Panico nel parcheggio dell’aeroporto internazionale Tianfu di Chengdu, in Cina, dove un’auto Byd a guida autonoma ha continuato a girare ripetutamente intorno all’area. Il video – che trova spazio anche in questo articolo – è diventato virale sui social media e, soprattutto, ha sollevato dubbi sulla tecnologia di self-driving.
Cosa è successo
L’azienda cinese, che ad aprile ha venduto più auto di Tesla in Ue, ha recentemente svelato aggiornamenti software che abilitano sui suoi veicoli il parcheggio completamente autonomo di livello quattro (L4): ciò significa che l’auto può individuare uno stallo e parcheggiarsi in autonomia, persino senza conducente a bordo, affidandosi a sensori e intelligenza artificiale. A differenza di concorrenti come Bmw e Tesla, ancora ferme su sistemi di livello due (che prevedono comunque l’intervento umano), Byd ha dichiarato di avere una totale fiducia nel suo sistema chiamato “God’s Eye”.
La fiducia è tale che l’azienda si impegna a coprire integralmente i costi di eventuali danni occorsi durante le fasi di parcheggio autonomo in Cina, senza obbligare i clienti a passare per le compagnie assicurative. A sostegno di questa sicurezza, Byd sottolinea nelle sue comunicazioni ufficiali i continui aggiornamenti over-the-air sulla sua flotta, presentando numerose dimostrazioni pubbliche dove le auto girano, ruotano e si sistemano fra le righe senza mani sul volante – e spesso senza nessuno a bordo.
Immagini come quelle andate virali in questi giorni, tuttavia, sollevano interrogativi sulla reale affidabilità dei sistemi, alimentati da un immaginario che richiama la fantascienza e insieme le paure legate a un’intelligenza artificiale “impazzita” che agisce di “testa” sua.
La causa del guasto
L’auto self-driving ha girato attorno al parcheggio dell’aeroporto Tianfu per oltre cento volte. Al momento la causa più accreditata è un guasto ai freni, ma l’azienda non ha ancora rilasciato dichiarazioni in merito alla vicenda.
L’auto è stata arrestata solo grazie all’intervento della polizia e del servizio tecnico Byd, che l’ha fermata da remoto utilizzando un sistema di emergenza. La mancanza di una presa di posizione e dettagliata da parte dell’azienda sul singolo caso ha alimentato discussioni nell’opinione pubblica e fra gli addetti ai lavori sulle criticità dei sistemi intelligenti applicati alla guida.
L’eco mediatica del video spinge cittadini e osservatori a chiedersi: siamo davvero pronti a delegare completamente la guida (e il parcheggio) agli algoritmi? Cosa sarebbe successo se l’auto fosse impazzita nel traffico di una città?
Secondo gli esperti le anomalie nei comportamenti delle auto a guida autonoma avvengono in casi di imprevisti ambientali, superfici sconnesse o errori di comunicazione fra i sensori.
Casi analoghi
Quello di Chengdu non è l’unico episodio che coinvolge i sistemi di parcheggio autonomo. Nel corso degli ultimi mesi sono emersi altri casi documentati, soprattutto sui social cinesi, di veicoli di Byd e di altri marchi che, durante manovre automatiche, hanno mostrato comportamenti imprevisti: ad esempio, un video circolato in primavera mostra una Byd che nella modalità “crab walk” (movimento laterale) non si arresta in presenza di ostacoli imprevisti, richiedendo un intervento umano per bloccare la sequenza.
In un altro caso, verificatosi lo scorso anno, una vettura Changan Eado, sempre in Cina, ha urtato un pilone di cemento durante una manovra automatica, generando un dibattito sulle responsabilità legali e tecnologiche dei costruttori.
Questi incidenti, sebbene meno eclatanti di quello avvenuto a Chengdu, hanno contribuito a stimolare un confronto fra produttori, amministratori e assicurazioni, rafforzando la tendenza dei marchi più innovativi (come Byd) ad assumersi la responsabilità diretta come strategia di fiducia e differenziazione sul mercato.
Una Cina sempre più robotica
Questi incidenti, nessuno dei quali con gravi conseguenze, si verificano quasi esclusivamente in Cina anche per una questione statistica. Il colosso asiatico, infatti, sta spingendo più di ogni altro Paese al mondo sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale non solo in ambito privato ma anche, e soprattutto, in ambito pubblico. Mentre aumentano i robot umanoidi che sostituiscono le persone nelle fabbriche di Shenzen (e non solo), Pechino ha già avviato la sperimentazione dei vigili robot. Sui social è spuntato un video che mostra un umanoide che dirige il traffico urbano con movimenti apparentemente umani (per vedere il video, clicca su questo link).
Il governo cinese ha fissato l’obiettivo di rendere il Paese leader mondiale nella produzione di robot umanoidi entro il 2027, supportando questo piano con investimenti miliardari. Un fondo statale da 138 miliardi di dollari è stato destinato al settore, mentre un ulteriore fondo da 13 miliardi si concentra specificatamente su intelligenza artificiale e robotica.