Rubio ripristina il Times New Roman: addio al Calibri, è troppo inclusivo

La scelta penalizza l’accessibilità per le persone con disabilità visive
11 Dicembre 2025
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Marco rubio segretario stato usa afp
Il Segretario di Stato Usa Marco Rubio firma un documento (Afp)

Basta Calibri, si torna al Times New Roman. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha ordinato il ripristino immediato del vecchio font per tutta la documentazione ufficiale del Dipartimento di Stato, archiviando il Calibri dopo soli due anni. Quella che appare come una banale circolare amministrativa manifesta in realtà una chiara volontà politica dell’amministrazione Usa: quella di smantellare uno standard introdotto per garantire la leggibilità a chi soffre di disabilità visive per tornare a un’estetica di potere, formale e spigolosa. La diplomazia americana cambia volto, e lo fa partendo dai caratteri di stampa.

Inclusività a rischio

La decisione cancella con un tratto di penna le motivazioni tecniche che avevano portato l’amministrazione Biden all’adozione del Calibri.

Nel 2023, il passaggio ai font sans-serif (senza grazie) non rispondeva a un capriccio estetico, ma recepiva anni di studi sulla neurodiversità e l’accessibilità digitale. Associazioni per la dislessia e istituti oftalmologici indicano da tempo come i caratteri lineari, privi degli ornamenti tipografici alle estremità delle lettere, riducano drasticamente l’affollamento visivo, facilitando la lettura per ipovedenti e persone con disturbi specifici dell’apprendimento.

La British Dyslexia Association raccomanda esplicitamente l’uso di font come Arial, Verdana e lo stesso Calibri per la loro spaziatura uniforme e la chiarezza delle forme, che facilitano la decodifica del testo. Al contrario, ricerche condotte su campioni di soggetti dislessici hanno evidenziato come le prestazioni di lettura (velocità e accuratezza) migliorino sensibilmente con caratteri bastoni rispetto a quelli graziati o italici, che tendono invece a creare “rumore” visivo.

Il Calibri era stato scelto proprio per la sua alta leggibilità su schermo e carta, un piccolo adeguamento tecnico che rendeva la burocrazia di Washington accessibile a una platea più vasta. Tornare indietro significa reintrodurre una barriera cognitiva invisibile ma concreta: i documenti ufficiali tornano a essere oggetti solenni, ma tecnicamente più ostili per una parte, seppur piccola, della popolazione.

Un nuovo capitolo della guerra alle politiche Dei (Diversità, equità e inclusione) intrapreso dall’amministrazione di Donald Trump. Una scelta consapevole ed esplicita tanto che il Segretario di Stato Usa Marco Rubio ha etichettato l’introduzione del Calibri come il frutto di un “programma DEIA (Diversity, Equity, Inclusion, and Accessibility) dispendioso”.

L’estetica batte la funzionalità

Il ritorno al Times New Roman esprime il desiderio di restaurare un’immagine “classica” dell’America, anche a scapito della funzionalità. Questo carattere, standard de facto del Novecento, evoca tradizione, gerarchia e una certa gravitas istituzionale che il moderno Calibri, più morbido e rotondo, non possiede. Rubio opta per un sistema culturale dove la forma deve trasmettere autorità prima ancora che chiarezza. Lo stesso State Department (l’equivalente del nostro ministero degli Esteri) motiva così il ritorno al Times New Roman: “Allineare la pratica del Dipartimento a questo standard garantisce che le nostre comunicazioni riflettano la stessa dignità, coerenza e formalità attese nella corrispondenza ufficiale del governo”.

Alcuni critici osservano come, in un mondo dove la comunicazione è sempre più digitale e veloce, l’obbligo di utilizzare un font pensato per la carta stampata del 1931 appare come una scelta anacronistica.

Quali sono gli studi recenti sulla neurodiversità che supportano l’uso di font sans-serif?

Il Calibri è inclusivo: testimonianze di chi ha beneficiato dell’accessibilità

Abc News riporta alcune testimonianze sul tema.

Molly Eagan, Ceo dell’associazione no-profit Visions e lei stessa ipovedente, ha sottolineato come per le persone con disabilità visiva “la leggibilità non sia un dettaglio minore, ma essenziale”, definendo il passaggio ai font sans-serif come una necessità funzionale e non una moda. Anche il designer del font, Luc(as) de Groot, ha difeso la scelta del 2023, spiegando che il Calibri “eccelle nelle dimensioni ridotte e sui monitor standard”, dove i caratteri con grazie come il Times New Roman tendono a distorcersi e affaticare la vista. Nella stessa direzione vanno associazioni come Dyslexia Scotland, secondo cui l’uso di caratteri lineari è uno degli standard primari per ridurre l’affollamento visivo che ostacola la lettura nei soggetti affetti da dislessia.

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