UsAid “guidata da pazzi estremisti di sinistra”, Trump e Musk la smantellano

Attese gravi ripercussioni in tutto il mondo. Trump: “Andava chiusa da tempo”, Musk parla di “Organizzazione criminale”
5 Febbraio 2025
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Us Aid Bandiera Usa Fotogramma Ipa
Bandiere Usa e UsAid_fotogramma_Ipa

Trump vuole chiudere i battenti dell’UsAid, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, un ente chiave per l’assistenza umanitaria e lo sviluppo globale. La decisione è stata rilanciata pubblicamente da Elon Musk, il capo del Dipartimento per l’efficienza governativa Usa, per cui l’agenzia umanitaria è “un’organizzazione criminale” utilizzata per fini politici e per finanziare governi corrotti.Il braccio destro di Trump ha confermato la volontà di chiudere UsAid. Intanto, da lunedì 3 febbraio, l’ente è commissariato e il controllo è stato affidato ad interim al segretario di stato Marco Rubio.

La chiusura o il drastico ridimensionamento dell’UsAid potrebbe avere effetti devastanti sulle persone e i territori più in difficoltà. Solo nel 2023 l’organizzazione ha erogato 72 miliardi di dollari in oltre 100 Paesi per vari interventi umanitari, tra cui: sostegno alla salute delle donne nelle zone di conflitto, incentivi per i trattamenti dell’Hiv/Aids, per l’accesso all’acqua pulita, per la sicurezza energetica e altri.

L’UsAid ha fornito il 42% di tutti gli aiuti umanitari monitorati dall’Onu nel corso del 2024.

Ora, però, potrebbe essere chiusa.

Cancelli chiusi senza preavviso, cosa succede all’UsAid

Nonostante il grande clamore mediatico, gli impiegati non erano a conoscenza della imminente chiusura (o ridimensionamento) dell’UsAid. L’agenzia conta oltre 10.000 dipendenti, di cui circa due terzi sono impegnati in missioni all’estero, mentre il resto opera presso la sede centrale a Washington e in altri uffici regionali degli Stati Uniti.

Molti lavoratori, recandosi al lavoro come ogni giorno, dell’organizzazione hanno trovato i cancelli chiusi senza preavviso, decine di dipendenti sono stati messi in congedo e altri sono stati invitati a lavorare da casa con un accesso limitato ai sistemi informatici. Secondo AP News, più di 600 impiegati sono stati improvvisamente esclusi dai database e dalle comunicazioni interne.

Le ripercussioni su altre aziende e lavoratori

UsAid dà lavoro anche a diverse aziende appaltanti: “Gli ultimi dieci giorni sono stati i peggiori della mia vita professionale”, ha dichiarato a The Guardian Steve Schmida, co-fondatore di Resonance, con sede nel Vermont, società appaltatrice che ha lavorato per molti anni in settori come l’innovazione, la conservazione della pesca e il commercio e gli investimenti. Per loro, le decisioni di Trump e Musk sono una questione “esistenziale” dopo che la nuova amministrazione americana ha bloccato lavori già concordati. “Avevamo milioni di dollari di fatture da pagare che erano state approvate dai nostri clienti del Governo degli Stati Uniti… Abbiamo capito subito che si trattava di una seria minaccia per la nostra attività”, ha detto Schmida.

Un anonimo funzionario di un altro partner di UsAid ha detto che la sua azienda ha dovuto licenziare centinaia di dipendenti con sede negli Stati Uniti e che il governo degli Stati Uniti deve oltre 50 milioni di dollari per le fatture di novembre e dicembre che sono già scadute. Sono diverse le società partner che stanno affrontando gravi crisi di liquidità, poiché i pagamenti per i servizi già resi sono stati congelati. Alcuni contratti, già firmati e approvati, potrebbero non essere onorati, generando un effetto domino su migliaia di posti di lavoro.

Ad ogni modo, la spending review del duo Trump-Musk procede spedita: il sito web ufficiale di UsAid è stato oscurato, impedendo l’accesso a informazioni critiche sui progetti in corso e sui fondi disponibili. È rimasta solo qualche sintetica informazione sul sito dell’amministrazione federale.

Il ruolo di Elon Musk e i tagli agli aiuti

Elon Musk ha avuto un ruolo centrale in questa operazione. Ancora prima di salire al potere, il fondatore di Tesla e SpaceX aveva promesso di abbattere la spesa pubblica americana, tanto da meritarsi la guida del dipartimento Doge (Department of Government Efficiency). Tra le principali spese ritenute superflue ci sono i fondi destinati a UsAid.

Il presidente Trump ha dichiarato che l’organizzazione umanitaria “andava chiusa da tempo” anche perché guidata da “pazzi estremisti di sinistra”. Il tycoon ha anche affermato che non sarà necessario un voto del Congresso per procedere con la chiusura dell’agenzia, lasciando intendere che il provvedimento potrebbe essere attuato unilateralmente.

La storia di UsAid

Fondata nel 1961 dal presidente John F. Kennedy, UsAid è stata una delle agenzie più influenti nel campo della cooperazione internazionale. Con un budget annuo che supera i 50 miliardi di dollari, ha contribuito a programmi fondamentali in ambiti come:

  • Lotta alla povertà
  • Salute globale (Hiv, vaccinazioni, contrasto alle epidemie)
  • Educazione nei Paesi in via di sviluppo
  • Supporto alla governance democratica

Negli anni, l’agenzia ha avuto un impatto significativo sulle persone meno fortunate del mondo, riducendo la mortalità infantile e garantendo accesso a servizi sanitari essenziali in aree remote. Tuttavia, non sono mancate le critiche: già prima di Trump molti politici conservatori hanno accusato l’agenzia di essere inefficiente e di sperperare denaro pubblico dei cittadini americani.

Le conseguenze della chiusura di UsAid

La chiusura di UsAid potrebbe avere ripercussioni drammatiche. Molti progetti umanitari dipendono dai suoi finanziamenti, e l’interruzione improvvisa degli aiuti rischia di destabilizzare intere regioni. La sospensione dei fondi metterebbe in pericolo i programmi sanitari in Africa e America Latina; la distribuzione di vaccini essenziali; gli interventi di emergenza in caso di disastri naturali. In Paesi come Ecuador, Nicaragua e Venezuela, l’organizzazione è una delle poche fonti di aiuto internazionale rimaste. La sua chiusura potrebbe spingere migliaia di persone a emigrare, aggravando la crisi migratoria verso gli Stati Uniti, altra vicenda su cui Donald Trump ha subito chiarito di voler usare il pugno di ferro.

Reazioni e critiche alla decisione di Trump

Il piano di Trump ha scatenato forti reazioni, sia a livello nazionale che internazionale. I Democratici hanno definito la mossa “un abuso di potere”, annunciando battaglie legali per bloccare la chiusura dell’agenzia. Anche alleati storici degli Stati Uniti, come Francia e Germania, hanno espresso preoccupazione per l’impatto che la decisione potrebbe avere sulla cooperazione internazionale.

Molti analisti ritengono che la decisione di chiudere UsAid sia un modo per rafforzare il consenso dell’elettorato conservatore.

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