La città costiera di Spalato, in Croazia, è stata scossa da un’ondata di proteste e preoccupazioni ambientali a seguito dell’arrivo della nave traghetto italiana “Moby Drea”, giunta nel cantiere navale di Brodosplit per far sì che vengano rimosse le 250 tonnellate di amianto dell’imbarcazione. L’operazione ha scatenato l’ira dei cittadini, che temono la contaminazione dell’aria e hanno avviato una petizione per impedire alla nave di rimanere in città.
La “Moby Drea”, un traghetto passeggeri dismesso e acquistato dalla siciliana Med Fuel srl, è arrivata la settimana scorsa a Spalato per essere sottoposta a lavori di bonifica dall’amianto. Costruita nel 1975 nei cantieri tedeschi di Lubecca, la nave ha fatto parte della flotta Moby dal 2003, trasportando turisti in Sardegna per vent’anni. La nuova proprietà intende rinnovare le cabine passeggeri, ma prima è necessaria la rimozione delle vecchie lastre antincendio realizzate in amianto, un materiale ampiamente utilizzato decenni fa prima che la sua pericolosità, per l’ambiente e la salute, fosse conclamata.
Le preoccupazioni della popolazione
L’amianto diventa pericoloso se frantumato, poiché le sue fibre si liberano nell’aria. Alcuni attivisti hanno ricordato la gravosa eredità della zona di Vranjic, già particolarmente colpita da tumori derivanti dall’esposizione a fibre di asbesto, a causa di una fabbrica che utilizzava il minerale, ora universalmente bandito. In Italia, invece, per quanto riguarda l’amianto, dal 1992 è fuorilegge. La sua presenza, però, grava in numerosi edifici e mezzi di trasporto costruiti precedentemente.
Giovedì scorso, dopo due giorni nel Porto di Spalato, la nave è entrata nel cantiere navale con l’ausilio di quattro rimorchiatori. Josip Jurišić, portavoce del cantiere, aveva inizialmente dichiarato che i lavori di rimozione dei pannelli di amianto sarebbero durati due mesi e che il materiale sarebbe stato stoccato dalla società Ciak.
Tomislav Debeljak, presidente del Consiglio di Amministrazione di Brodosplit, ha espresso il suo rammarico per l’attenzione suscitata dal progetto. In una nota, ha dichiarato che un gran numero di altre navi nell’Adriatico contengono pannelli simili e navigano regolarmente senza suscitare reazioni pubbliche così diffuse. Ma per evitare ulteriori polemiche e garantire la sicurezza dei cittadini ha invitato tutti i servizi ispettivi competenti a svolgere il loro lavoro in modo scrupoloso. Inoltre, Debeljak ha chiesto alla Città di Spalato di istituire un organismo professionale indipendente per supervisionare l’attuazione del progetto, garantendo fiducia e trasparenza.
Il cantiere ha garantito che i pannelli di amianto, contenuti “a sandwich” nelle pareti divisorie della nave traghetto, non saranno esposti all’atmosfera e non verranno tagliati, ma semplicemente estratti e insacchettati da personale addestrato. Il cantiere ha anche assicurato che nessun intervento sarà effettuato prima che vengano resi noti gli esami dell’aria all’interno della nave, per escludere qualsiasi contaminazione.
L’intervento delle autorità
Il sindaco di Spalato, Tomislav Suta, si è espresso con fermezza: “La nave se ne deve andare”. Ha inoltre affermato che un cantiere navale come Brodosplit non ha più posto in una città come Spalato, promuovendo un modello di cantieristica specializzata compatibile con il contesto urbano e ambientale, piuttosto che il trattamento di navi straniere cariche di amianto. Il sindaco ha partecipato alla marcia di protesta, assicurando coordinamento con le autorità statali.
Stručnjaci iz državnih tijela dali su mi na uvid mišljenje u kojem se jasno navodi da sukladno Zakonu o gospodarenju…
Pubblicato da Tomislav Šuta su Lunedì 4 agosto 2025
L’organizzatrice della protesta Dijana Stela Limić ha così spiegato le motivazioni della protesta: “Ci siamo riuniti come voce del popolo per dimostrare che la città di Spalato non può accettare i rifiuti altrui perché non siamo una discarica. La capitaneria di porto non sapeva nemmeno che questa nave sarebbe arrivata, né le ha dato il permesso di attraccare”. E ricordando la crisi a Vranjic, ha aggiunto: “Abbiamo già abbastanza problemi con l’amianto che durano da decenni, e i cittadini di Vranjic lo sanno bene. A Vranjic, su cinque decessi, in media, quattro sono dovuti all’amianto. Le particelle di amianto non possono essere rimosse o distrutte, si stanno diffondendo e ora anche Spalato, Brazza e Omiš sono a rischio. La Turchia ha respinto questa nave perché la considerava pericolosa. Non ci fidiamo più delle autorità. Anche quantità molto più piccole di rifiuti non sono state smaltite, siamo molto insicuri. Vogliamo che la nave torni indietro al punto di partenza. Spalato non vuole questa nave”.
In risposta alle crescenti pressioni, lunedì il Ministero della Protezione Ambientale e della Transizione Verde ha pubblicato un parere sul caso, stabilendo che i rifiuti generati dalla rimozione di partizioni contenenti amianto sulla nave “non possono essere smaltiti in Croazia”. Il Ministero ha sottolineato che è vietato conferire rifiuti pericolosi nel territorio della Repubblica di Croazia per lo smaltimento. Se l’intenzione fosse quella di separare le partizioni contenenti amianto nel cantiere di Spalato, queste costituirebbero rifiuti.
Inizialmente, il Ministero non aveva ricevuto informazioni ufficiali sull’ingresso della nave e ha appreso della sua presenza e dell’intenzione di rimuovere l’amianto attraverso i media, dopodiché ha contattato le autorità competenti. Inoltre, ha anche specificato che, al momento, non ha giurisdizione diretta sul caso, in quanto non si tratta di una nave con amianto come “carico” o “rifiuto”, ma di una nave parzialmente realizzata in amianto e sottoposta a revisione. Tuttavia, ha chiarito che eventuali rifiuti di produzione generati dovranno essere gestiti in conformità con la Legge sulla Gestione dei Rifiuti del Paese.
Per ora i cittadini di Spalato continuano a non fidarsi e a scrutare la situazione, mentre le autorità croate cercano di navigare tra le preoccupazioni ambientali, le pressioni pubbliche e le normative sulla gestione dei rifiuti pericolosi.