Oscurare il Sole per raffreddare la Terra: il piano di Elon Musk per combattere il cambiamento climatico

Un sistema di satelliti sarebbe in grado di limitare la quantità di energia solare che raggiunge il pianeta. Ma l’operazione non sarebbe priva di conseguenze
11 Novembre 2025
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Sole ne cielo azzurro

Oscurare il Sole per raffreddare la Terra. È la nuova idea del mega miliardario Elon Musk, che l’ha condivisa sul social di sua proprietà, X, la scorsa settimana. La buona notizia: l’uomo più ricco del mondo riconosce che il riscaldamento globale esiste ed è un problema. La cattiva è che non sembra tenere in conto le conseguenze di una soluzione simile.

In pratica Musk, da molti ritenuto un ‘genio visionario’ e da molti altri un ‘folle megalomane’, è quella di mettere in orbita attorno al Pianeta “una grande costellazione di satelliti AI”, peraltro alimentati “a energia solare”, grazie alla quale apportare “piccoli aggiustamenti alla quantità di energia solare che raggiunge la Terra” e in questo modo “prevenire il riscaldamento globale”.

Cos’è la geoingegneria solare

Se è facile accostare Musk al Mr. Burns del cartone animato ‘I Simpsons’, che già nel 1995 (nell’episodio ‘Chi ha sparato a Mr. Burns – parte 1’) decideva di costruire un oscuratore solare per la sua città, Springfield, la proposta è in realtà più seria di quanto non si pensi.

Il miliardario sudafricano infatti si inserisce in un filone frequentato da decenni da politici e scienziati, quello del Solar Radiation Management (SRM), o gestione della radiazione solare. La teoria è semplice: riflettere una parte della luce del Sole prima che arrivi sulla Terra, in modo da raffreddare il pianeta, intendendo la sua temperatura media globale. Quanto a come arrivare a un tale risultato, il modo cambia a seconda del progetto:

  • rilascio nella stratosfera di particelle riflettenti (di solfati, calcio, biossido di titanio, ecc…), per ‘rimbalzare’ una parte della radiazione solare nello spazio (Stratospheric Aerosol Injection, SAI). È la forma di geoingegneria solare più studiata e controversa;
  • posizionamento di schermi o specchi nello spazio (Space Sunshades) con funzione riflettente o diffrattiva in orbita;
  • spruzzo di particelle di sale marino nell’atmosfera per ‘sbiancare’ le nuvole basse sugli oceani e riflettere più Sole (Marine Cloud Brightening, MCB);
  • posizionamento di parasoli “leggeri” ancorati a un asteroide come contrappeso;
  • tecniche più “locali”: verniciare tetti di bianco, coltivazioni più riflettenti, superfici chiare nelle aree urbane o desertiche. È la via più semplice, ma ha effetti globali minimi.

    La geoingegneria climatica e quella solare, che puntano a intervenire artificialmente sull’equilibrio energetico del pianeta, sono oggi uno dei campi più controversi della ricerca climatica, finendo anche nelle teorie cospirative: diffusa è persistente è quella relativa alle cosiddette ‘scie chimiche’, che confondono normali fenomeni di condensazione con operazioni segrete di manipolazione. Negli Stati Uniti Robert Kennedy Jr, segretario alla Salute, ha promesso di combatterle.

    La proposta di Musk per oscurare il Sole

    Come anticipato, Musk vuole usare una costellazione di satelliti dotati di specchi o pellicole riflettenti in orbita per creare una sorta di “scudo solare”. D’altronde la sua SpaceX con il programma Starlink ha già posizionato intorno alla Terra nelle orbite basse oltre 6mila satelliti, e prevede di piazzarne altre decine di migliaia. Questo fatto sembra dare corpo e peso alla sua proposta, ma al momento le difficoltà tecniche e i costi per realizzare uno ‘scudo’ del genere sono talmente grandi che di concreto non c’è nulla, né risulta che Starlink stia procedendo in questa direzione. Insomma, la SRM è possibile, dicono gli scienziati, ma i rischi sono tanti e abbracciano molti ambiti, tutti apparentemente sottovalutati dal proprietario di X e Tesla.

    I rischi della geoingeneria solare (e dell’idea di Musk)

    Intanto a livello di ambiente: il clima è molto più complesso di quello che sembra credere Musk, perciò non è possibile prevede le conseguenze che avrebbe il modificare la quantità di luce che raggiunge la Terra. Un’alterazione anche minima potrebbe variare le correnti atmosferiche, le piogge e le temperature regionali, causando squilibri dai quali non si potrebbe tornare indietro. Vi sono poi rischi di “termination shock”: se si interrompesse improvvisamente la schermatura, la temperatura risalirebbe bruscamente.

    Secondo alcuni scienziati, inoltre, una soluzione basata sulla geoingegneria solare può portare al rinvio o all’abbandono dei progetti di riduzione delle emissioni di gas serra, che rimangono necessari. La SRM non eliminerebbe la CO₂ né le cause del riscaldamento: agirebbe solo sugli effetti termici.

    Anche a livello di governance il dilemma è critico: chi deciderebbe quando e come “oscurare” il Sole? Chi controllasse il sistema potrebbe danneggiare altri Paesi, aprendo la porta a ricatti e disuguaglianze: un pericolo ancora più grosso se le leve del potere fossero in mano a privati (ad esempio, SpaceX di Musk).

    Nel diritto internazionale una situazione del genere non è regolata in nessun modo, e in un momento in cui il multilateralismo sembra tramontare a favore di un ritorno su scala globale alla legge del più forte, il rischio di generare nuovi drammatici conflitti geopolitici è ancora più alto, per non dire certo.

    “La Terra è stata una palla di neve molte volte in passato”

    Musk liquida la questione velocemente, almeno su X. A un utente che gli chiede come la costellazione da lui proposta possa garantire “aggiustamenti precisi ed equi all’energia solare negli emisferi terrestri, tenendo conto delle variazioni stagionali e dei potenziali conflitti geopolitici per il controllo”, risponde che “basterebbero solo piccoli aggiustamenti per prevenire il riscaldamento o il raffreddamento globale. La Terra è stata una palla di neve molte volte in passato”.

    La realtà non è proprio così lineare: per dirne una, l’eruzione del Monte Tambora nel 1815 innescò l”anno senza estate’ in Europa, portando con sé carestie e malattie. Oggi sono passati due secoli, ma le conseguenze di un raffreddamento improvviso e incontrollabile sarebbero comunque incerte e molto pericolose.

    Nella fantasia distopica del film di Bong Joon-ho ‘Snowpiercer (2013)’ i governi finivano per provocare una glaciazione globale tentando di raffreddare il pianeta spruzzando aerosol stratosferici: ma il pericolo è anche affidarsi a tecnologie di portata planetaria senza un quadro giuridico, etico e politico condiviso.

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