Pedro Sánchez vuole tassare i super ricchi (anche) per finanziare il trasporto pubblico locale. Martedì 3 settembre, inaugurando il nuovo corso politico all’Istituto Cervantes, il presidente spagnolo ha garantito che il percorso di giustizia fiscale, già intrapreso dal suo esecutivo, sarà ancora più massiccio.
“Proporremo e avvieremo nuove azioni destinate a limitare i privilegi sproporzionati di cui beneficiano certe élite nel nostro Paese”, ha dichiarato Sánchez, mettendo in luce come le disuguaglianze economiche rimangano profonde in Spagna. “Tasseremo chi ha già abbastanza soldi in banca per vivere 100 vite”, ha proseguito, sottolineando che l’obiettivo è proteggere le classi medie e lavoratrici da un sistema che, sottolinea, “continua a essere straordinariamente ingiusto”.
La tassa sui super ricchi in Spagna
La tassa sui super ricchi non è una novità per il Paese spagnolo. La decisione di colpire i patrimoni più elevati rientra in una strategia già avviata dal governo spagnolo con l’aumento, nel 2022, della tassa sui grandi patrimoni. Questa misura prevede un’imposta del 3,5% sui patrimoni superiori a 3,7 milioni di euro, e ha interessato gli anni fiscali 2022 e 2023, con la possibilità di essere estesa.
La tassa non serve solo a redistribuire la ricchezza, ma anche a finanziare investimenti strategici per il Paese.
Un sostegno per il trasporto pubblico e il caso di Milano
Uno degli ambiti che beneficerà direttamente delle risorse derivanti dalle nuove imposte sui ricchi è il trasporto pubblico. Sánchez ha sottolineato la necessità di migliorare le infrastrutture pubbliche per rendere la mobilità più sostenibile ed efficiente. “La Spagna sarà un Paese migliore se avrà più automobili elettriche – per inciso, prodotte in Spagna –, più autobus pubblici e, quindi, più trasporto pubblico, e meno Lamborghini”, ha affermato.
Con tutte le differenze del caso, il meccanismo ricorda quanto avverrà a Milano dai prossimi mesi. Negli scorsi giorni, il sindaco Sala ha confermato che l’area C di Milano sarà a pagamento anche nei weekend, probabilmente a partire dalla primavera 2025. Il primo cittadini ha spiegato che l’obiettivo principale della misura è rimpinguare le casse comunali svuotate dalla continua diminuzione dei contributi governativi per il trasporto pubblico.
Per motivi analoghi, la Giunta meneghina sta studiando anche una ‘sosta differenziata’, ovvero più cara, in base al peso del veicolo. Parafrasando Sanchez, la posizione meneghina si potrebbe riassumere così: “Meno Suv, più trasporto pubblico”. (Per approfondire: Milano, Area C si pagherà anche nei week-end per finanziare il trasporto pubblico).
A quasi 1.200 km di distanza, il governo di Madrid rinnova il proprio impegno per ridurre le emissioni di CO2. Attraverso il gettito della tassa sui super ricchi, Sánchez punta a rendere il sistema di trasporto più accessibile e inclusivo, soprattutto per le classi medie e lavoratrici, spesso escluse dalle dinamiche di privilegio che Sánchez ha criticato nel suo discorso. Il miglioramento della rete dei trasporti è anche una risposta alle crescenti esigenze della popolazione urbana, che richiede mezzi di trasporto sostenibili e a basso impatto ambientale.
La tassa per i super ricchi al prossimo G20
Nonostante Sánchez non abbia parlato espressamente del G20 nel suo discorso all’Istituto Cervantes, la proposta di una tassa globale sui grandi patrimoni fa già parte della sua agenda.
La prossima occasione per discutere di questa iniziativa sarà il vertice del G20, previsto a Rio de Janeiro, in Brasile, nel novembre 2024. La Spagna, insieme ad altri Paesi europei e sudamericani, sta promuovendo un’imposta globale sui patrimoni, simile a quella già introdotta per le multinazionali, che si baserebbe su una tassazione uniforme a livello internazionale delle grandi fortune.
Sánchez e altri leader europei, come il ministro francese Bruno Le Maire, hanno spinto affinché questa proposta entri a far parte delle principali discussioni del G20, poiché rappresenta un’opportunità per affrontare le disuguaglianze globali. L’idea di una tassa globale del 2% sui patrimoni è stata discussa già nel 2023, quando la Spagna si è fatta promotrice di una visione in cui i ricchi dovrebbero contribuire maggiormente al benessere collettivo.
La tassa sui super ricchi potrebbe garantire fondi per affrontare problematiche di portata globale, come il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali, che riguarda da vicino anche l’Italia. Come denuncia l’Oxfam, infatti, “A fine 2022 l’1% più ricco, sotto il profilo patrimoniale, deteneva una ricchezza 84 volte superiore a quella del 20% più povero della popolazione. Il nostro Paese – si legge ancora nel rapporto – occupa da tempo le ultime posizioni nell’Ue per il profilo meno egalitario della distribuzione dei redditi”.