Un assistente virtuale con l’etichetta della Pubblica Amministrazione non si era mai visto. Da oggi c’è: si chiama AppLI ed è il nuovo web coach del Ministero del Lavoro, sviluppato con Inps per affiancare i giovani tra i 18 e i 35 anni che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi formativi (i cosiddetti Neet) in un percorso personalizzato di orientamento, formazione e inserimento professionale. È operativo da oggi, 16 settembre 2025, accessibile, gratuitamente e senza limiti di orario, all’indirizzo https://appli.lavoro.gov.it: è il primo sistema di intelligenza artificiale generativa multi-agente lanciato da un ministero italiano.
Il ministro Marina Calderone lo ha definito “uno strumento gratuito, accessibile e umano, nato con i giovani e per i giovani, che non sostituisce il lavoro degli operatori, ma lo rafforza”. La presentazione ufficiale ha messo in chiaro due elementi: da un lato l’urgenza di affrontare con strumenti innovativi un fenomeno che, in Italia, coinvolge centinaia di migliaia di ragazzi; dall’altro la volontà di costruire un sistema che non sia calato dall’alto ma modellato sulle esigenze reali degli utenti, in un processo di co-creazione che ha coinvolto regioni, centri per l’impiego, esperti del settore e giovani stessi.
AppLI si inserisce nell’ecosistema del Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa, sviluppato insieme a Inps, e punta a diventare un punto di riferimento digitale per chi cerca di compiere il passaggio più complesso: quello tra scuola e lavoro.
Come funziona AppLI
AppLI non si limita a rispondere a domande. È stato progettato per seguire i giovani passo dopo passo, costruendo un percorso personalizzato. La logica è quella del coaching digitale: il sistema rileva interessi, competenze e obiettivi dichiarati dall’utente e propone un itinerario su misura, che può includere corsi di formazione, pillole formative, risorse online e opportunità lavorative sul territorio.
Le funzionalità vanno oltre l’orientamento: AppLI aiuta a creare e aggiornare Cv e lettere di presentazione, suggerisce modalità di candidatura e consente di monitorare lo stato delle domande inviate. Una sezione specifica è dedicata alla simulazione dei colloqui di lavoro, con feedback immediati per affinare le risposte e presentarsi con maggiore sicurezza. L’assistente invia anche promemoria e incoraggiamenti, cercando di mantenere alto il livello di motivazione, elemento cruciale in un percorso che spesso è segnato da ostacoli e frustrazioni.
Il sistema è stato sviluppato secondo principi di privacy-by-design, in linea con il Gdpr e con l’Ai Act europeo. Le conversazioni con AppLI seguono criteri di trasparenza, sicurezza e responsabilità, e i dati personali condivisi sono protetti da rigorosi protocolli. Una scelta non solo tecnica ma politica: costruire fiducia verso un servizio digitale pubblico significa garantire che l’uso dell’intelligenza artificiale non diventi una minaccia per i diritti degli utenti.
La versione attuale è sperimentale e sarà progressivamente arricchita di nuove funzionalità. Nei prossimi mesi sono previste integrazioni con ulteriori servizi territoriali e formativi, oltre all’estensione della platea dei beneficiari. L’approccio dichiarato è evolutivo: migliorare costantemente sulla base dei feedback raccolti, mantenendo aperto il processo di co-creazione.
Una risposta istituzionale al nodo irrisolto dei Neet
Il fenomeno dei Neet non è una novità, ma rimane uno degli indicatori più critici per valutare la capacità del Paese di valorizzare il proprio capitale umano. L’Italia si colloca stabilmente tra i primi posti in Europa per incidenza di giovani che non studiano e non lavorano, con conseguenze dirette sia sul piano economico sia su quello sociale. L’impatto riguarda la produttività, la sostenibilità del sistema di welfare, la qualità della democrazia stessa, perché una generazione esclusa rischia di restare ai margini non solo del mercato del lavoro ma anche della vita civica.
Negli ultimi anni non sono mancate iniziative mirate: dal programma Garanzia Giovani agli incentivi per l’autoimpiego, passando per bonus occupazionali e politiche di formazione continua. Tuttavia, la frammentazione degli strumenti e la difficoltà di accesso hanno spesso reso complicato tradurre le misure in opportunità concrete. In questo scenario, AppLI nasce come tentativo di accorciare le distanze tra i giovani e l’offerta di servizi pubblici, attraverso una piattaforma sempre disponibile e personalizzata.
Il sistema non prende decisioni al posto dell’utente e non sostituisce i centri per l’impiego, ma punta a diventare un alleato digitale che accompagna in ogni fase: dall’autovalutazione delle competenze all’individuazione di corsi e offerte di lavoro, fino al monitoraggio delle candidature e alla preparazione ai colloqui. La logica è quella di integrare, non sovrapporre, e di creare un ambiente digitale in cui le informazioni siano facilmente accessibili e traducibili in azioni concrete.
Opportunità e sfide di un’Ai “pubblica”
La scelta di adottare un assistente virtuale basato su intelligenza artificiale generativa segna una discontinuità importante nell’approccio della pubblica amministrazione. Fino a oggi, l’uso di queste tecnologie è stato prevalentemente sperimentale o confinato al settore privato. Con AppLI, il Ministero del Lavoro entra in un campo ancora poco esplorato: quello di un’Ai pubblica, costruita con finalità di inclusione sociale e accessibile gratuitamente a una fascia precisa della popolazione.
Le opportunità sono evidenti: disponibilità 24/7, personalizzazione dei percorsi, riduzione dei tempi di accesso ai servizi, capacità di intercettare bisogni che altrimenti resterebbero inespressi. Ma non mancano le sfide. La prima riguarda la reale efficacia: riuscirà AppLI a trasformare il dialogo digitale in occupazione effettiva? La seconda è legata alla sostenibilità del modello: un sistema così complesso richiede manutenzione costante, aggiornamenti tecnologici e risorse economiche dedicate. La terza è la questione della fiducia: per convincere i giovani a interagire con un assistente pubblico serve trasparenza assoluta nella gestione dei dati e nella qualità delle risposte.
Il ministro Calderone ha sottolineato che “AppLI non sostituisce il lavoro degli operatori, ma lo rafforza”. È una precisazione significativa: il rischio di affidare troppo all’automazione è reale, ma la scelta dichiarata è quella di integrare l’intelligenza artificiale con il lavoro umano, senza depotenziarlo. L’assistente virtuale, quindi, non è un filtro che allontana, ma un ponte che avvicina i cittadini ai servizi.