Intelligenza Artificiale tra business, etica e innovazione: problemi e soluzioni al centro dell’AI Festival 2025

Alla Bocconi di Milano due giorni dedicati all’AI e il suo impatto su lavoro, governance e società. Guardando al futuro con ottimismo consapevole
6 Marzo 2025
5 minuti di lettura
Un momento dell'AI Fest 2025
Chiara Cocchiara – Senior Innovation Officer European Space Agency , Φ-lab Division (Adnkronos)

Politica, etica, creatività, innovazione, marketing e ovviamente business. Tanti argomenti, una sola protagonista: l’Intelligenza Artificiale, con l’impatto che la sua diffusione su larga scala avrà sul lavoro, sulla governance e sulla vita quotidiana, ma anche con le soluzioni nuove che essa consente. Una vera e propria analisi al microscopio, quella realizzata dall’AI Festival, che, giunto alla seconda edizione, il 26 e 27 febbraio ha inondato le moderne sale dell’Università Bocconi di Milano con le sue 10mila presenze.

Per due giorni 14 aule hanno ospitato oltre 100 panel, talk e speech che hanno affrontato l’AI a 360 gradi, tutti accomunati da una consapevolezza crescente, almeno tra gli addetti ai lavori: questo nuovo, potente strumento richiede una visione strategica, concreta e sostenibile. E richiede un equilibrio tra la necessità di regolare gli aspetti più critici e quella di mantenere spazi di innovazione.

“Oggi, la vera questione non è più se adottare l’intelligenza artificiale, ma come integrarla in modo efficace e sostenibile nei processi aziendali e nelle diverse realtà sociali”, ha spiegato Cosmano Lombardo, founder e CEO di Search On Media Group e ideatore di AI Festival e WMF.

Organizzato da Search On Media Group e WMF – We Make Future, AI Festival ha accolto più di 200 speaker da tutto il mondo – tra esponenti istituzionali, imprenditori e rappresentanti del mondo scientifico e accademico – che hanno analizzato l’AI in tutte le sue sfaccettature, dagli aspetti più tecnici e operativi a quelli legati all’etica e alla governance dell’intelligenza artificiale.

E c’è un fil rouge che più o meno sotterraneamente ha accompagnato la due giorni: se è vero che l’AI crea problemi nuovi con i quali dobbiamo confrontarci, è vero anche che allo stesso tempo sblocca soluzioni nuove.

Lo ha spiegato ad esempio Bruno Frattasi, direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che ha posto l’accento sul fatto che l’IA rende sì più efficaci e gravi le minacce alla sicurezza, ma può anche essere usata come strumento di difesa.

AI e lavoro: opportunità o rischio?

Un altro esempio della dualità dell’AI è il mondo del lavoro, dove questo nuovo strumento sta provocando reazioni che oscillano tra timori di disastri sociali e ottimismo sulle nuove opportunità. C’è tuttavia una certezza: l’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente qualunque professione o mestiere. Il punto è capire come utilizzarla e come sfruttarla a nostro vantaggio.

Infatti, secondo uno studio presentato durante l’evento da Federico Menna di EIT Digital, l’adozione diffusa dell’AI generativa potrebbe contribuire a un incremento del Pil italiano del 18% nei prossimi anni. Ma per coglierne i benefici sarà essenziale investire nella formazione e nel reskilling dei lavoratori, affinché possano adattarsi alle nuove richieste del mercato.

Servirà, dunque, un pensiero consapevole, nel presupposto che l’AI è destinata a diventare parte integrante delle nostre vite, e che è indispensabile sapere come gestirla al meglio.

A tal proposito, dai panel è emerso che le competenze richieste si stanno orientando sempre più verso ruoli progettuali, con un progressivo abbandono dell’approccio operativo. Anche per quanto riguarda la creatività, l’AI generativa “non ci ruberà il lavoro”, ma va vista come un potente strumento che facilita la comunicazione e ottimizza gli sforzi creativi. Come una soluzione e un’opportunità, insomma.

Regolamentare per innovare: l’Europa alla sfida dell’AI Act

Uno dei temi più discussi è stato poi l’iper-regolamentazione da parte dell’Unione europea. Anche in questo caso, dai talk è emerso un sentimento comune da parte dei relatori, che hanno sottolineato la necessità di avere una legislazione che possa garantire uno sviluppo equilibrato dell’AI senza però frenare l’innovazione.

L’AI Act, la prima normativa europea in materia di intelligenza artificiale, è un passo avanti, ma secondo molti esperti presenti all’evento resta ancora incompleta. Basti pensare che è stata predisposta prima del boom dell’AI, e che gli LLM (i Large Language Model, alla base di Chat Gpt, Gemini, Claude, ecc…) sono stati inseriti velocemente in fase di finalizzazione, con tutte le conseguenze del caso.

Il tema è stato al centro dell’intervento di Luana Lo Piccolo, Global AI Governance & Legal Strategist | Expert in Responsible AI, che ha illustrato il difficile equilibrio tra regolamentazione e innovazione, e di Emanuela Girardi, fondatrice e presidente di Pop AI, che ha fatto il punto sull’AI dopo il vertice di Parigi, sui problemi che l’Europa si trova ad affrontare e anche sulle soluzioni.

Brando Benifei, europarlamentare e co-relatore dell’AI Act, ha sottolineato come l’Europa debba evitare di trasformare la regolamentazione in un freno alla competitività e ha posto l’accento su un aspetto strategico: nelle trattative con gli Stati Uniti, l’Europa deve difendere la propria autonomia normativa, evitando che la regolamentazione sull’AI diventi una merce di scambio che ne comprometta la sovranità.

A sua volta Andrea Appella, Associate General Counsel EMEA di OpenAI, ha evidenziato l’importanza di norme flessibili, che siano capaci di adattarsi rapidamente all’evoluzione dell’AI, senza soffocare le startup e le imprese emergenti che stanno innovando il settore.

Startup e innovazione: il futuro dell’AI passa dalle giovani imprese

Proprio le start up infatti sono fondamentali per innovare, e per questo il Festival ha offerto loro una vetrina importante. Non solo ha agevolato gli incontri B2B, oltre 400 in totale, tra le aziende presenti e i professionisti del settore, ma il palco della ‘Plenaria’ ha anche ospitato la finale della Startup Competition “AI for Future”, lanciata ufficialmente a gennaio dal CES di Las Vegas.

I founder delle sei startup finaliste si sono sfidati in una pitch competition, presentando le soluzioni alle 12 “Sfide del Futuro” identificate dal WMF. Tre le vincitrici:

Loki, specializzata in AI per la mobilità
Lit, che sviluppa algoritmi per ottimizzare il consumo energetico
Owlise, che avrà l’opportunità di partecipare all’evento ‘AI for Future’ in programma il 18 marzo a San Francisco.

Ancora una volta, problemi e sfide, ma anche soluzioni.

AI e sostenibilità: un binomio possibile

Lo stesso approccio ha guidato il dibattito su un altro dei temi centrali dell’AI Festival 2025, ovvero il rapporto tra intelligenza artificiale e sostenibilità. L’AI infatti consuma, e inquina moltissimo. Gli esperti, dunque, si sono interrogati su come migliorare la situazione, ed è emersa una parola d’ordine: ‘ottimizzazione delle risorse’. Un obiettivo a cui si può arrivare più agevolmente proprio grazie all’AI stessa.

Ad esempio, Layla Pavone, Head of Innovation Technology Digital Transformation Board del Comune di Milano, ha illustrato i progressi della città nell’adozione di soluzioni AI per migliorare i servizi pubblici e ridurre l’impatto ambientale attraverso la gestione della mobilità urbana. Pavone ha sottolineato allo stesso tempo l’importanza di un’adozione inclusiva di questa tecnologia, in modo che tutti possano beneficiarne, e della trasparenza degli algoritmi utilizzati nei servizi pubblici.

Come l’anno scorso, sul palco ha trovato poi spazio il legame tra AI e ricerca scientifica. Dopo il ‘gemello virtuale’ della Terra raccontato nel 2024, quest’anno l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha spiegato il ruolo fondamentale l’AI sta giocando in settori avanzati come l’aerospaziale. Tecnologie in grado di analizzare informazioni direttamente a bordo delle missioni spaziali, prima ancora di trasmettere a Terra, stanno rivoluzionando l’efficienza e i processi della ricerca scientifica.

Insomma, l’entusiasmo che si respirava nell’edizione dello scorso anno – comunque ben piantato coi piedi in terra – si è trasformato: è diventato un ottimismo che parte dalla consapevolezza dei rischi e delle sfide che l’AI pone alle persone e alle società, che in questi 12 mesi si sono strutturati e chiariti, e arriva a confermare l’idea che al centro ci sarà sempre l’essere umano, e che l’AI è al suo – nostro – servizio.

Ma il discorso ovviamente non finisce qui: riprenderà dal 4 al 6 giugno prossimi a Bologna, in occasione del WMF – We Make Future, Fiera Internazionale e Festival sull’Innovazione Tecnologica e Digitale.

Tendenze | Altri articoli