Cristina Prandi fa la storia a Torino: prima Rettrice in 621 anni

Ma in Italia solo il 18% degli atenei è guidato da una donna
12 Giugno 2025
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Cristina Prandi Rettrice Torino Fb
Cristina Prandi Rettrice Torino (Facebook)

Con l’elezione avvenuta il 12 giugno 2025, Cristina Prandi è diventata la prima donna a guidare l’Università degli Studi di Torino nei suoi 621 anni di storia. Professoressa ordinaria di chimica organica, Prandi ha ottenuto 1.538 voti al secondo turno (pari al 54,6% dei consensi), prevalendo sul collega Raffaele Caterina, che si è fermato al 40,3%.

La sua elezione segna un momento storico per l’ateneo torinese, fondato nel 1404, e apre una nuova pagina nel lento ma progressivo processo di apertura delle istituzioni universitarie italiane alla leadership femminile.

Il valore delle Rettrici italiane

Nonostante i passi avanti registrati negli ultimi anni, il sistema accademico italiano continua a essere caratterizzato da una forte disparità di genere ai vertici. Con l’elezione di Cristina Prandi, sono circa 18 le donne attualmente in carica come rettrici degli atenei italiani, su un totale di circa 99 atenei.

Aggregando i dati della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui), i report dell’Anvur e le rilevazioni del Ministero dell’Università e della Ricerca, la leadership femminile si ferma intorno al 18%. Tra le altre figure femminili a capo di atenei italiani si possono citare Antonella Polimeni alla Sapienza di Roma, Daniela Mapelli all’Università di Padova, Donatella Sciuto al Politecnico di Milano, e Giovanna Iannantuoni all’Università di Milano-Bicocca, attualmente anche presidente della Crui. Si aggiungono rettrici di istituti privati e telematici, come Mariagrazia Russo dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo e Anna Gervasoni alla Liuc di Castellanza.

La crescita della presenza femminile alla guida degli atenei è lenta, ma costante. Nel 2012, le donne rettrici erano solo il 6% del totale. La percentuale è salita al 12% nel 2022, per poi raggiungere l’attuale 18%. Tuttavia, si tratta ancora di un dato ben lontano dalla parità, soprattutto se si considera che le donne rappresentano oltre il 40% del corpo docente universitario, ma restano fortemente sottorappresentate tra i professori ordinari e ancor più nei ruoli apicali.

Cristina Prandi, per un’Università “più inclusiva”

Le parole e il programma della nuova rettrice di Torino le hanno garantito un ampio successo. Le elezioni sono state molto partecipate: ha votato l’86,48% degli aventi diritto, 4.229 elettrici/elettori, dei quali 639 professori ordinari su 655 aventi diritto (97,56%); professori associati 1.050 su 1.129 aventi diritto (93,0%); ricercatori 563 su 616 aventi diritto (91,4%); tecnici/amministrativi 1.763 su 2.167 aventi diritto (81,36%); rappresentanti degli studenti 214 su 323 aventi diritto (66,25%). La Rettrice ha vinto con quasi il 55% dei voti, 127 in più di quelli che erano necessarie per chiudere le elezioni.

La Rettrice aveva così spiegato le motivazioni della sua candidatura: “Per un’Università inclusiva, innovativa, orientata alla società, in cui il sapere sia uno strumento al servizio del bene comune. La nostra Università va incontro a grandi trasformazioni a più livelli: organizzativo, normativo, economico, demografico: il suo ruolo e la sua identità verranno costantemente sollecitati, invitati a ripensarsi e a mettersi in discussione. Eppure, questa comunità dispone di straordinarie competenze, in tutti i campi del sapere e dell’educare… Mi candido come Rettrice perché credo nel valore pubblico dell’Università come motore di crescita sociale e culturale. La qualità della didattica e della ricerca devono andare di pari passo, formando professionisti competenti e cittadini consapevoli, capaci di affrontare le sfide del futuro. Voglio promuovere un ambiente accademico in cui il sapere sia uno strumento al servizio del bene comune, creando un’Università inclusiva, innovativa e orientata alla società”.

Atenei con “tetto di cristallo”

Il Rapporto Anvur 2023 ha evidenziato come il cosiddetto “tetto di cristallo” continui a ostacolare le carriere femminili nella ricerca e nell’accademia, con barriere strutturali e culturali che incidono sulla possibilità per le donne di accedere a incarichi di vertice.

L’elezione di Cristina Prandi all’Università di Torino assume quindi un valore che va oltre l’ambito locale. È un evento simbolico, che rompe una tradizione maschile lunga sei secoli e dimostra che è possibile costruire percorsi di leadership femminile anche all’interno di istituzioni accademiche antiche e consolidate. Ma resta chiaro che non basta una prima volta per cambiare un sistema. Servono politiche strutturate, trasparenza nei processi di selezione, e una cultura del merito che valorizzi davvero le competenze, a prescindere dal genere.

Nel 2025, il fatto che faccia notizia l’elezione di una donna alla guida di un’università storica dimostra quanto la strada verso la parità sia ancora lunga. Ma ogni prima volta – come quella di Cristina Prandi – è un passo che apre la porta alle prossime. O almeno si spera.

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