Respirare a pieni polmoni dovrebbe essere un piacere naturale, ma per milioni di europei, è un atto che può nascondere insidie invisibili. L’aria che respiriamo nelle nostre città è spesso contaminata da inquinanti che non solo rovinano le nostre giornate, ma mettono seriamente a rischio la nostra salute. La situazione varia notevolmente da città a città e l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha messo sotto la lente d’ingrandimento la qualità dell’aria urbana, svelando un quadro che oscilla tra il roseo e il nero pece.
Uppsala, Umeå e Faro le città europee con l’aria più pulita
Le città di Uppsala e Umeå in Svezia, insieme a Faro in Portogallo, si distinguono per avere l’aria più pulita d’Europa. Queste città, infatti, si sono guadagnate la medaglia d’oro per la qualità dell’aria in Europa, con concentrazioni di particolato fine (PM2.5) che non superano i 4 μg/m3. Una cifra che fa invidia, se pensiamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda un limite massimo di 5 μg/m3 per proteggere la nostra salute.
Solo 13 città europee riescono a mantenere le concentrazioni di particolato fine al di sotto di questa soglia, includendo alcune capitali nordiche come Reykjavik, Tallinn, Stoccolma e Helsinki. Questo dato è significativo, poiché il PM2.5 è considerato uno degli inquinanti atmosferici più dannosi per la salute, associato a malattie respiratorie e cardiovascolari, nonché a un numero elevato di morti premature.
Nord vs Sud Italia: chi respira meglio?
Ma cosa dire dell’Italia? Il nostro bel Paese, con i suoi paesaggi mozzafiato e il cibo delizioso, purtroppo non può vantare altrettanta purezza dell’aria. Nessuna città italiana figura tra le prime venti nella classifica europea, con Sassari che si colloca al 21° posto, la migliore del Paese, con una media di 6,2 μg/m3 di PM2.5. Livorno segue al 65° posto con 7,8 μg/m3, dimostrando un discreto livello di qualità dell’aria, anche se lontano dagli standard delle città nordiche.
Il problema, però, si fa serio man mano che ci spostiamo verso la Pianura Padana, dove l’inquinamento atmosferico è un problema cronico. Milano, ad esempio, registra una concentrazione media di PM2.5 di 19,7 μg/m3, posizionandosi al 354° posto, seguita da Torino, che con 21,0 μg/m3 si avvicina pericolosamente al limite legale dell’UE di 25 μg/m3. E non finisce qui: città come Piacenza, Venezia, Padova e Vicenza si trovano nelle retrovie della classifica, con livelli di particolato fine che superano i 22 μg/m3. Non proprio un bel biglietto da visita.
Il duello tra Nord e Sud Italia si gioca anche sul campo della qualità dell’aria. Al Nord, l’aria è spesso intrisa di smog e polveri sottili, soprattutto nelle grandi città industriali. La Pianura Padana, con la sua conformazione geografica che intrappola gli inquinanti, è uno dei peggiori hotspot d’inquinamento in Europa.
Al Sud, la qualità dell’aria è generalmente migliore, ma non priva di criticità. Sassari e Livorno sono esempi di città con livelli relativamente bassi di PM2.5, mentre città più grandi come Napoli e Palermo mostrano concentrazioni più alte, con Napoli al 283° posto (13,7 μg/m3) e Palermo al 251° (12,1 μg/m3).
L’aria malsana e i suoi effetti
L’inquinamento atmosferico rappresenta una delle principali minacce per la salute pubblica. Il particolato fine (PM2.5) è particolarmente pericoloso, poiché può penetrare profondamente nei polmoni e nel sistema circolatorio, causando una serie di problemi di salute. In Europa, si stima che l’esposizione a lungo termine al PM2.5 sia responsabile di circa 307.000 morti premature ogni anno. In Italia, questo dato è allarmante, con circa 50.000 morti premature annuali attribuibili all’inquinamento atmosferico.
Per combattere questa piaga, molte città italiane hanno già messo in atto misure per limitare le emissioni inquinanti, come l’introduzione delle ZTL, l’incentivazione del trasporto pubblico e il sostegno alla mobilità elettrica. Ma c’è ancora tanto da fare. Le nuove direttive europee sulla qualità dell’aria e il Green Deal europeo offrono un’occasione d’oro per migliorare ulteriormente la situazione, ma solo se sapremo coglierla con decisione e visione a lungo termine.
Guardando al futuro, l’Italia dovrà intensificare gli sforzi per migliorare la qualità dell’aria nelle sue città. La revisione in corso della Direttiva Europea sulla qualità dell’aria, che mira a riallineare gli standard europei con le raccomandazioni dell’OMS, rappresenta un’opportunità per adottare misure più rigorose e mirate.
L’attuazione del Green Deal europeo, con l’obiettivo di ridurre drasticamente l’inquinamento entro il 2050, offre un quadro di riferimento ambizioso. Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi sarà necessario un impegno coordinato a tutti i livelli, non solo da parte delle istituzioni ma anche dei cittadini, chiamati a contribuire attraverso scelte di vita più sostenibili.