uso di prompt avanzati, che permettono di personalizzare la ricerca in modo mirato, ad esempio:

  • “Trovami voli per le Canarie da Torino tra il 10 e il 25 agosto sotto i 200 euro, con solo bagaglio a mano”
  • “Confronta hotel a Berlino 4 stelle con recensioni sopra 8 e cancellazione gratuita”
  • “Suggeriscimi 3 destinazioni balneari con pacchetti volo + hotel sotto i 600 euro partendo da Napoli”
  • “Quali sono i periodi più economici per volare in Giordania da ottobre?”
  • “Trova tratte andata e ritorno più economiche anche usando compagnie diverse”

Chi ha dimestichezza con bot Telegram o sistemi di alert automatizzati può spingersi oltre, sfruttando API di compagnie aeree o feed RSS per scovare “tariffe errore” o offerte lampo.

Resta però la necessità di vigilanza. L’Ai può proporre offerte ripetitive, non sempre aggiornate, e in alcuni casi “filtra” i risultati secondo logiche commerciali. Il rischio è muoversi in una bolla algoritmica senza accorgersene. Verificare sempre orari, condizioni, bagagli inclusi e possibilità di cancellazione è un passaggio obbligatorio.

In viaggio con l’Ai

Se pianificare è un’arte, adattarsi lo è ancora di più. Anche i viaggi costruiti nei minimi dettagli possono essere stravolti da uno sciopero, una prenotazione saltata, un meteo avverso o semplicemente da un cambio di voglia. È in queste situazioni che l’intelligenza artificiale torna utile anche durante il viaggio, come assistente capace di riorganizzare, consigliare e risolvere, spesso in tempo reale.

Un esempio? Tradurre al volo un cartello, una voce al telefono o un menù in un ristorante di provincia grazie alla modalità conversazione di Google Translate o DeepL. Oppure interrogare un assistente vocale per chiedere: “C’è un treno per Barcellona nelle prossime due ore?” senza dover cercare manualmente tra le tabelle orarie.

L’Ai si rivela utile anche nei micro-dilemmi quotidiani: trovare una farmacia aperta in zona, scoprire se il ristorante ha opzioni senza glutine, tradurre recensioni online scritte in lingue non comprensibili. Ma il suo ruolo diventa fondamentale soprattutto nella gestione dei piani B.

Prompt efficaci per gestire l’imprevisto:

  • “Suggeriscimi cosa fare a Vienna con bambini se piove tutto il giorno”
  • “Consigliami un’alternativa a Pompei se oggi è troppo affollata”
  • “Trova hotel last minute a Siviglia sotto i 90 euro per stanotte con check-in immediato”
  • “Prevedi il traffico per domani mattina da Marsiglia a Nizza e proponi orari alternativi”
  • “Suggeriscimi attività gratuite e poco turistiche a Budapest se ho solo 5 ore”

La flessibilità diventa una risorsa. Le app di navigazione come Google Maps, Waze o Citymapper già utilizzano algoritmi predittivi per suggerire percorsi alternativi o mezzi pubblici in tempo reale, ma con l’integrazione dei modelli linguistici avanzati stanno iniziando a rispondere a domande più complesse, tipo: “Se esco adesso, quanto tempo impiego per arrivare al Museo d’Orsay evitando code e pioggia?”

Anche per chi viaggia in gruppo, l’Ai può fungere da “mediatore operativo”: si può chiedere a un assistente virtuale di stilare una lista di attività adatte a diverse esigenze – bambini, adolescenti, over 60 – e creare un piano orario che tenga conto delle energie del gruppo, delle pause e dei tempi di spostamento.

Prompt da usare “on the go”:

  • “Organizza per oggi pomeriggio un giro a piedi nel quartiere Trastevere con 3 tappe storiche, 2 locali tipici e rientro entro le 19”
  • “Traduci questa frase in francese per chiedere un menù vegetariano senza latticini”
  • “Dove posso fare il check-in di un volo WizzAir a Marsiglia con assistenza bagagli?”
  • “Previsioni meteo a ore per le Dolomiti domani e consigli per escursioni brevi con meteo variabile”

Alcuni strumenti si spingono oltre: Pocketalk e Timekettle sono dispositivi di traduzione simultanea basati su Ai, utilizzati anche da operatori umanitari in zone di crisi, ma sempre più apprezzati dai viaggiatori per abbattere barriere linguistiche in situazioni delicate, come in ospedale, in aeroporto o durante controlli di frontiera.

Infine, l’intelligenza artificiale diventa anche un modo per arricchire l’esperienza culturale. App come Smartify permettono di puntare la fotocamera su un’opera d’arte e ricevere una spiegazione vocale o testuale personalizzata, mentre i nuovi visori e auricolari con Ai integrata (come quelli di Meta o Bose) iniziano a offrire esperienze aumentate in tempo reale per chi visita siti archeologici o musei all’aperto.

Quando la tecnologia non basta

Non tutti i viaggiatori si sentono rappresentati dal modello Ai-centrico. Il 71% degli italiani continua a preferire un approccio tradizionale, spesso per mancanza di fiducia o per la complessità della destinazione.

L’esperienza umana, con la sua capacità di ascolto e adattamento, resta insostituibile per viaggi su misura con esigenze non standardizzabili. Le agenzie di viaggi specializzate stanno tornando centrali per chi cerca garanzie, soluzioni personalizzate o semplicemente la certezza di avere un interlocutore reale.

Ma il problema non è solo qualitativo. L’Ai, per quanto potente, non ha accesso universale a tutte le fonti di dati, e spesso si basa su contenuti già esistenti, molti dei quali datati. Le informazioni possono risultare obsolete, incomplete o – nei casi peggiori – errate. Questo limita la capacità dell’utente di prendere decisioni affidabili basandosi solo sull’output dell’algoritmo.

Prompt che spesso deludono (e perché):

  • “Organizza un viaggio su misura in Islanda con budget di 900 euro tutto incluso”: troppo vago, l’Ai tende a offrire un itinerario “standard” senza considerare i costi reali di trasporto e alloggio.
  • “Suggeriscimi 5 hotel unici per una proposta di matrimonio a Bali”: senza preferenze chiare (vista mare, spa, prezzo), le risposte rischiano di essere generiche.
  • “Pianifica il mio safari in Tanzania con guida italiana e pernottamenti in lodge”: l’Ai fornisce dati indicativi, ma la selezione finale richiede contatti diretti e verifica puntuale.

La sintesi è chiara: l’AI può accelerare il processo, ma non sempre può sostituire l’interazione umana.

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