Schwarzenegger : “Papa Leone è un action hero del clima”

L'attore, ex governatore della California, ha preso parte all'evento per il decennale dell'enciclica 'Laudato si'' e insieme al Pontefice ha esortato: "Dobbiamo agire tutti insieme"
2 Ottobre 2025
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Papa Leone e Schwarzenegger
Papa Leone e Arnold Schwarzenegger (Ipa/Fotogramma)

Tra star del cinema, scienziati e attivisti, la difesa dell’ambiente ha trovato un nuovo “action hero”: Papa Leone XIV. Arnold Schwarzenegger, uno che di azione se ne intende, almeno sullo schermo, ha definito così il Pontefice in occasione dell’evento internazionale sul clima che si è tenuto ieri a Castel Gandolfo, durante il quale è stato ribadito che “la finestra per agire si sta chiudendo” e che tutti possiamo e dobbiamo fare la nostra parte.

Che vi frega di quel che dicono a Washington, l’inquinamento lo spazziamo via insieme”, ha esortato ancora l’attore, ex governatore della California. “Non c’è una sola persona che possa ‘terminare’ l’inquinamento da sola”, ha affermato con un ironico riferimento al suo ruolo più famoso, quello del Terminator. “Dobbiamo lavorare insieme. Ci sono 1,4 miliardi di cattolici, 400 mila sacerdoti, 600 mila suore, 200 mila chiese. Pensateci: quanta forza, quanto potere rappresentato anche dal nostro Movimento per porre fine all’inquinamento. Ognuno di quei 1,4 miliardi di cattolici può essere un crociato per l’ambiente”.

E Papa Leone ha dato subito il buon esempio, in modo molto concreto: “Appena è diventato Papa ha fatto sì che si mettessero i pannelli solari”. Ecco perché, ha spiegato Schwarzenegger, è un action hero.

Leone XIV: “Dal dolore all’azione, serve un’ecologia integrale”

Ieri pomeriggio a Castel Gandolfo si è tenuta la ‘Raising hope for climate justice’, conferenza internazionale promossa dal movimento Laudato si’ in collaborazione con partner ecclesiastici e istituzionali nel Centro Mariapoli dei Focolarini. La conferenza, commemorativa del decennale dell’enciclica ‘Laudato Si’ di Francesco, ha riunito esperti ambientali e attivisti internazionali e ha lavorato su strategie concrete per mitigare l’incremento delle emissioni globali e per accelerare la transizione verso una giustizia climatica, in vista della prossima COP 30 che si aprirà a Belem, in Brasile, tra un mese.

“Che cosa occorre – ha chiesto il Pontefice – perché la cura della casa comune e l’attenzione al grido della terra e dei poveri non appaiano come una moda passeggera o, peggio ancora, siano visti e sentiti come temi divisivi?”

Il Papa ha invitato i cittadini a vigilare sulle istituzioni, perché “le soluzioni più efficaci non verranno solo da sforzi individuali, ma soprattutto dalle grandi decisioni della politica nazionale e internazionale”. “La società, attraverso organismi non governativi e associazioni intermedie, deve fare pressione sui governi perché sviluppino normative, procedure e controlli più rigorosi”, ha sottolineato Prevost rinnovando “un forte appello all’unità attorno all’ecologia integrale e per la pace”.

Un appello tanto più necessario dato che “l’Esortazione apostolica Laudate Deum, pubblicata due anni fa, notava che, dopo Laudato si’, ‘non sono mancate le persone che hanno cercato di minimizzare’ i sempre più evidenti segni del cambiamento climatico, di ‘porre in ridicolo chi parla di riscaldamento globale’ e persino di incolpare i poveri di ciò che più degli altri essi subiscono”, ha detto Leone.

L’appello: “La COP30 ascolti il grido della Terra e dei poveri”

Nel suo intervento, Leone XIV ha rivolto uno sguardo ai prossimi appuntamenti internazionali, in particolare alla COP30 in Brasile. “Auspico che i vertici sul clima ascoltino il grido della Terra e il grido dei poveri, il grido delle famiglie, dei popoli indigeni, dei migranti involontari, dei credenti di tutto il mondo”, ha detto, ammonendo che non c’è spazio per “indifferenza né rassegnazione”, per nessuno e a nessun livello, né pubblico né privato.

Il Pontefice ha poi concluso “con una domanda che riguarda ognuno di noi”: “Dio ci chiederà se abbiamo custodito bene questo mondo a beneficio di tutti e delle generazioni future e se ci siamo presi cura dei nostri fratelli e sorelle. Allora, che cosa risponderemo?”

Un momento simbolico è stato quando dal palco è stato srotolato un tessuto a simboleggiare l’acqua di un fiume. Il Papa, al termine del suo intervento, ha chiesto in una invocazione che si passi “dal dolore all’azione. Ognuno dia il suo contributo alla corrente di speranza“.

Un’eredità di Francesco, una sfida per il futuro

Gli esperti ricordano che l’enciclica Laudato si’ del 2015 ebbe un ruolo determinante nella definizione degli accordi di Parigi, grazie all’insistenza sul legame tra giustizia sociale e crisi climatica. Oggi, a dieci anni di distanza, la finestra temporale per agire si sta riducendo drasticamente e Papa Leone XIV ha fatto proprie le parole del predecessore, trasformandole in un imperativo: passare dalle parole ai fatti. E al suo fianco, un altro action hero come Schwarzenegger ha ricordato al mondo che la battaglia per il clima non si vince con slogan, ma con la forza di milioni di persone unite da un obiettivo comune.

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