Pagati per segnalare i parcheggi irregolari, Scout Park fa discutere

L’app svedese risolleva l’ancestrale tema dell’equilibrio tra controllo sociale e libertà individuale
10 Marzo 2025
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Donna Sorpresa Telefono Canva

In Svezia, una nuova applicazione sta trasformando i cittadini in veri e propri vigilanti urbani, offrendo una ricompensa in denaro a chi segnala veicoli parcheggiati in modo irregolare. Scout Park, questo il nome dell’app, mira a combattere il fenomeno del parcheggio selvaggio coinvolgendo attivamente la comunità.

Come funziona Scout Park

L’utilizzo di Scout Park semplice e intuitivo. Una volta scaricata l’applicazione sul proprio smartphone, l’utente, che deve avere almeno 16 anni, può segnalare un veicolo in sosta vietata seguendo questi passaggi:

1. Scattare una foto del veicolo che evidenzi chiaramente l’infrazione e la targa;

2. Inserire i dettagli richiesti, come la posizione esatta e l’orario della segnalazione;

3. Inviare la segnalazione attraverso l’app. Una volta inviata, la segnalazione viene verificata dalle autorità competenti. Se l’infrazione è confermata, l’utente riceve una ricompensa monetaria di 50 corone, circa 4,30 euro, sul proprio account Swish, un popolare sistema di pagamento svedese.

Dopo la registrazione, gli utenti ricevono una guida dettagliata che spiega le regole del parcheggio nelle diverse zone della città e sono visualizzabili su una mappa digitale integrata in Scout Park. Quando si individua un veicolo parcheggiato male l’utente scatta una foto, seleziona il tipo di violazione e invia la segnalazione, che viene automaticamente geolocalizzata.

Cosa si intende per “parcheggio irregolare”

Per “parcheggio irregolare” si intendono tutte quelle soste effettuate in violazione delle normative vigenti. L’app consente di scegliere tra “parcheggio non permesso”, “nessun permesso” o “mancanza di disco orario”.
La notizia ha fatto ancora più rumore perché arriva dalla Svezia, un Paese generalmente associato al rispetto delle regole e dell’ordine. O almeno così era un tempo, spiega il fondatore dell’app, Erik Englund, secondo cui “il tenore di vita in Svezia è diminuito in modo significativo negli ultimi anni”. 

Per questo, spiega il Ceo al giornale svedese automotor sport, Scout Park “È una situazione vantaggiosa per tutti”.

Le reazioni e il rischio del “Grande Fratello” collettivo

L’introduzione di Scout Park ha sollevato inevitabili polemiche, ma anche degli apprezzamenti. Chi sostiene il progetto, sottolinea che l’app contribuisce a migliorare l’ordine urbano e a ridurre i problemi causati dai parcheggi illegali, come ostacoli per i servizi di emergenza o per persone con disabilità. Molti apprezzano anche la possibilità di guadagnare un reddito extra, specialmente studenti e giovani.

I critici vedono nell’app il rischio di creare un clima di diffidenza tra i cittadini, dal momento che ciascuno potrebbe essere “spia” di un altro. Alcune aziende di parcheggio, come Uppsala Parkering, si sono opposte all’idea, mentre altre, come Parkia, hanno aderito al progetto di Englund.

Se da un lato l’iniziativa contribuisce a creare una viabilità più sicura e giusta, dall’altro potrebbe alimentare preoccupazioni riguardo alla privacy e al rischio di trasformare le città in una sorta di “Grande Fratello” collettivo, dove chiunque può monitorare e segnalare le azioni altrui.

Scout Park risolleva l’ancestrale tema dell’equilibrio tra controllo sociale e libertà individuale, sempre più pressante con la diffusione delle nuove tecnologie, Ai in primis. Un esempio viene dal comune di Verona che ha introdotto sensori e strumenti di intelligenza artificiale per gestire i flussi di traffico e scovare le infrazioni.

Le istituzioni locali sono chiamate a trovare soluzioni efficaci ai problemi quotidiani senza compromettere i diritti fondamentali dei cittadini.

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