La famiglia Tonazzo, storicamente legata al mercato della carne dal 1888, ha annunciato una svolta significativa: abbandonerà completamente il settore “animale” per concentrarsi sulla produzione di alimenti realizzati solo con proteine vegetali, attraverso il marchio Kioene.
“Una scelta etica”, ha spiegato il Gruppo che ha preso una decisione, adottato un cambiamento radicale, dopo aver commercializzato carne per cinque generazioni. Che sia anche una scelta di mercato o che sia solo una questione etica, per qualcuno resta il primo segnale di rivoluzione rivolta alla sostenibilità.
Una scelta sostenibile
“L’unico modo per convertire milioni di persone ad un’alimentazione vegetale non è attraverso bei messaggi empatici e di riflessione, ma attraverso il portafoglio e il potere d’acquisto di quei milioni di consumatori – ci spiega Giorgio Immesi, meglio noto sui social come “ilveganoimbruttito” che da anni sensibilizza migliaia di persone su queste tematiche -. Questa rivoluzione è già partita all’interno del mercato food, le aziende si sono già spostate su produzioni più sostenibili sotto vari aspetti, in primis quello economico: produrre un burger di carne vegetale nel breve futuro costerà un quinto rispetto a produrre carne animale, questo semplicemente perché per ora i finanziamenti pubblici li ricevono gli allevamenti intensivi, ma a breve (si spera presto, appena la politica farà il cambio di rotta green che tanto attendiamo…) verranno dati a chi produce prodotti vegetali, sostenibili e in linea con le politiche ambientali europee future”
Giorgio Immesi da anni si rivolge alle persone comuni, sondando sul territorio nazionale che opinione la gente si è fatta su chi ha scelto di dire addio a prodotti animali o derivati e decide di nutrirsi solo di quelli animali. Una semplice domanda, “Che pensi dei vegani?”, che spesso gli è costata insulti, falsi miti ribaditi con convinzione e polemiche.
“Al momento l’acquisto di prodotti vegetali è in forte aumento pur avendo prezzi molto più alti rispetto a carne e derivati. È facile immaginare cosa accadrà quando raggiungeranno la parità di prezzo e cosa accadrà in futuro quando costeranno addirittura la metà o un quinto e soprattutto avranno un sapore totalmente identico alla carne che non faranno sentire la mancanza ai prodotti animali”, esprime con speranza Immesi.
Il mercato della carne vs le proteine vegetali
Il mercato della carne, in effetti, ha sempre avuto un valore considerevole, ma sta subendo una trasformazione. Secondo il Crea (Centro di Ricerca e Alimentazione che opera sotto il Ministero dell’Agricoltura), nel 2023, la metà degli italiani ha ridotto il consumo di carne, mostrando una crescente fiducia nei confronti dei prodotti vegetali.
In Europa, il mercato al dettaglio degli alimenti a base vegetale valeva 5,8 miliardi di euro nel 2022, con l’Italia che ha visto vendite aumentare del 21%. Questo crescente interesse ha portato a una rivalutazione del mercato: mentre i prodotti vegetali tendono a costare di più, molte persone si chiedono se sia possibile vivere senza carne. La risposta, supportata da una crescente offerta di alternative vegetali, è affermativa.
Nel 2019, la EAT-Lancet Commission ha riunito 37 esperti di 16 Paesi per definire obiettivi globali per diete sane e produzione alimentare sostenibile, pubblicando un rapporto su The Lancet. Il concetto di “salute planetaria” unisce la salute umana e l’integrità degli ecosistemi, introducendo la “dieta della salute planetaria” per promuovere la sostenibilità ambientale.
La dieta raccomandata consiste per metà di frutta e verdura, con cereali integrali, proteine vegetali e piccole quantità di proteine animali. Entro il 2050, il consumo di frutta, verdura, noci e legumi dovrebbe raddoppiare, mentre quello di carne rossa e zucchero deve ridursi di oltre il 50%, per prevenire circa 11 milioni di decessi all’anno.
Ma allora perché non riusciamo a smettere di mangiare la carne? “Come è successo con le sigarette negli anni ’50, dove i testimonial dei brand di sigarette erano i medici, la stessa cosa è successa con latte e carne, cercando di far passare il messaggio che bere latte fosse indispensabile e mangiare carne ci rendesse tutti alti e belli…Quello che mi lascia senza parole, è che persone comuni siano sempre più convinte, nel 2024, che i vegani siano il male e che la carne fa bene, quando è tutto il contrario. Questo mi spaventa”.
“Non siamo abituati a cambiare abitudini – conclude “ilveganoimbruttito” -, non ci hanno mai insegnato a farlo. Cambiare abitudini preoccupa, soprattutto quando ciò che bisogna mettere in discussione è la nostra cultura e gli insegnamenti ricevuti”.