Il Nobel Hinton sui rischi dell’Ai: “Imparate a fare l’idraulico”

23 Giugno 2025
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Geoffrey Hinton, uno dei padri fondatori dell’intelligenza artificiale (Ai) e vincitore del Premio Nobel per la Fisica nel 2024, ha recentemente lanciato un messaggio che ha fatto discutere: “Un buon mestiere per il futuro? L’idraulico”.

Un’affermazione che, se presa fuori contesto, potrebbe sembrare provocatoria. Ma cosa intende davvero Hinton? E quali sono i rischi concreti che l’Ai sta già ponendo al mondo del lavoro?

L’allarme di Hinton

In un’intervista al podcast The Diary of a CEO, dell’imprenditore Steven Bartlett, Hinton ha spiegato che l’intelligenza artificiale sta rapidamente diventando più efficiente degli esseri umani in molte attività cognitive ripetitive. Professioni come quelle dei paralegali, degli operatori di call center o degli impiegati amministrativi sono tra le più esposte.

“Per il lavoro intellettuale banale, l’Ai sostituirà tutti”, ha dichiarato il Premio Nobel. Secondo Hinton, infatti, un solo lavoratore, se assistito da un sistema di intelligenza artificiale, potrebbe svolgere il lavoro che oggi richiede dieci persone.

Ma perché proprio l’idraulico? La provocazione di Hinton non è casuale. Le professioni manuali, come quella dell’idraulico, richiedono abilità fisiche, adattabilità e interazione con ambienti complessi e imprevedibili, tutte competenze che l’Ai fatica ancora a replicare. “Ci vorrà molto tempo prima che l’Ai sia in grado di manipolare fisicamente il mondo come noi,” ha spiegato Hinton. Per questo, consiglia ai giovani di considerare mestieri artigianali come una scelta lungimirante.

I vantaggi dell’Ai

Non tutti gli esperti condividono una visione così netta. Alcuni sostengono che l’Ai non sostituirà completamente i lavoratori, ma li affiancherà, aumentando la produttività e liberando tempo per attività più creative o relazionali. Tuttavia, anche in questo scenario, il numero di posti di lavoro potrebbe ridursi, poiché meno persone saranno necessarie per svolgere le stesse mansioni.

Oltre ai mestieri manuali, Hinton individua nella sanità un settore relativamente protetto, grazie alla domanda costante e alla necessità di empatia e giudizio umano. Tuttavia, avverte: “Bisogna essere molto qualificati per avere un lavoro a prova di Ai”.

Una questione sociale, non solo tecnologica

Il vero nodo, secondo Hinton, è sociale. Anche se si introducesse un reddito universale per compensare la perdita di lavoro, molte persone potrebbero comunque sentirsi svuotate di significato senza un’occupazione. Il rischio, quindi, non è solo economico, ma anche esistenziale.

In sintesi, l’invito di Hinton a “diventare idraulici” non è un ritorno nostalgico al passato, ma un monito a riflettere sul valore del lavoro umano in un’epoca di automazione crescente. L’Ai non è (ancora) una minaccia per tutti, ma è già una sfida concreta per molti. E affrontarla richiede non solo innovazione tecnologica, ma anche visione politica e responsabilità collettiva.

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