Per una volta, non si parla di come l’intelligenza artificiale possa rubarci il lavoro, ma delle opportunità lavorative che questa tecnologia creerà. Secondo l’ultimo studio del World Economic Forum, entro la fine di quest’anno, l’automazione sostituirà circa 92 milioni di lavoratori, ma contemporaneamente genererà 170 milioni di nuove posizioni lavorative, con un incremento netto di 78 milioni di opportunità a livello globale.
Così l’Ai sta rivoluzionando il lavoro
La trasformazione digitale accelerata dall’intelligenza artificiale sta modificando profondamente le competenze richieste dal mercato. Entro la fine del 2025, stando ai dati del Wef, il 50% delle attività lavorative sarà automatizzato, rispetto all’attuale 29%. Circa il 75% delle aziende prevede di adottare tecnologie di intelligenza artificiale e il 50% si aspetta che questa tecnologia stimoli la crescita occupazionale piuttosto che abbatterla.
Da sempre, l’arrivo di una nuova tecnologia divide gli esseri umani tra chi ne sottolinea i rischi e la perdita dei posti di lavoro e chi, invece, sottolinea che nasceranno nuove opportunità. Due indizi, però, dovrebbero farci capire che questa non è una rivoluzione come le altre.
In primis, rispetto alle altre rivoluzioni tecnologiche, questa sembra minacciare soprattutto chi ricopre ruoli ad alta specializzazione (laureati o con titoli post laurea) rispetto a chi fa lavori più manuali, che storicamente sono stati vittime dell’automazione nelle industrie. Inoltre, nonostante si tratti di tecnologia, l’esplosione dell’intelligenza artificiale spalanca le porte a chi ha fatto un percorso di studi umanistico piuttosto che ai laureati Stem. Il controsenso è solo apparente: dal momento che la parte “tecnica” viene svolta dall’Ai, ciò che fa davvero la differenza è la capacità di dialogare con queste macchine, di capirne la logica e di condividere chiaramente i propri obiettivi.
Il World Economic Forum evidenzia come le professioni in più rapida crescita derivino da tre aree principali: tecnologia, digitalizzazione e sostenibilità. In particolare, le competenze “soft” stanno acquisendo un’importanza crescente accanto alle competenze tecniche tradizionali.
Non tutti i settori beneficeranno allo stesso modo di questa trasformazione. Se da un lato l’intelligenza artificiale creerà nuove opportunità in ambiti come la sanità e l’istruzione, dall’altro potrebbe causare significative contrazioni occupazionali nel settore manifatturiero. L’impatto sui tassi di disoccupazione varierà notevolmente tra Paesi, regioni e industrie, creando un panorama occupazionale disomogeneo.
Gli studi più recenti propongono una tassonomia dinamica basata su Conoscenze, Abilità e Capacità (Knowledge, Skills, and Abilities -Ksa) specificamente progettata per la forza lavoro dell’Industria 4.0. Questa matrice, compatibile con i metodi di apprendimento automatico esistenti e futuri, può servire come guida internazionale per progettare approcci educativi attivi ed esperienziali nelle istituzioni di istruzione superiore, preparando i lavoratori alle sfide del 2030.
I lavori più richiesti nell’era dell’Ai
L’avvento dell’intelligenza artificiale sta creando una domanda crescente per professionisti con competenze specifiche. Ecco le professioni che promettono maggiori opportunità di carriera e guadagno:
Specialisti in cybersecurity
Con l’aumento della digitalizzazione, la protezione dei dati diventa cruciale. Gli esperti di sicurezza informatica saranno tra i professionisti più ricercati, con competenze che spaziano dalla prevenzione delle intrusioni all’analisi forense digitale;
Sviluppatori software con competenze in Ai
I programmatori capaci di integrare soluzioni di intelligenza artificiale nei prodotti software tradizionali saranno particolarmente richiesti. La capacità di lavorare con framework di machine learning e deep learning rappresenterà un vantaggio competitivo significativo;
Data scientist e analisti
La capacità di estrarre valore dai dati rimarrà una competenza fondamentale. I professionisti in grado di combinare conoscenze statistiche, programmazione e comprensione del business saranno essenziali per guidare le decisioni aziendali basate sui dati;
Manager dell’innovazione tecnologica
Figure in grado di guidare la trasformazione digitale delle organizzazioni, comprendendo sia gli aspetti tecnologici che quelli organizzativi del cambiamento;
Esperti in sostenibilità e transizione verde
La convergenza tra digitalizzazione e sostenibilità creerà opportunità per professionisti capaci di applicare soluzioni tecnologiche alle sfide ambientali.
Al netto di queste considerazioni bisogna valutare l’impatto che avranno i robot sui lavori fisici svolti dagli esseri umani. In questi giorni Tesla ha presentato Optimus Gen 2, un androide che può svolgere operazioni nel settore dell’industria manifatturiera, dell’assistenza domestica, della logistica e può sostotuire l’essere umano nei lavori più pericolosi. Per capire le potenzialità di questo robot, basta vederlo ballare.
Prepararsi al futuro: upskilling e reskilling
Gli esperti sono d’accordo sul fatto che la velocità con cui l’Ai sta trasformando il mercato del lavoro richiede un approccio proattivo all’aggiornamento delle competenze. L’upskilling (miglioramento delle competenze esistenti) e il reskilling (acquisizione di nuove competenze) diventeranno essenziali per rimanere competitivi.
Almeno in questa prima fase, l’adattamento alle nuove richieste del mercato del lavoro sta comportando costi significativi sia per gli individui che per le organizzazioni. Qualche azienda paga il prezzo due volte perché sceglie di affidarsi troppo all’intelligenza artificiale diminuendo la qualità dei propri beni o servizi. Da ultimo è successo a Klarna, il gigante del fintech che si è vista costretta a ad assumere nuovamente gli esseri umani dopo averne licenziati circa 700 per rimpiazzarli con l’Ai.
Per questo, secondo gli analisti, le istituzioni educative e i governi dovranno collaborare al fine di creare programmi di formazione accessibili e pertinenti, mentre le aziende dovranno investire nello sviluppo continuo delle competenze dei propri dipendenti.