La maggior parte degli italiani vuole la transizione ecologica, e la vuole rapidamente. Un sondaggio condotto da Ipsos nei Paesi del G20, tra cui il nostro, ha messo in luce le percezioni e le preoccupazioni dei cittadini riguardo ai cambiamenti climatici, alla sostenibilità e alle politiche ambientali. Nello specifico, il 62% dei connazionali vuole un’azione in campo climatico in tempi brevi. Un dato alto ma, va notato, inferiore alla media dei cittadini del G20, pari al 71%, che chiedono entro 10 anni provvedimenti per ridurre le emissioni di carbonio da elettricità, trasporti, cibo, industria e dagli edifici.
Lo studio, commissionato da Earth4All e dalla Global Commons Alliance e dal titolo “Earth for All Survey 2024 – Italy Country Deck”, indaga le opinioni delle persone nei confronti dei sistemi politici ed economici nazionali e globali e sui livelli di sostegno alle proposte politiche di Earth4All.
Non solo profitto: persone e natura al centro dell’economia
Entrando nel dettaglio del report, la maggior parte degli intervistati in Italia esprime preoccupazione per il cambiamento climatico. Il 62%, come visto, vuole un’azione immediata. Un’opinione equamente distribuita tra uomini (63%) e donne (61%) e diffusa soprattutto tra le persone con reddito alto (68%), tra i 35-44enni (67%) e i 55-65enni (67%). Percentuali un po’ più basse per i giovani 18-24enni (64%) e soprattutto per i 45-54 (60%) e i 25-34enni, che col 51% risultano i meno coinvolti anche se parliamo comunque di una larga maggioranza.
La sensazione di urgenza e necessità di agire contro i cambiamenti climatici trova conferma nel fatto che il 66% degli intervistati ritiene che per migliorare il benessere e qualità della vita delle persone e per rispondere alle sfide globali occorra investire nelle energie rinnovabili, nell’efficienza energetica, nei trasporti puliti (automobili, autobus, treni) e nella riduzione dell’inquinamento nell’industria in Italia (media G20: 74%)
Una maggioranza inferiore ma pur sempre una maggioranza, pari al 56%, è poi favorevole a dare diritti legali alla Natura nel nostro sistema giuridico e il 60% a dare diritti legali alle Future generazioni. (Media G20: rispettivamente 60% e 61%).
Secondo gli italiani, puntare sulla crescita economica è il modo migliore per raggiungere ricchezza e benessere per tutti: è d’accordo il 51% degli intervistati (media G20: 60%)
E sebbene una forte maggioranza (64% – media G20: 68%) ritenga che l’economia italiana debba mettere al primo posto le persone e la natura piuttosto che concentrarsi solo sul profitto, il dato è in caduta libera dal 77% registrato nel 2021.
Ma trova conferma nell’idea che il successo economico di un Paese dovrebbe essere misurato dalla salute e dal benessere dei suoi cittadini piuttosto che dalla velocità con cui l’economia sta crescendo: lo pensa il 59% degli intervisti (media G20: 62%).
Italiani favorevoli a politiche redistributive
Concretamente gli italiani come pensano di cambiare passo? Perché qualcosa va fatto: per il 47% degli intervistati infatti il nostro sistema economico è dannoso per l’ambiente (media G20: 44%), e per il 61% in Italia ci sono elevate diseguaglianze economiche (media G20: 67%).
Tra le ipotesi proposte da Earth4All, l’idea di tassare di più le grandi imprese per finanziare la transizione economica e dei nostri stili di vita trova d’accordo solo il 56% degli intervistati, molto sotto la media dei Paesi del G20 pari al 69% e abbastanza lontani dalle percentuali dei Paesi europei come Austria (67%), Germania – Svezia (64%), Francia (63%) e Danimarca (59%).
Stesso risultato per l’ipotesi di tassare maggiormente il reddito delle persone più benestanti, che in Italia raccoglie il 64% del consenso, sotto la media G20 pari al 70%.
In particolare, poi, il 71% degli intervistati è d’accordo a tassare di più le aziende e le persone che inquinano maggiormente, e a redistribuire il gettito tra chi inquina meno. In questo caso siamo in perfetta linea con la media G20 (71%).
Si tratta in ogni caso di misure molto dibattute nel nostro Paese, e queste percentuali, ben oltre la maggioranza, sono un chiaro indicatore per i decisori politici.
Scarsa fiducia nel governo e nelle organizzazioni internazionali
E qui si tocca un tasto dolente: la scarsa fiducia che gli italiani ripongono nel fatto che il governo prenda decisioni a beneficio del maggioranza delle persone: il 48% ritiene che non ci si possa fare affidamento e solo il 25% pensa di sì, a fronte di una media G20 pari al 39%. Più sfiduciati di noi sono solo Corea del Sud (23%), Austria (23%), Francia (18%) e Giappone (14%).
Ancora peggio se gli italiani pensano alle politiche di lungo termine: solo il 21% pensa che il governo adotterà politiche di cui le persone potranno beneficiare tra 20-30 anni. La maggioranza, il 51%, non lo crede. In questo caso, più sfiduciati di noi sono solo Francia (19%), Austria (18%) e Giappone (12%).
Una sfiducia che si allarga anche alle organizzazioni internazionali: solo il 31% (media G20: 38%) ritiene che ci si possa fidare più delle organizzazioni internazionali che di quelle nazionali per affrontare le sfide globali, in quasi parità con chi ritiene di no (29% – media G20: 26%) e meno comunque di chi non è d’accordo né in disaccordo con questa opinione (32% – media G20: 30%).
Non un buon segnale per chi deve occuparsi di traghettare il mondo verso il futuro: a essere ottimista sui prossimi anni è una minoranza, il 31% degli intervistati (media G20: 62%). D’altronde, il punto di partenza non è incoraggiante: solo il 15% ha dichiarato di essere completamente soddisfatto della propria vita attuale.