Il caldo fa invecchiare più velocemente, lo conferma uno studio

Nove giorni in più di età biologica per le persone esposte a quattro giorni di caldo eccessivo in due anni
27 Agosto 2025
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Caldo Invecchiamento Canva

Anche un’altra estate torrida giunge al termine e una ricerca negli scorsi giorni ha lanciato un nuovo allarme: l’esposizione ripetuta alle ondate di calore accelera l’invecchiamento. A confermarlo è lo studio dell’Università di Hong Kong, ‘Long-term impacts of heatwaves on accelerated ageing’, il quale ha analizzato per 15 anni (dal 2008 al 2022) un campione di popolazione composto da 24.922 adulti di Taiwan.

Ciò che è emerso è che più tempo si trascorre al caldo più aumenta l’età biologica, anche se l’essere umano sembra aver già sviluppato una qualche forma di resilienza alle alte temperature.

Lo studio

L’analisi dei ricercatori giapponesi si è concentrata su alcuni fattori utili a determinare l’età biologica di ogni persona coinvolta nello studio, quali:
• pressione sanguigna,
• infiammazioni,
• colesterolo,
• funzionalità polmonare, epatica e renale.

Ciò che ne è emerso è che l’età biologica aumentava di circa nove giorni per le persone che erano state esposte almeno per quattro giorni al caldo eccessivo, nell’arco di due anni. “I lavoratori manuali – hanno scritto i ricercatori -, che tendono a trascorrere più tempo all’aperto, sono stati fortemente colpiti, con un aumento della loro età biologica di 33 giorni”.

Il campione, con un’età biologica media di 45 anni e proveniente da Taiwan, è altamente rappresentativo: le variazioni di temperature in quella regione e l’estrema longevità del Paese ha consentito di sviluppare uno studio affidabile, che però lancia un allarme: cosa accadrebbe se l’esposizione fosse per più giorni e per periodi più frequenti?

Caldo e longevità: quale legame?

“Se l’esposizione alle ondate di calore si accumula per diversi decenni, l’impatto sulla salute sarà maggiore di quanto riportato nel nostro studio”, ha affermato il dottor Cui Guo, dell’Università di Hong Kong e co-autore della ricerca. “Le ondate di calore stanno diventando più frequenti e durature e l’impatto sulla salute potrebbe essere maggiore”. L’impatto generato dalla combustione dei combustibili fossili, la causa principale della crisi climatica, ha raggiunto livelli record nel 2024.

Anche gli abitanti delle comunità rurali, come i lavoratori all’aperto, hanno sperimentato maggiori impatti sull’invecchiamento, il che indica che l’accesso ad una serie di benefit propri delle città più sviluppate e dei grandi centri urbani, come banalmente i condizionatori d’aria, potrebbero rivelarsi utili per contrastare gli effetti dell’invecchiamento causato dal calore. Ma avrebbero un costo ulteriore in termini ambientali.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Climate Change, ha preso in considerazione il peso corporeo, le abitudini di fumo e di esercizio fisico dei partecipanti, eventuali patologie preesistenti come diabete e tumori, nonché l’uso complessivo dell’aria condizionata nel loro quartiere. Ma saranno necessari studi più approfonditi su altri fattori potenzialmente rilevanti come il tempo trascorso all’aperto, la freschezza degli alloggi e l’uso individuale dell’aria condizionata.

“Questo studio ha indagato sistematicamente le associazioni tra esposizione a lungo termine alle ondate di calore e invecchiamento. Abbiamo scoperto che l’esposizione cumulativa alle ondate di calore ha avuto impatti stabili e negativi sull’invecchiamento, sebbene i partecipanti si siano gradualmente adattati al caldo nel tempo”, scrivono gli autori. “La ricerca evidenzia, però, la necessità di politiche e interventi mirati per rafforzare la capacità di adattamento, ritardare l’invecchiamento e promuovere una longevità sano”.

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