Nel mondo aziendale, la diversità di genere non è solo una questione di equità, ma anche di solide performance finanziarie e sostenibilità a lungo termine. Un recente studio condotto da Cerved Rating Agency, leader nel valutare il merito di credito e le performance ESG delle imprese italiane, ha rivelato che le aziende con una composizione equilibrata tra uomini e donne nei vertici godono di un vantaggio significativo sotto diversi aspetti.
Le imprese più virtuose dal punto di vista finanziario, caratterizzate da un minor rischio creditizio, indicatori ESG più positivi e una riduzione degli incidenti sul lavoro e dei contratti a termine, sono quelle che puntano alla diversità di genere nei loro organi decisionali. L’analisi ha rilevato che le aziende con un CEO donna e un Consiglio di Amministrazione a maggioranza maschile hanno un rischio di default inferiore al 3%, mentre questo valore supera il 7% in aziende guidate interamente da uomini o da donne.
Le imprese che abbracciano la diversità di genere sono concentrate principalmente nel Nord e nel Centro Italia, con una presenza significativamente inferiore nel Sud. Tuttavia, quelle che adottano questa strategia in tutte le regioni mostrano una performance finanziaria superiore rispetto alle aziende con una composizione più polarizzata.
Regioni come Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte guidano la carica verso una maggiore equità di genere nei vertici aziendali, con percentuali superiori al 20%. Queste regioni sono seguite da Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Veneto, che dimostrano un impegno significativo verso la diversità e una robustezza finanziaria correlata.
Nonostante i chiari vantaggi finanziari e di sostenibilità, il Sud Italia rimane in ritardo nell’adozione di politiche di equilibrio di genere. Le regioni meridionali, come Calabria e Sicilia, hanno ancora molto da fare per ridurre il divario di genere nei vertici aziendali e cogliere i benefici economici correlati.