Se pensate che il mercato del lavoro sia tornato alla normalità dopo gli scossoni degli ultimi anni, preparatevi a cambiare idea. Il Global In-demand Skills Report 2024 di Randstad Enterprise racconta una storia ben diversa: il mondo del lavoro non si è stabilizzato, si è trasformato. Le aziende non cercano più solo titoli di studio prestigiosi o anni di esperienza, ma competenze specifiche, capaci di adattarsi a un contesto sempre più tecnologico e specializzato.
Da un lato, l’avanzata dell’Ai e dell’automazione sta ridefinendo il concetto stesso di competenza per i ‘colletti bianchi’. Dall’altro, i lavori manuali altamente qualificati – i cosiddetti ‘blue collar’ – stanno vivendo una rinascita inaspettata. Ma la domanda chiave resta: chi possiede oggi le competenze giuste per cavalcare questa rivoluzione?
Ai e automazione
L’Ai non è più solo una parola alla moda: è un requisito fondamentale in sempre più settori. Secondo il report di Randstad, oltre il 5% di tutti gli annunci di lavoro analizzati nel 2024 richiede competenze in intelligenza artificiale, e il 10% dei candidati dichiara di possederle. Ma c’è un problema: mentre cresce il numero di professionisti che si avvicinano all’Ai, scarseggiano gli esperti con esperienza consolidata. Per specializzazioni avanzate come il Natural Language Processing, il tasso di vacanza dei posti di lavoro per candidati senior è quasi cinque volte superiore alla media.
L’automazione, invece, sta ridisegnando il panorama professionale, eliminando alcune mansioni e creando nuove opportunità. I lavori che richiedono creatività, pensiero critico e capacità di giudizio etico stanno diventando sempre più preziosi. Nursing, vendite dirette e customer service emergono come settori chiave dove la componente umana resta insostituibile. Mentre le macchine possono svolgere attività ripetitive, la capacità di comunicare con empatia e risolvere problemi complessi resta prerogativa umana.
Il boom dei lavori specializzati
Pensavate che la digitalizzazione avesse spazzato via la necessità di lavoratori manuali qualificati? Niente di più sbagliato. Il report di Randstad mette in evidenza un aumento della domanda per le competenze manuali, con quattro settori principali in netta crescita:
- manutenzione e riparazione;
- operazioni manifatturiere e di stabilimento;
- cura medica e infermieristica;
- vendite dirette e retail.
In alcuni paesi, come Singapore, la carenza di tecnici specializzati è così grave che il tasso di vacanza per i lavori di manutenzione e riparazione ha raggiunto il 16,5%, un valore nettamente superiore alla media. Questo fenomeno si spiega con diversi fattori: da un lato, molti giovani scelgono carriere più digitali, trascurando mestieri tecnici che restano però essenziali; dall’altro, la crescente automazione della produzione industriale richiede operai altamente qualificati, capaci di gestire macchinari complessi.
Professioni in declino
Non tutte le competenze stanno vivendo un momento d’oro. Alcuni settori stanno attraversando una fase di contrazione, e due dei più colpiti sono il marketing e la compliance. Secondo i dati del report, la domanda per esperti in marketing, contenuti e pubblicità è calata del 40%, mentre il settore audit e compliance ha subito una riduzione del 37%.
La spiegazione è semplice: molte funzioni di marketing sono state automatizzate grazie agli strumenti di AI, riducendo la necessità di professionisti umani in alcuni ambiti. Tuttavia, questo non significa che il settore sia morto: al contrario, le aziende cercano profili sempre più specializzati, capaci di dominare strumenti avanzati di analisi dei dati e automazione del marketing.
Un dettaglio curioso? Mentre la domanda cala, gli stipendi per i professionisti senior del marketing sono aumentati, segno che chi possiede le giuste competenze continua a essere molto richiesto. Al contrario, la retribuzione media per i ruoli nell’AI e nell’automazione è leggermente calata (-3%), probabilmente a causa dell’aumento dell’offerta di talenti entry-level.
Smart working e lavoro ibrido
Dopo anni di dibattiti, il verdetto è chiaro: il lavoro ibrido è il nuovo standard. Il report di Randstad evidenzia una crescita generalizzata delle opportunità ibride, con aumenti del +306% per il customer service e del +55% per il software project management. Tuttavia, il lavoro completamente remoto sta calando, segno che le aziende preferiscono ancora una certa presenza fisica in ufficio.
Ci sono, però, differenze importanti tra i vari settori. Se nel marketing e nell’IT il lavoro da remoto è ancora diffuso, in settori come l’ingegneria e la manutenzione è praticamente impossibile: le offerte di lavoro remote per queste professioni sono crollate del 59%, con solo il 2% delle posizioni disponibili in modalità completamente remota.
Il divario di genere nel lavoro del futuro
Nonostante i progressi degli ultimi anni, il mondo del lavoro resta ancora sbilanciato in termini di genere. Il report di Randstad mostra che le donne sono ancora sottorappresentate in molte delle competenze più richieste, specialmente nelle STEM.
C’è però una nota positiva: tra i giovani talenti, la presenza femminile è in crescita. In sei dei nove cluster di competenze analizzati, le donne rappresentano una quota maggiore tra i talenti junior rispetto ai professionisti con più di 10 anni di esperienza. Questo significa che il futuro potrebbe essere più equo, a patto che le aziende continuino a promuovere l’inclusione e a offrire opportunità di crescita alle lavoratrici.
Tuttavia, le difficoltà restano: il tasso di vacanza per ruoli STEM riservati alle donne è del 450% più alto rispetto alla media, e in settori come il cloud computing la ricerca di talento femminile può essere fino a 12 volte più complessa rispetto alla media del mercato.
Il mercato del lavoro sta cambiando velocemente, e chi sa adattarsi avrà un vantaggio enorme. Dalle competenze digitali ai mestieri specializzati, il futuro appartiene a chi investe nella formazione e nella flessibilità. In questo scenario, le aziende devono ripensare le strategie di assunzione e formazione per non perdere il treno dell’innovazione.