Lungomare senza auto, la rivoluzione parte da Rimini

Sempre più città italiane trasformano i propri waterfront in spazi verdi, accessibili e sostenibili, protagonisti della nuova stagione delle Bandiere Blu
21 Maggio 2025
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Parcodelmare Rimini Credits Comunerimini
Parco del Mare di Rimini (credits Comune di Rimini)

C’erano una volta i lungomari pieni di traffico, cemento arroventato e parcheggi improvvisati. Oggi, sempre più città costiere italiane stanno trasformando i loro waterfront in spazi verdi, accessibili e sostenibili. Le auto lasciano il posto ai pedoni, alle biciclette, agli sportivi e ai bambini. E in cambio, la qualità della vita si alza, l’ambiente ringrazia e anche il turismo si fa più esigente, scegliendo località capaci di garantire bellezza e benessere. Il fenomeno è in piena espansione e si intreccia sempre più con i riconoscimenti della Bandiera Blu 2025, dove l’attenzione per la sostenibilità, la gestione dei rifiuti, la qualità delle acque e i servizi accessibili fanno la differenza.

Dalla Liguria alla Puglia, passando per Romagna, Marche e Campania, il litorale italiano sta vivendo una piccola grande rivoluzione urbana che mette al centro la relazione tra uomo e natura. Non solo mare e ombrelloni, ma percorsi ciclabili che si snodano tra le dune, aree gioco creative per bambini, palestre open air per chi ama allenarsi a cielo aperto, e piazze affacciate sull’orizzonte che invitano alla socialità.

Una delle punte di diamante di questa rivoluzione è Rimini, che con il suo Parco del Mare sta ridefinendo il concetto stesso di lungomare. Ma non è sola. Da Genova a Cagliari, da Pesaro a Bari, il modello di “città costiera post-auto” prende piede. E non si tratta di interventi estetici o temporanei: parliamo di visione urbana, di investimenti infrastrutturali e di una nuova filosofia del vivere.

Rimini e il Parco del Mare: 16 chilometri di rivoluzione verde sul waterfront

Benvenuti a Rimini, laboratorio a cielo aperto di una nuova idea di città marittima. Qui, il lungomare non è più solo la striscia di asfalto che divideva la spiaggia dalla città. È diventato un ecosistema urbano lungo 16 chilometri, un progetto monumentale che reimmagina la costa come spazio di benessere e qualità della vita. Verde mediterraneo, piste ciclabili fluide come onde, spazi per lo yoga, aree fitness ipertecnologiche, campi da basket dai colori pop e fontane ludiche ispirate alla poetica di Rodari: il Parco del Mare è tutto questo, e molto di più.

Il progetto è partito dai due estremi del lungomare per poi convergere verso il cuore cittadino. A oggi, sono oltre 6 i chilometri già riqualificati nella zona nord, da Torre Pedrera a Rivabella, con 5 chilometri di nuove piste ciclabili che si snodano tra dune costiere, piazzette di comunità e vegetazione autoctona. Qui, il design urbano non è solo estetica: è funzionalità, accessibilità e sostenibilità applicata al paesaggio.

Al centro della visione riminese, c’è l’idea di benessere diffuso. Le otto isole fitness disseminate nel tratto sud offrono attrezzature per ogni livello, dal calisthenics per i più allenati alle stazioni “my longevity” dedicate alla terza età. Accanto agli attrezzi Technogym vista mare, al Wellness Tree – una scultura alta 7 metri diventata simbolo del lungomare – e alla Rimini Beach Court per il basket urbano, si respira un’aria nuova: quella di una città che punta a essere vissuta dodici mesi all’anno, non solo nei weekend d’agosto.

E i più piccoli? Non sono certo dimenticati. Le aree gioco, come la suggestiva Foresta del Mare, sono inclusive, scenografiche, interattive. E la nuova fontana a Marina Centro, con giochi d’acqua e luci dinamiche, è ormai diventata uno dei luoghi più fotografati della città.

Ma Rimini non si ferma alla superficie. Il progetto si integra con il PSBO, il piano di salvaguardia della balneazione, che ha visto la realizzazione di un sofisticato sistema idrico sotterraneo. Il Belvedere di piazzale Kennedy – snodo simbolico e ingegneristico – è solo il primo di una serie di affacci sul mare che stanno ridisegnando la relazione tra città e spiaggia. Una visione che guarda avanti, tanto da portare Rimini tra i finalisti del Premio Europeo per lo Spazio Pubblico Urbano 2024.

L’Italia dei lungomari pedonali che fanno tendenza

Rimini è un faro, ma il movimento si estende lungo tutta la Penisola. In Liguria, ad esempio, Genova sta completando la sua “Passeggiata a Mare”, mentre a Chiavari il lungomare ha visto l’introduzione di percorsi pedonali e ciclopedonali che collegano il centro storico con le spiagge, tra giardini e piazze riqualificate. A Finale Ligure, uno dei tratti più amati della Riviera di Ponente, la pedonalizzazione ha cambiato il volto del waterfront, attirando famiglie e sportivi.

Scendendo lungo l’Adriatico, troviamo la “ciclovia Adriatica”, che collega Pesaro (dove il Biciplan è un pilastro dell’amministrazione comunale) a molte altre località balneari delle Marche. Proprio Pesaro ha investito su un lungomare pedonalizzato e attrezzato, con barriere verdi naturali e zone d’ombra ricavate da pergolati, rendendo il waterfront un luogo da vivere anche nelle ore più calde.

In Puglia, Bari ha messo mano alla celebre muraglia e al lungomare monumentale, trasformandolo in un percorso pedonale continuo e scenografico che unisce il porto al centro storico. A Monopoli, invece, l’intervento sul waterfront ha coinvolto anche il sistema delle piazze e delle calette, creando un continuum urbano marino dove si può camminare, leggere, chiacchierare e fare sport senza ostacoli.

E il sud risponde con energia: Napoli continua a investire sul lungomare Caracciolo, da tempo liberato dalle auto e tornato ad essere una passerella naturale sul golfo. E a Reggio Calabria, il “chilometro più bello d’Italia” si arricchisce di nuovi servizi, aree per la corsa e installazioni artistiche che valorizzano il contesto culturale e paesaggistico.

Bandiere Blu 2025

Nel 2025, le Bandiere Blu assegnate dalla Foundation for Environmental Education sono salite a 246 comuni italiani, con 487 spiagge premiate, pari a circa l’11% di quelle mondiali. Ma non è solo questione di acque limpide: il riconoscimento guarda anche alla qualità urbana e ambientale dei territori costieri. E i lungomari pedonali diventano un indicatore chiave di questa evoluzione.

Per ottenere la Bandiera Blu, infatti, una località deve dimostrare di avere strategie di mobilità sostenibile, gestione efficace dei rifiuti, accessibilità per tutti, ma anche un’offerta culturale, sportiva e ambientale che valorizzi il territorio senza comprometterlo. In questo senso, il modello del lungomare verde e vivibile diventa un vero e proprio “passaporto blu”. Ad esempio, località come Fano, Grottammare, Forte dei Marmi e San Benedetto del Tronto hanno investito su percorsi pedonali e ciclopedonali, arredi urbani ecologici, illuminazione a LED e progetti di educazione ambientale. Il risultato? Un turismo più consapevole e un abitato più accogliente per residenti e visitatori.

Il dato curioso? Le località con lungomare pedonale attrezzato tendono a prolungare la stagione turistica, attirando anche fuori stagione sportivi, famiglie e amanti dell’outdoor. Non solo balneazione, dunque: i nuovi lungomare diventano spazi culturali, aree per eventi, mercatini e festival. Luoghi in cui si può vivere, non solo transitare.

I lungomari sono la nuova sfida urbana

La pedonalizzazione dei lungomari non è più solo una questione estetica o un vezzo da città turistica. È diventata una scelta politica, ambientale e sociale, che risponde a esigenze molto concrete: ridurre le emissioni, migliorare la salute pubblica, offrire spazi pubblici di qualità e valorizzare il patrimonio naturale. Un lungomare ben progettato è un’infrastruttura del benessere.

Certo, non mancano le sfide. La manutenzione, l’integrazione con le spiagge attrezzate, il dialogo con i privati, la gestione del traffico deviato. Ma il trend è chiaro: sempre più amministrazioni stanno puntando su riqualificazioni strutturali, piuttosto che su interventi provvisori. E le ricadute si vedono, anche dal punto di vista economico: il valore immobiliare cresce, la spesa turistica si diversifica, la qualità urbana si alza. Il mare, insomma, non è più solo un orizzonte da guardare o un luogo dove stendersi in costume. È diventato parte di un paesaggio urbano rigenerato, dove si può camminare, correre, giocare, innamorarsi e – perché no – vivere meglio. Un’Italia che ha riscoperto il piacere di affacciarsi sull’acqua, ma stavolta a passo lento, respirando a pieni polmoni.

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