Immaginate di essere in un’auto a guida autonoma e di restarci intrappolato, senza possibilità di uscire mentre il veicolo continua a girare intorno a un parcheggio. Questa è l’inquietante trappola in cui si è trovato Mike Johns, Ceo di Digital Mind State, a bordo di un’auto Waymo.
Intrappolato nel robotaxi, cosa è successo
Sono i primi giorni di dicembre e Johns deve tornare dall’Arizona nella sua Los Angeles. Per raggiungere l’aeroporto di Scottsdale, decide di prenotare un veicolo Waymo, la società che recentemente ha sostenuto che le auto a guida autonoma siano più sicure di quelle tradizionali. Il viaggio procede tranquillamente finché il robotaxi entra in un parcheggio. E ci resta: l’auto driverless continua a girare intorno al parcheggio senza fermarsi. Johns non sa come fermare il veicolo né come scendere per poter porre fine a quello che inizia a diventare un incubo. Il malfunzionamento è durato sette minuti, ma, racconta il passeggero, “è sembrata un’eternità”. Vedendo il video, c’è da credergli.
Il video registrato da Mike Johns, rimasto intrappolato in auto
Storie come quella raccontata da Mike Johns, se non le vedi, non ci credi. Fortunatamente lui ha ripreso tutto dall’interno dell’abitacolo. Poco dopo aver avviato la registrazione, il servizio di assistenza Waymo si è attivato automaticamente. “Sto chiamando perché ho ricevuto una notifica che indica che la vostra auto potrebbe avere un problema di percorso”, ha detto l’operatrice tramite l’altoparlante inserito nel veicolo.
“Perché questa cosa sta girando in tondo? Comincia a girarmi la testa”, ha risposto il manager che ha incalzato: “Non posso uscire dall’auto, è stata hackerata? Cosa sta succedendo? Mi sento come in un film”.
Far fermare l’auto è stato tutto tranne che semplice. Nel video si sente l’operatrice chiedere a Johns di entrare nell’app di Waymo per cliccare sull’opzione “My Trip”. “Non puoi farlo tu? Dovresti essere in grado di prendere il controllo dell’auto”, replica il passeggero intrappolato. Ma la risposta dell’operatrice è negativa (e un po’ inquietante): “Non ho la possibilità di controllare l’auto”.
L’intervento per fermare un taxi, infatti, non può essere effettuato dall’assistenza clienti, che si occupa solo di dare supporto ai passeggeri nel loro viaggio a bordo del robotaxi. In questi casi interviene il “Fleet response team”, che controlla le vetture da remoto quando necessario.
Il vero problema dell’auto
Alla base del malfunzionamento nessun attacco informatico, ma un mancato aggiornamento del software. Waymo ha dichiarato in una comunicazione ufficiale di aver risolto il bug con un aggiornamento del sistema ma i dubbi persistono: basta una semplice dimenticanza per restare intrappolati in un’auto senza via d’uscita?
Il segreto per uscire dall’auto
In realtà una via d’uscita c’era, ma l’operatrice non è stata celere nel dirla al passeggero. Il “segreto” per uscire dall’auto è un bottone d’emergenza (presente nell’abitacolo, e digitalmente in app) che permette di comandare al veicolo di accostare.
“In qualsiasi sistema robotico c’è un grande pulsante rosso da qualche parte che, se premuto, disattiva il sistema”, ha spiegato a TechCrunch Missy Cummings, docente di robotica alla George Mason University.
Le perplessità sulla auto a guida autonoma
“Dov’è l’empatia? Dov’è la connessione umana in tutto questo?” si è chiesto Johns durante un’intervista rilasciata a Cbs News. Johns era intrappolato in un robotaxi impazzito e non riusciva nemmeno a capire se stesse parlando con un operatore umano o con un’intelligenza artificiale. La sua esperienza sottolinea i limiti attuali delle vetture a guida autonoma, un settore che, nonostante i progressi tecnologici, continua a generare problemi e dubbi.
L’episodio vissuto da Johns non è un caso isolato. Sempre nello stesso periodo, un altro veicolo di Waymo è stato ripreso mentre girava ripetutamente in una rotonda senza mai fermarsi, una scena che è diventata rapidamente virale sui social. Ma questa è solo una delle molte difficoltà legate alla presenza dei robotaxi nelle città statunitensi: vetture fermate da semplici coni stradali posti sul cofano, ostruzione di ambulanze, e persino auto bloccate in mezzo alla carreggiata senza alcun motivo.
Se nel caso della Tesla schiantatasi in Cina, pare esserci un fraintendimento da parte del proprietario, qui le perplessità restano tali. Il tutto mentre l’azienda sostiene che le auto driverless siano più sicure anche perché non si distraggono, non si stancano e non guidano mai sotto l’effetto di alcol o droghe. I risultati dell’analisi comparativa svolta dalla società del gruppo Alphabet è sorprendente. Nei 25,3 milioni di miglia percorse autonomamente, Waymo ha registrato solo nove incidenti con danni materiali e due con lesioni personali. Se quei chilometri fossero stati percorsi da esseri umani, si stima che gli incidenti avrebbero portato a 78 danni alla proprietà e 26 lesioni personali (qui per approfondire i dati dello studio).
I problemi del settore, però, restano: a dicembre Cruise, la divisione di robotaxi di General Motors, ha annunciato la sospensione delle proprie attività, spiegando che i costi e le risorse necessarie per portare avanti il progetto non giustificavano il ritorno atteso, soprattutto in un mercato che sta diventando sempre più competitivo.