Con l’arrivo della primavera, torna puntuale anche l’ora legale. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2025, gli italiani sposteranno in avanti le lancette dell’orologio di un’ora, segnando l’inizio del periodo dell’anno in cui le giornate sembrano allungarsi grazie alla maggiore disponibilità di luce naturale nelle ore serali. Una consuetudine che resiste al tempo e che, nonostante le discussioni periodiche sulla sua efficacia e i suoi effetti sulla salute, continua a essere adottata in Italia e in gran parte dell’Europa.
Il ritorno dell’ora legale, che nel 2025 scatterà nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo, riaccende il dibattito sulla sua effettiva utilità. Se da un lato l’avanzamento di un’ora delle lancette permette un maggiore sfruttamento della luce naturale serale, dall’altro crescono le perplessità legate agli impatti sulla salute, sui ritmi biologici e sulla reale entità del risparmio energetico.
Un’Europa divisa sul futuro dell’ora legale
L’Unione Europea ha discusso a lungo l’abolizione dell’ora legale. Nel 2018 il Parlamento europeo ha votato a favore di una proposta che avrebbe dovuto eliminare il cambio d’ora stagionale, lasciando ai singoli Stati la libertà di scegliere se mantenere l’ora solare o legale tutto l’anno. Tuttavia, l’idea di un’Europa senza cambi d’orario si è arenata tra le divergenze dei vari Paesi e le complicazioni pratiche di un continente che fatica a mettersi d’accordo su un regime orario unificato. Così, anno dopo anno, si ripete il rito del cambio d’ora, con la sua scia di sostenitori e detrattori.
In Italia, la discussione sulla possibile abolizione dell’ora legale ha perso slancio, complice il fatto che il sistema attuale, alternando ora solare e ora legale, è ormai un’abitudine consolidata. Mentre alcuni Paesi del Nord Europa, dove la variazione stagionale delle ore di luce è più marcata, preferirebbero mantenere l’ora solare per tutto l’anno, in Italia e in altre nazioni mediterranee l’ora legale resta la scelta più logica per sfruttare meglio la luce del giorno.
I favorevoli all’ora legale sottolineano soprattutto il risparmio energetico: sfruttando un’ora in più di luce naturale nelle ore serali, si riduce il consumo di elettricità per l’illuminazione. Di contro, c’è chi contesta l’utilità dell’ora legale, evidenziando gli effetti negativi sulla salute. Diversi studi hanno dimostrato che il cambio d’ora può alterare il ritmo circadiano, causando disturbi del sonno, affaticamento e un aumento temporaneo del rischio di problemi cardiaci e incidenti stradali nei giorni successivi all’adattamento. Per alcuni esperti, il gioco non varrebbe la candela: i benefici economici ed energetici sarebbero minimi rispetto ai possibili danni al benessere delle persone.
Per il momento, dunque, il cambio d’ora rimane un appuntamento fisso. Che si sia favorevoli o contrari, nella notte tra il 29 e il 30 marzo 2025 le lancette si sposteranno di un’ora in avanti. E con esse torneranno le giornate più lunghe, le serate luminose e le immancabili discussioni su un’abitudine che, al di là delle opinioni personali, continua a segnare il tempo dell’Italia e dell’Europa.