Sostenibilità, per un italiano su due le istituzioni hanno ridotto le politiche green (Youtrend)

Fino a due anni fa le politiche ambientali orientavano le scelte di istituzioni, aziende e cittadini. Ora non è più così: i dati del sondaggio Youtrend
13 Maggio 2025
3 minuti di lettura
Cambiamento Climatico Manifestazione Canva

“Mala tempora currunt” per le politiche ambientali che, fino a ieri, sembravano la bussola di istituzioni, aziende e cittadini.

Secondo un sondaggio realizzato da Youtrend, due italiani su cinque (42%) pensano che le
persone attorno a loro siano meno motivate ad agire contro il cambiamento climatico rispetto a pochi anni fa. Una percentuale analoga (43%) pensa che anche le aziende abbiano diminuito i propri sforzi green, mentre un italiano su due (49%) ritiene che siano soprattutto le istituzioni ad aver ridotto gli impegni per le politiche ambientali.

La percentuale cala drasticamente quando si deve valutare il proprio comportamento: solo un intervistato su quattro (25%) si sente in prima persona meno motivato rispetto a pochi anni fa in materia di sostenibilità ambientale.

Le statistiche sono riassunte nell’eloquente titolo scelto da Youtrend in questa slide: “Mi sento motivato, ma gli altri sono fermi“.

Percentuali
I dati del sondaggio Youtrend per Echi

I dati sono stati presentati da Youtrend il 7 maggio, all’Ara Pacis di Roma, in occasione dell’edizione 2025 di Echi, l’evento dedicato alla comunicazione della transizione ecologica organizzato dal web magazine con il supporto di Cassa Depositi e Prestiti, European Climate Foundation e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con il patrocinio del Parlamento Europeo e della Commissione Europea.

Percentuali 2
I dati del sondaggio Youtrend per Echi

L’edizione di quest’anno arriva in un momento che vede le politiche green messe (di nuovo) in secondo piano a favore della produttività, ritenuta la nuova emergenza soprattutto a causa delle minacce commerciali degli Usa. L’amministrazione Trump ha annunciato l’uscita degli States dall’Accordo di Parigi entro il 2026 influenzando indirettamente anche le politiche comunitarie, già vacillanti per i ritardi riscontrati nell’automotive e la conseguente crisi del settore. In questo contesto, Echi 2025 è stata dedicata alle “reazioni”: dopo anni di dibattito politico, che ruolo hanno oggi la transizione ecologica e la lotta ai cambiamenti climatici nell’opinione pubblica?

Perché il green non è più una priorità

La risposta intercettata da Youtrend è chiara: tra i cittadini italiani cresce la sensazione che manchi un impegno comune nel contrastare il climate change.

I motivi di questa disillusione sono molteplici:

  • ragioni economiche, come la preoccupazione delle ricadute occupazionali (indicata dal 30% di chi si dichiara demotivato) e il rischio che l’Europa venga danneggiata rispetto alla Cina (24%);
  • generale senso di impotenza: uno su tre (31%) indica tra le cause della scarsa motivazione l’eccessiva grandezza del problema, che sente di non poter cambiare;
  • comunicazione che genera allarmismo, indicata dal 23% dei demotivati.

Quest’ultima, oltre ad essere la causa più particolare tra quelle individuate da Youtrend, è anche quella su cui più si può agire concretamente per cambiare le cose.

Motivi
Le motivazioni emerse dal sondaggio Youtrend per Echi

Come la comunicazione può rilanciare l’impegno ambientale

Gli intervistati ritengono la comunicazione una leva strategica per invertire la tendenza all’eco-ansia e alla percezione di scarso impegno collettivo nella lotta ai cambiamenti climatici. Dal sondaggio YouTrend affiora un dato lampante: il 77% degli italiani si sentirebbe più motivato da messaggi incentrati sulle soluzioni piuttosto che sui problemi ambientali.

Non si tratta di un dettaglio marginale, ma di un cambio di paradigma comunicativo potenzialmente decisivo. Gli italiani chiedono una narrazione che abbandoni il catastrofismo per abbracciare il pragmatismo delle soluzioni concrete. Anche evidenziare i benefici economici della transizione ecologica risulterebbe efficace per il 63% degli intervistati, mentre il 61% preferirebbe messaggi che non facciano leva esclusivamente sulla paura.

Ciò che non funziona è la comunicazione che colpevolizza, come dimostra il 56% degli intervistati che la considera demotivante. Analogamente, non scaldano gli animi nemmeno i messaggi troppo focalizzati sulla vita quotidiana anziché sulla visione d’insieme (56%), né quelli eccessivamente concentrati sugli aspetti scientifici della transizione (58%).

Comunicazione
Il ruolo della comunicazione emerso dal sondaggio Youtrend per Echi

Lorenzo Pregliasco, cofondatore di YouTrend, mette in luce un paradosso significativo: “Il coinvolgimento delle persone nella transizione ecologica rimane forte, ma al tempo stesso più del 40% degli intervistati condivide l’idea che gli altri si stiano impegnando meno“. Questa discrasia tra percezione dell’impegno personale e quello collettivo dimostra l’importanza di intervenire sulla comunicazione degli impegni green. Basti pensare che alcune aziende non comunicano i propri sforzi ambientali per paura che vengano catalogate come green washing (un fenomeno prende il nome di “green hushing” e interessa il 39% delle aziende italiane secondo il report GreenItaly della Fondazione Symbola e di Unioncamere pubblicato nel 2024).

“La comunicazione gioca un ruolo determinante nel motivare le persone e nel far percepire l’impegno di istituzioni e imprese”, sottolinea ancora Pregliasco. “Un ruolo che può essere sia positivo, con messaggi più coinvolgenti e orientati alle soluzioni, sia negativo, con messaggi freddi o troppo catastrofisti, che rischiano di paralizzare l’azione”.

Per istituzioni e imprese impegnate nella transizione ecologica diventa quindi imperativo ripensare la propria strategia comunicativa, abbandonando i toni apocalittici per costruire narrazioni che sappiano generare consenso e partecipazione attiva. Non più la paura come motore del cambiamento, ma la consapevolezza delle opportunità che la transizione ecologica può offrire.

Green Economy | Altri articoli