Un recente divieto imposto dal tribunale di Mumbai, in India, sull’alimentazione dei piccioni negli spazi pubblici della città, è diventato un punto di scontro significativo tra gli enti civici, gli attivisti della salute pubblica e gli amanti degli uccelli. La controversia ha portato a scontri tra centinaia di persone e la polizia durante le proteste contro la chiusura di un decennale punto di alimentazione dei piccioni, noto come kabutarkhana.
Le autorità hanno imposto il divieto a causa delle preoccupazioni per i rischi sanitari legati agli escrementi dei piccioni.
I rischi per la salute
Diversi studi dimostrano che l’esposizione prolungata agli escrementi di piccione pone rischi di malattie polmonari e respiratorie, contenendo almeno sette tipi di agenti patogeni zoonotici che possono causare polmonite, infezioni fungine e persino danni polmonari negli esseri umani. L’anno scorso, un bambino di 11 anni è morto a Delhi per polmonite da ipersensibilità, attribuita all’esposizione prolungata agli escrementi e alle piume di piccione. Lo pneumologo R.S. Pal ha dichiarato alla BBC che tali casi sono comuni e che le infezioni possono verificarsi anche solo a causa degli escrementi su davanzali e balconi.
La crescita della popolazione di piccioni in India, aumentata di oltre il 150% dal 2000, ha aggravato il rischio, poiché un singolo uccello può produrre fino a 15 chili di escrementi all’anno. L’esperto di biodiversità Faiyaz Khudsar ha spiegato all’emittente britannica che la facile disponibilità di cibo ha portato alla sovrappopolazione dei piccioni, che stanno competendo con altri uccelli urbani come il passero domestico, causando una perdita ecologica.
Le proteste degli animalisti
Il divieto ha scatenato la rabbia degli amanti degli animali e dei tanti fedeli, poiché i piccioni sono profondamente radicati nel tessuto culturale e religioso dell’India. La comunità Jain, ad esempio, considera l’alimentazione dei piccioni un dovere pio. Molti li considerano al pari di animali domestici, definendoli “innocenti” e bisognosi solo di un po’ di gentilezza.
Di fronte a queste posizioni contrastanti, si cercano compromessi. Il sindaco di Delhi, Raja Iqbal Singh, ha dichiarato alla Bbc che “l’amore per gli uccelli non può andare a scapito del benessere delle persone”, ma molte questioni sull’implementazione del divieto rimangono poco chiare.
La Bombay High Court ha istituito un panel di esperti per suggerire alternative, e i funzionari civici di Mumbai hanno indicato che l’alimentazione controllata e scaglionata potrebbe essere permessa in base alle indicazioni che ricaveranno da un tavolo di confronto.
Delhi come Venezia
Delhi, però, non è la sola città nella quale sia vietato dare da mangiare ai piccioni. Lo stesso divieto è valido anche in piazza San Marco a Venezia. Il Tar del Veneto ha infatti proibito la vendita di grano e altro cibo volto a nutrire i piccioni. I giudici hanno dato ragione al Comune di Venezia che voleva far sparire questo tipo di commercio. “I volatili – scrive l’Associazione Piazza San Marco – che affollano la piazza sono diventati talmente tanti che sembrano essere più dei turisti stessi che visitano questa meravigliosa città. E il fatto che nella stessa piazza venga venduto il grano per farli mangiare, non aiutava certo il comune nella lotta contro questi volatili, molto pericolosi, sia per la salute umana sia per quella dei tanti beni culturali presenti nella piazza davanti al Duomo”.
Altre città italiane prevedono lo stesso divieto, così come molte capitali mondiali. Ma una tra tutte che ha attirato l’attenzione dei media negli ultimi anni è Limburg an der Lahn, in Germania. Il 9 giugno dello scorso anno, i cittadini sono stati chiamati alle urne per votare un referendum che abrogasse una normativa che prevedeva lo sterminio dei piccioni urbani. La consultazione popolare ha visto il 53,45% degli elettori votare per respingere il quesito referendario, approvando, nei fatti, l’autorizzazione allo sterminio dei 700 piccioni. L’uccisione avverrà in questi anni con l’ausilio di un falconiere.