Donne e Stem, Cravetto (GenS): “Avete mai pensato di regalare un trenino a una bambina?”

4 Ottobre 2025
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Alessandra Cravetto founder di Generazione Stem
Alessandra Cravetto founder di Generazione Stem

In Italia donne non fa rima con Stem e non solo per una ragione fonetica. Nonostante i progressi sociali degli ultimi decenni, quando si parla di materie tecnico-scientifiche, le donne vengono ancora considerate non all’altezza, inferiori rispetto agli uomini. In una parola, inadatte.

“L’Italia è un Paese all’avanguardia per certi aspetti ma ancora troppo tradizionale per altri, soprattutto quando si parla di donne e dei ruoli che ricoprono nella società”, dice a Prometeo 360 Alessandra Cravetto, founder di GenS, Generazione Stem, una community nata con l’obiettivo di orientare le nuove generazioni al mondo Stem, con un’attenzione particolare per le donne, messe ai margini di un ambito sempre più cruciale per l’economia moderna.

“C’è un dato che fa molto riflettere: in Italia solo una donna su due ha un conto corrente intestato a suo nome. Questo è causa e conseguenza di una scarsa indipendenza sia economica che culturale. Le donne non si sentono abbastanza preparate per gestire da sole le proprie finanze; si devono rivolgere al marito, al partner, al padre”, continua Cravetto. Guai però a gettare la spugna: la sua community è la prova concreta che, se si scelgono i canali e le modalità giuste, è possibile liberare le donne dai soliti pregiudizi e cambiare il loro ruolo nella società.

Donne e Stem, tra pregiudizi atavici e conquiste recenti

L’Osservatorio delle Competenze Digitali 2024 denuncia che il 50% delle aziende italiane fatica a trovare profili Stem, mentre Confindustria stima un fabbisogno di 2 milioni di nuovi occupati nei prossimi 5 anni. Nonostante l’elevata domanda di lavoro, solo il 18% delle lauree Stem in Italia è conseguito da donne, contro una media europea del 26%.

Come si spiega questo paradosso tutto italiano e cosa vi ha spinto a creare Generazione Stem?

“Partiamo da un presupposto banale ma non scontato: le donne hanno le stesse capacità degli uomini, ma a volte non credono in loro stesse o non hanno ricevuto una preparazione adeguata a questo settore. Generazione Stem è nata con l’obiettivo di avvicinare le ragazze a scegliere una formazione Stem per contribuire a creare una generazione di future donne che siano indipendenti, preparate, competenti e pronte a cogliere tutte le occasioni che il mercato del lavoro offre, al pari degli uomini”.

I dati dicono che l’Italia è terzultima in Europa per presenza femminile nelle Stem, con forti disparità tra Nord e Sud. A causa del contesto sociale, molte ragazze si auto-convincono di “non essere portate” per matematica e scienze dopo qualche difficoltà. Come Generazione Stem interviene su questi meccanismi di auto-sabotaggio? Qual è il ruolo delle famiglie e della scuola?

Per rispondere a questa domanda, Alessandra Cravetto cita Marie Curie: “Non ci sono donne inferiori, solo donne inferiormente istruite”. “Le ragazze – spiega la founder di Generazione Stem – sono le prime vittime dei così detti pregiudizi di genere inconsci, tutte quelle credenze che le portano a dire: ‘non sono abbastanza, non sono portata, non sono pronta per scegliere una facoltà Stem’. Questi pregiudizi si creano e si rafforzano a scuola, in famiglia e nella società tutta… quante volte abbiamo regalato un trenino ad un bambino e una bambola ad una bambina?” si chiede retoricamente Cravetto. “Generazione Stem lavora proprio sul far riconoscere alle ragazze i pregiudizi e cerca di scardinarli”. A differenza dei soliti tentativi di sensibilizzare il pubblico, la community di GenS parla alle altre donne “attraverso i racconti e le esperienze di altre ragazze che hanno superato i pregiudizi di genere e ora sono felici studentesse o professioniste Stem”.

Come usare la comunicazione per avvicinare le donne alle materie Stem

Generazione Stem oggi conta oltre 25.000 follower su Instagram, più di 4.000 su TikToK e ha trasformato la divulgazione scientifica in contenuti virali sui social.

Come si rendono “cool” le materie Stem sui social media mantenendo allo stesso tempo il rigore scientifico? E come scegliete le vostre content creator?

La scienza può essere molto più pop di quel che si pensa!”, spiega Cravetto, la cui community collabora con una rete di più di cento ragazze che si sono formate in ambito Stem su tutto il territorio italiano e “sono una fucina di idee e proposte”.

“Sono loro che rendono tutti gli argomenti divertenti e facili da seguire, attraverso un linguaggio chiaro, semplice ed accattivante sono capaci di spiegare dai buchi neri ai colpi d’aria, rendendo la scienza accessibile a tutti. È una questione di linguaggio: se si usa un linguaggio semplice tutto può essere spiegato, capito e apprezzato. Spesso le ragazze che fanno parte di Generazione Stem sono follower della Community che, in un secondo momento, ci chiedono di diventare content creator. Per noi è un altro modo di fare empowerment, perché diamo un compenso a tutte. Alcune di loro hanno iniziato per divertimento ma stanno diventando divulgatrici scientifiche riconosciute, che potrebbero trasformare una passione in un lavoro a tempo pieno”, ci dice Alessandra Cravetto.

Sta portando in giro lo spettacolo teatrale “La scienza che a scuola non ci hanno raccontato”, dedicato alle scienziate dimenticate dalla storia. Perché è importante recuperare queste figure nascoste? Il teatro può essere più efficace della divulgazione tradizionale per ispirare le giovani?

“Lo spettacolo è un buon mix tra informazione, divulgazione e intrattenimento e credo che imparare divertendosi sia sempre la formula migliore per assimilare i concetti. Questo spettacolo vuole celebrare le tantissime donne che a causa del cosiddetto ‘effetto Matilda’ non hanno ricevuto i riconoscimenti appropriati per i loro lavori”. Questa espressione indica il mancato riconoscimento dei traguardi raggiunti dalle donne in ambito scientifico e l’attribuzione del merito dei loro risultati ai colleghi uomini. L’espressione fu inventata nel 1993 dalla storica della scienza Margaret W. Rossiter, ispirata da Matilda Joslyn Gage, femminista del XIX secolo che nel 1870 pubblicò il saggio “Woman As Inventor” dove raccontava come molte scoperte scientifiche ed invenzioni attribuite agli uomini fossero, in realtà, il frutto del lavoro di donne rimaste anonime.

“Un altro obiettivo dello spettacolo – continua Cravetto – è aumentare i riferimenti al femminile nel mondo della scienza. Siamo convinte, infatti, che aumentare i role-model sia un altro passo per far avvicinare le ragazze a scegliere percorsi Stem, ma anche per far riflettere i genitori e la società tutta su quanto si possa fare per partecipare ad una vera rivoluzione culturale”. Cravetto e il suo team porteranno lo spettacolo a L’Aquila il prossimo 11 ottobre, in occasione del Festival “Ci penso!”.

Donne e Stem: l’importanza di fare squadra

Il 90% di chi si laurea in ambito Stem trova lavoro entro cinque mesi, ma le donne guadagnano ancora il 12% in meno dei colleghi maschi. Come affrontate questa contraddizione quando orientate le ragazze? E come state costruendo il dialogo tra scuole, università e aziende per creare opportunità concrete?

“I grandi cambiamenti si fanno se si hanno alleati forti, e le donne hanno bisogno degli uomini come alleati. Oggi la maggior parte delle aziende, non solo tech, sono ancora a conduzione maschile, ma le ragazze si stanno facendo strada. Quando aumenterà la loro presenza nei livelli manageriali, le cose cambieranno anche dal punto di vista salariale”, spiega Cravetto, secondo cui il nocciolo della questione è “avere aziende capaci di riconoscere che un team composto da entrambi i generi performa meglio rispetto a un team di soli uomini”.

Qualcosa si sta muovendo: “Generazione Stem sta già lavorando con tante aziende (Saipem, Sogin, Newcleo, EY, Isybank, Enel) che credono nella parità di genere e vogliono aumentare la presenza femminile al loro interno, attraverso campagne social di employer branding e talent attraction, ma – chiosa Cravetto – dovrebbero essere tutte le aziende ad unirsi, non solo le più illuminate! A tal fine, organizziamo anche tanto orientamento Stem nelle scuole, collaborando con le aziende che vogliono far conoscere la propria realtà ai più giovani e attrarre i futuri talenti Stem”.

Il dibattito sulla carenza di competenze Stem è uno dei nodi irrisolti nel dibattito pubblico italiano. Abbiamo pochi laureati in questo ambito per lacune di formazione o per scelta? Sarebbe giusto esercitare meno pressione sui giovani e lasciarli liberi nella scelta del proprio percorso? In altre parole, è giusto che i giovani si adeguino al mercato o anche il mercato deve fare un passo verso i giovani?

“La scelta giusta è sempre fare ciò che ci piace di più, che sia Stem o altro. D’altra parte, sapere che con una formazione tecnico-scientifica potresti trovare lavoro subito e magari avere uno stipendio medio-alto e a tempo indeterminato, può in qualche modo influenzare la scelta.

Quello che Generazione Stem vuole fare – spiega la fondatrice Alessandra Cravetto – è prima di tutto informare sulle possibilità che ci sono là fuori e dire alle ragazze che anche loro ce la possono fare, chenon c’è nessun esame e nessuna ricerca che attesti che i maschi sono più portati alle materie scientifiche. Anzi, spesso le ragazze che intraprendono percorsi scientifici prendono voti più alti dei loro colleghi uomini”.

Se dovesse lanciare un messaggio alle nostre lettrici – madri, insegnanti, imprenditrici – quale consiglio pratico daresti per incoraggiare una figlia verso le scienze? E alle ragazze che ci leggono e sono incerte sulla loro strada: qual è il primo passo concreto che possono fare oggi per avvicinarsi al mondo Stem senza timori?

“Il consiglio che posso dare alle ragazze che hanno ancora timore delle Stem è di seguire la nostra community, perché da insieme a noi scoprirete un mondo di ragazze che non sono né più intelligenti né più secchione, né più, né meno… sono ragazze normali, proprio come voi”.

Rivolgendosi, invece, alle madri delle bambine, Cravetto racconta la sua esperienza personale: “Ho una figlia che da quando è piccola mi ha sempre detto di non essere portata per la matematica. Prima di fondare Generazione Stem, io le rispondevo: ‘hai ragione…la matematica non fa per te’”. Poi qualcosa è cambiato. “Da quando ho approfondito l’argomento e le ho spiegato quello che ci siamo detti in questa intervista, mi sono resa conto che io stessa, le mie amiche, le nostre mamme, e così via, siamo state involontariamente complici dei pregiudizi di genere, creando tanta insicurezza nelle bambine fin dalla tenera età”.

Allora sì, Alessandra Cravetto ha un messaggio da dare alle altre donne: “Sostenete sempre le vostre figlie, incoraggiatele e abbiate fiducia in loro perché quando si mettono in marcia, non le ferma più nessuno!”.

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