Aumentare la tassa di soggiorno a 10 euro negli alberghi di lusso di Milano. Questa è la proposta lanciata a mezzi social dal primo cittadino del Capoluogo lombardo Giuseppe Sala.
In linea con proposte analoghe, l’iniziativa nasce nell’ambito di un overtourism da gestire nelle Capitali europee e mondiali che sembra non essere più sostenibile.
Gestire l’overtourism tassando i ricchi
Durante una diretta sui social incentrata sul turismo, il sindaco di Milano ha sostenuto essere un’idea valida quella di “alzare di molto la tassa in modo che così venga qualcuno in meno; è evidente che l’80% del turismo di Milano è straniero e alto spendente”.
Un’affermazione che ha creato un’ipotesi valida: quella di far pagare ai turisti che scelgono di alloggiare in hotel di lusso, una tassa superiore a quella prestabilita. In questo modo non si andrebbe a intaccare quel turismo meno spendente, senza perdere un flusso costante durante l’anno, e ciò sarebbe possibile collaborando con strutture ricettive da quattro o cinque stelle: “Se una persona può permettersi di pagare, per esempio, 600 euro una camera, la tassa di soggiorno deve essere di 5 o di 10 euro?”, ha chiesto Sala agli utenti di Instagram.
La somma che si guadagnerebbe, se la proposta venisse mai approvata in governo, sarebbe reinvestita nel Comune che dovrebbe quindi destinare i fondi in una specifica iniziativa o infrastruttura.
Al centro del dibattito c’è l’overtourism, un problema divenuto ormai comune nelle grandi città di tutto il Mondo e che in Europa ha iniziato a destare qualche perplessità. Solo negli scorsi giorni, la Grecia ha annunciato una misura volta a tassare i turisti delle navi da crociera. Mentre in città come Barcellona e Madrid, diverse sono le manifestazioni realizzate dai residenti contro i un turismo di massa che non sempre rispetta la città ospitante causando gravi danni all’ambiente e alla sostenibilità urbana, anche nel lungo periodo.
Su questo tema, il sindaco ha detto che “in diverse città europee i residenti hanno protestato contro l’arrivo in massa di turisti. A Milano la situazione è un po’ diversa perché con le nostre qualità abbiamo fatto una sorta di selezione, c’è un turismo diverso, non c’è la massa che rende difficile tutto”. Però, chiarisce: “Milano ha bisogno di turisti, ma bisogna lavorare per migliorare la gestione dei flussi. Stiamo ipotizzando varie strade come le certificazioni di sostenibilità per gli hotel, l’adozione di politiche di mobilità per il turismo, la diversificazione e la selezione del target, una migliore calendarizzazione degli eventi in città”.
Sono oltre 30 gli alberghi a cinque stelle, tra i quali anche di lusso, nella città di Milano. Una stanza può arrivare a costare anche 2mila euro a notte. Il rischio? Che 10 euro per una tassa di soggiorno sia una cifra non così onerosa. Ma il Sindaco ci tiene a chiarire che “oggi Milano fa pagare la metà di Roma. Il dibattito è aperto al governo è aperto”.
Gentrification e sostenibilità ambientale
Ma l’obiettivo numero uno dell’Amministrazione è quello di valorizzare i quartieri limitrofi al centro urbano, facendo in modo che i turisti possano essere delocalizzati meglio su tutto il territorio lombardo.
Infatti, altro problema nato da un turismo di massa così impattante è quello della gentrification. Città nelle quali diventa complesso vivere diventano luoghi di attrazione per cittadini di tutto il mondo aumentando i costi di locazione degli affitti a breve, medio e lungo termine. “Io non ce l’ho con chi affitta e arrotonda le entrate – ha chiarito il primo cittadino di Milano -. Ce l’ho con chi ha fatto una requisizione di interi palazzi dedicati agli affitti brevi, che tolgono la possibilità agli affitti di lungo termine e a chi cerca casa”.
Sulla possibilità di una normativa locale, Sala chiarisce: “C’è un dibattito aperto tra sindaci e governo. La nostra controparte è la ministra Santanché, che essendo ministra del turismo il suo interesse è proteggere i suoi numeri; pertanto, non ci ha dato molta attenzione”.
Poi, il riferimento alla recente estensione dell’Area C: “Il bilancio del Comune non può andare in pareggio. A Milano il trasporto pubblico costa alle casse di Palazzo Marino oltre 800 milioni l’anno, di cui solo il 45% è coperto dall’acquisto dei titoli di viaggio. Lo dico a chi si lamenta – specifica il sindaco – e si schiera contro l’estensione dell’Area C ai fine settimana. Il mio obiettivo è quello di chiedere, nei momenti più difficili, a chi può di dare di più”.