Dalla mobilità ai consumi, le famiglie italiane sono sempre più attente ai temi legati all’ambiente: 8 italiani su 10 considerano la sostenibilità ambientale un criterio di scelta nei comportamenti quotidiani, mentre ritengono che le questioni legate al cambiamento climatico e all’economia circolare siano una vera emergenza e che il livello di attenzione mostrato dalle istituzioni italiane verso queste tematiche negli ultimi dieci anni sia insufficiente. Sono alcuni dei dati emersi da un’indagine condotta dall’istituto Eures per conto di Adoc-Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Udicon-Unione per la Difesa dei Consumatori e Unione Nazionale Consumatori (Unc).
La ricerca, svolta in tutta Italia su un campione di 1.118 famiglie, fornisce una fotografia dei comportamenti di tre fasce: giovani single o coppie o altri nuclei conviventi senza figli (età 18-39 anni); coppie giovani o adulte con figli; famiglie di anziani (soli o coppie di anziani). Le scelte e i comportamenti degli individui e delle famiglie sono stati analizzati alla luce della diversa gestione e disponibilità di tempo e risorse economiche, complessivamente correlati alle diverse fasi della vita e ai differenti contesti familiari.
Secondo Eures, i risultati emersi dall’indagine certificano “l’affermazione di una nuova cultura della sostenibilità e del valore dell’economia circolare, soprattutto tra i giovani e nelle famiglie con figli, dove l’attenzione al futuro del pianeta diviene una responsabilità collettiva di cui farsi carico in prima persona. Il cambiamento culturale appare tuttavia ancora frenato, nel quotidiano, da numerosi ostacoli esterni, quali la mancanza di servizi e infrastrutture adeguate, la scarsa disponibilità e trasparenza delle informazioni e i costi che il consumatore è chiamato a sostenere per adeguare i propri comportamenti. Ciò sarà sempre più possibile quanto più il consumatore sarà adeguatamente informato e consapevole del ruolo di attore del cambiamento che è chiamato a giocare”.
“Fare la raccolta differenziata, spostarsi a piedi, non sprecare cibo, preferire packaging sostenibili e investire secondo criteri etici, sociali e ambientali non sono solo comportamenti virtuosi, ma veri e propri stili di vita, che i consumatori italiani adottano, o vorrebbero adottare, sempre più, per contribuire in modo significativo alla sostenibilità del nostro Paese. Rispondere a questa crescente esigenza dei consumatori richiede un impegno forte da parte del governo per accelerare il cambiamento e agevolare la transizione verso modelli di consumo più sostenibili, adottando un approccio sia top down che bottom up: un approccio integrato che coinvolga sia le Istituzioni e la politica che i singoli consumatori al fine di rimuovere le criticità e affrontare efficacemente le sfide ambientali attuali”, dichiarano le 5 Associazioni dei Consumatori (Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Udicon e Unc) nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi a Roma presso Fondazione Enpam per presentare i risultati della ricerca.
Tornando ai risultati dell’indagine, nel dettaglio, il 78,9% degli intervistati ritiene che i temi connessi alla sostenibilità ambientale (ovvero cambiamento climatico, inquinamento, riduzione risorse naturali) rappresentino una reale emergenza per il pianeta (che arriva all’82,5% tra le coppie under 35). Sono l’88,3%, invece, le famiglie convinte che l’azione dell’uomo sia responsabile, in misura prevalente (52,1%) o totale (36,2%) del cambiamento climatico del pianeta. L’attenzione alla sostenibilità e all’economia circolare sembra diffusa tra le famiglie italiane che nel 72,8% dei casi affermano di discutere e di confrontarsi su tali tematiche (74,3% tra le famiglie con figli). A fronte di tale sensibilità, il 78% del campione giudica insufficiente il livello di attenzione mostrato dalle istituzioni verso queste tematiche negli ultimi dieci anni. Mentre, il 16,7% lo definisce ‘adeguato’ e solo un 5,3% ‘eccessivo’.
Il tema sul quale le famiglie italiane si confrontano di più è quello del cambiamento climatico (56,9% delle indicazioni), seguito dal ciclo dei rifiuti (49,4%) e dallo spreco alimentare (48,8%). A seguire: inquinamento ambientale (33,6%), mobilità sostenibile (33,3%) e vivibilità/qualità della vita urbana (31,5%). Più bassa la quota di famiglie che si confronta sull’uso eccessivo degli imballaggi e sulla shrinkflation (19,3%); meno di una famiglia su 10 discute di etica/impatto sociale dei processi produttivi (9,7%) e di finanza sostenibile, finanza etica e investimenti green (8,2%).